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Assunzione di 500 “superprofessori” all’Università. Modificata in peggio la norma già pesantemente contestata

La commissione Bilancio della Camera dei Deputati modifica la norma della Legge di stabilità sulle chiamate dirette dei professori universitari e prevede un mini piano straordinario per l’assunzione di professori ordinari.

17/12/2015
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Cambiano i commi da 110 a 113 della Legge di stabilità, dopo l’esame del testo da parte della commissione Bilancio della Camera dei Deputati.

La contestata norma sull’assunzione dei cosiddetti “superprofessori” inserita in Legge di stabilità viene, se possibile, ulteriormente peggiorata con l’esplicitazione che si attiva un nuovo canale di reclutamento, sperimentale, alternativo a quello attualmente in vigore, in deroga alle procedure di reclutamento previste dalla Legge n.240/2010, ed esteso anche alla figura del ricercatore. Peraltro, nel nuovo testo è stabilito che possono partecipare alla procedura concorsuale anche docenti già in ruolo nella medesima fascia, introducendo una nuova procedura di mobilità del personale docente.

Quello che fino a qualche giorno fa era solo un sospetto, e cioè che si stesse introducendo surrettiziamente un nuovo canale di reclutamento, trova ora la sua conferma!

Tra le novità approvate i commissione Bilancio anche quella relativa ad un piano straordinario per la chiamata di professori ordinari tramite un incremento del FFO di 6 milioni di euro nel 2016 e di 10 milioni di euro dal 2017.

A questo piano straordinario potranno partecipare anche coloro che hanno conseguito l’idoneità ai sensi della Legge n. 210/1998.

Risorse aggiuntive vanno sempre bene, visto che dal 2008 il Fondo di Finanziamento Ordinario si è ridotto di quasi un miliardo di euro, ma queste sono una goccia nel mare nel mentre si nega ad assegnisti e dottorandi l’accesso alla dis-coll ed è una vergogna, non si danno prospettive ai ricercatori perché per loro le risorse che servirebbero non si trovano, si blocca la contrattazione integrativa e i salari restano fermi da oltre sei anni.

Rimangono e si confermano quindi tutte le ragioni della manifestazione del 18 dicembre a Montecitorio perché non è così che si danno risposte ai problemi veri dell’Università.

Questa Legge di stabilità è una redistribuzione alla rovescia sulla pelle dell'Università e va cambiata!