Attorno ai palloni della FLC i giovani difendono il futuro
Dal sit-in di piazza Montecitorio contro Ddl Gelmini: più soldi per l’Università e la Scuola, meno per le armi. Sono in tanti, la piazza non li contiene tutti. Vogliono di nuovo poter immaginare un domani.
Attorno ai palloni della FLC CGIL, a piazza Montecitorio, si sono alzati i cartelli i cui contenuti non hanno lasciato dubbi: i giovani sono preoccupati prima di tutto del loro futuro e del futuro dell’intero Paese. Ascoltate questi slogan: “Sopprimere la ricerca spegne il futuro”; “Con Gelmini e Tremonti il futuro è sotto i ponti”; “Ma quale futuro tra queste macerie?”; “Il nostro futuro non si può chiudere per crisi”. È una preoccupazione legittima e anzi, visto che anche i media tendono a colorare la crisi di rosa, è anche incoraggiante vedere che tanti ragazzi hanno preso coscienza di quale sia la situazione del nostro Paese. Alcuni studenti indossavano magliette e caschi gialli con la scritta “I promessi precari”.
Nel primo pomeriggio, ogni tanto c’è qualche scroscio di pioggia, al sit-in in piazza Montecitorio contro il decreto Gelmini si è aggiunto un nuovo corteo di studenti che cantano “Difendiamo il nostro domani”. Ma solo una parte dei manifestanti è riuscita a entrare nella piazza delimitata da transenne e dai cordoni della polizia. “Anche se il voto sul Ddl è stato rinviato, dicono un gruppo di ricercatori universitari parlando al megafono, non siamo soddisfatti. Non ci fidiamo di un ministro che insulta chi manifesta e che non mantiene mai le promesse. Se la Gelmini è schiava di Tremonti vogliamo che si dimetta”. “E poi, dicono altri, se non ci sono i fondi… basta tagliare quelli destinati alle armi”.
Durante lo svolgimento del sit-in sono giunte notizie di studenti e ricercatori che sono alla sede della Crui (Conferenza universitaria dei rettori italiani) nella vicina piazza Rondanini e di manifestazioni da tutta Italia. A Palermo occupati gli uffici della Presidenza, a Milano lezioni in Piazza, a Trento assemblee dei ricercatori, a Firenze raccolta di firme con l’appello di ritirare la legge Gelmini. Insomma in tutta Italia si dice una sola cosa: No, a questa falsa riforma. Mentre tutti vorrebbero una riforma vera che preveda futuro e sviluppo.
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