La nostra proposta sul nuovo ordinamento del personale dell’Università e delle Aziende Ospedaliero-Universitarie
Un nuovo sistema di classificazione del personale per un progressivo miglioramento delle condizioni di lavoro e per garantire a tutti i lavoratori in tutti gli atenei e le AOU del Paese certe opportunità di riconoscimento e valorizzazione della professionalità acquisita.
Si è svolta martedì 4 agosto 2020 la prevista riunione della Commissione paritetica per il nuovo ordinamento professionale del personale tecnico amministrativo (PTA) delle università, il personale delle Aziende Ospedaliero-Universitarie (AOU), i CEL, i tecnologi.
Questi i documenti presentati dal nostro sindacato:
Sintesi della proposta
La riforma dell’Università operata con la Legge 240/10 (Legge Gelmini), già profondamente sbagliata, si è realizzata in un decennio di costanti tagli ai fondi di finanziamento, di blocco del turnover, dei CCNL e della contrattazione integrativa: questo contesto ha inevitabilmente determinato effetti negativi sulle condizioni di lavoro e sulle opportunità di crescita professionale. Il previgente ordinamento professionale del Comparto Università, nel suo realizzarsi nei nostri Atenei nell’arco temporale di un ventennio, ha prodotto una sorta di “implosione” del sistema a causa della evoluzione della normativa generale sul Pubblico Impiego che ha radicalmente cambiato gli orientamenti che inauguravano la privatizzazione del rapporto di lavoro e gli ambiti della contrattazione nazionale e decentrata e dell’accumularsi, in maniera abnorme, di pareri, interpretazioni, circolari che hanno reso i nostri Atenei luoghi “sospesi e ingessati” dove la contrattazione non può più produrre alcun che di significativo.
La stessa natura del vecchio ordinamento (vigente) in quattro categorie, presupponeva per mantenere una sua coerenza con l’organizzazione del lavoro e la valorizzazione della crescita professionale del personale una mobilità interna sostenuta da PEO (progressioni economiche orizzontali all’interno della categoria) e PEV (progressioni economiche verticali, passaggio alla categoria superiore) che però, da almeno 10 anni, sono diventate poco più di uno sbiadito ricordo, mettendo in crisi il modello stesso dell’ordinamento, con forte penalizzazione della generalità del personale. È del tutto evidente che qualsiasi ridisegno dell’ordinamento professionale non può prescindere dalla necessità di riconoscere e valorizzare le professionalità che il personale acquisisce nel tempo e pertanto è indispensabile che questi due istituti contrattuali, PEO e PEV, ritornino ad essere esigibili per la generalità dei lavoratori.
I lavori della Commissione possono rappresentare anche un punto di partenza importante per la soluzione di problemi annosi del settore, che proponiamo di affrontare all’interno dell’ordinamento come distinte discipline, che riguardano i lavoratori delle Aziende Ospedaliero-Universitarie e il personale Insegnante di Madrelingua e riteniamo altresì che nella Commissione si possano gettare le basi per il superamento della figura del tecnologo così come prevista dalla legge 240/2010, prevedendola come figura professionale all’interno del CCNL, in analogia alla figura prevista all’interno del contratto istruzione e ricerca nella sezione degli Enti di Ricerca.
È chiaro che l’importante lavoro che potrà svolgere la Commissione Paritetica andrà poi finalizzato nell’ambito dell’ormai prossimo rinnovo del CCNL ed è altrettanto evidente che il presupposto per la soluzione dei problemi evidenziati si otterrà soltanto se, nel frattempo, in particolare nella prossima legge di bilancio, verranno adottati i necessari interventi normativi ed economici, quali quelli concordati il 24 aprile del 2019 con il precedente Governo Conte I e\o quelli adottati nell’ultima legge di bilancio per altri settori del pubblico impiego.
La FLC CGIL non ha inteso sottoscrivere il documento proposto da CISL, SNALS e GILDA, in quanto valutiamo la frammentazione che si determinerà tra il personale in ragione della ipotizzata diminuzione del numero delle categorie e della definizione di un “ruolo speciale dei professionisti” (a sua volta diviso in due distinte “specifiche tipologie professionali”) e per il fatto che in ogni categoria si determino due progressioni economiche parallele tra il personale “super” e quello che super non è, in un meccanismo che oltretutto mantiene il concetto di selettività e del numero di passaggi che viene a realizzarsi in base alle risorse a disposizione nel fondo.
Auspichiamo, tuttavia, che durante il percorso che si concluderà con il rinnovo del CCNL 2019/2021, a partire dal prosieguo dei lavori della Commissione, si possa determinare una consenso di tutte le Organizzazioni sindacali sulle direttrici di intervento proposte, consapevoli che l’unità sindacale rappresenta certamente un valore aggiunto per conseguire l’obiettivo di restituire ai lavoratori un ordinamento professionale e un nuovo CCNL che sappia dare risposte ai problemi evidenziati e alle giuste aspettative di valorizzazione delle professionalità presenti nelle Università e nelle Aziende Ospedaliero-Universitarie.
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