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24 CFU per l’accesso all’insegnamento: irregolarità negli atenei. Il MIUR deve intervenire

In un comunicato congiunto FLC CGIL e Link Coordinamento Universitario denunciano una situazione inaccettabile.

20/10/2017
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Comunicato FLC CGIL - Link Coordinamento Universitario

Il Decreto Legislativo 59/17, nato da una delle 9 nove deleghe della cosiddetta riforma della "buona scuola", ha modificato il sistema di formazione iniziale e reclutamento dei docenti della secondaria, introducendo un concorso a numero chiuso che consente di accedere ad una formazione di durata triennale e quindi all'assunzione. La riforma, varata dal governo senza un vero confronto con le organizzazioni sindacali e studentesche, ha previsto l'acquisizione di 24 CFU nelle discipline antropo-psico- pedagogiche e metodologie tecnologie didattiche come requisito obbligatorio per accedere al concorso, senza tuttavia stanziare risorse per gli atenei che dovranno attivare i corsi per l'acquisizione dei crediti.

Il Dm 616 del 10 agosto ha fissato le regole per l'erogazione e la certificazione dei 24 CFU, e in queste settimane numerosi atenei del Paese si stanno misurando con l'attivazione dei percorsi previsti dalla legge.

La FLC CGIL e Link-Coordinamento Universitario stanno organizzando assemblee molto partecipate in decine di atenei e di città, monitorando i percorsi negli organi di rappresentanza delle università, con l'obiettivo di rendere effettivamente esigibili misure di tutela e di welfare improntate ai principi della progressività della tassazione sulla base del reddito, della garanzia dell'accessibilità ai corsi da parte degli studenti lavoratori, in coerenza con quanto previsto nello stesso Decreto 616/17. Attenzione particolare è stata data alla necessità di garantire per gli iscritti all’università, studenti e dottorandi, la piena gratuità nell’acquisizione dei crediti, l’attivazione del semestre bonus in cui non si risulti fuori corso, l’applicazione della NO TAX Area, la fasciazione in base al reddito per i costi di svolgimento degli esami per i già laureati. Nella maggior parte degli atenei le nostre richieste sono state accolte, ma esistono casi di gravi irregolarità su cui chiediamo con urgenza che il Ministero dell’Istruzione si esprima, con delle linee guida chiare per l’applicazione del decreto, che impediscano distorsioni e violazioni di diritti.

Alcuni Atenei hanno deliberato dei tetti massimi di posti per acquisire i 24 CFU, introducendo una limitazione illegittima, che non rientra nelle ipotesi previste dal decreto che regola l’attivazione dei corsi per i 24 CFU, né dalla Legge Zecchino sull' istituzione dei numeri chiusi e programmati. Il requisito dei 24 CFU rappresenta un obbligo per l'accesso al concorso pubblico per diventare insegnati, pertanto limitare la possibilità di acquisire i crediti prescritti risulta assolutamente inaccettabile. E' chiaro che gli atenei sono stati messi nella condizione di attivare i percorsi senza risorge aggiuntive, tuttavia non è accettabile scaricare sugli studenti e sui laureati il costo di una riforma sbagliata. Con i nostri rappresentanti presenti negli organi delle Università ci stiamo muovendo per chiedere sostanziali modifiche alle delibere approvate nei Senati Accademici e nei Consigli d’Amministrazione, con l'obiettivo di garantire da subito il libero accesso a tutte e tutti ai corsi necessari all’acquisizione dei 24 CFU.

Un'ulteriore difficoltà ha riguardato la previsione di un costi altissimi per la certificazione degli esami già svolti: oggi un presidio di Link durante lo svolgimento del Consiglio d'amministrazione dell'Università degli studi di Siena è riuscito a sventare il costo di 130€ non rimborsabili per gli iscritti, e a riaprire la discussione sui costi di certificazione per i già laureati.

Altri atenei hanno imposto la tassazione per il semestre aggiuntivo agli studenti in corso, contravvenendo alle previsioni contenute nell'articolo 4 del DM 616/17.

La violazione dei diritti e delle norme posta in essere da alcuni atenei non può passare in sordina e pertanto a fianco delle mobilitazioni che stiamo attivando nelle Università chiediamo un intervento tempestivo del MIUR rispetto ai problemi segnalati.