Statuto degli studenti e delle studentesse: al vaglio del CNPI le modifiche proposte dal Ministro Fioroni
Il Ministro Fioroni ha presentato al CNPI alcune proposte di modifica del DPR 249/98 concernente lo statuto degli studenti e delle studentesse.
L’esplosione di eventi che molto spesso hanno superato semplici forme di esuberanza goliardica e sono sfociati in casi di illegalità vera e propria hanno spinto il Ministro Fioroni a presentare delle modifiche al regolamento degli studenti e delle studentesse al fine di inasprire le sanzioni disciplinari.
Sanzioni che prevedono in forma estrema anche l’allontanamento dall’istituzione scolastica, l’esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di Stato per quegli studenti che commettono gravi atti di violenza “ tali da ingenerare un elevato allarme sociale”.
Il caso dell’insegnante di Palermo, finita sotto inchiestaper essere intervenuta in un caso di bullismo costringe tutti noi, che viviamo nel mondo della scuola, ad una seria discussionesu come intervenire rispetto a casi di atti di violenza perpetrati a danno dei più deboli commessi dai ragazzi nelle scuole.
Anche se immotivatamente, come è poi emerso in sede giudiziaria,la docente in questione è stata messa in discussione perché non ha finto di non vedere; ha cercato, anche se con un metodo discutibile, di intervenire su un tema rovente come quello del bullismo ma che nascondeva problemi molto più seri quale quello dell’omofobia.
Emerge, tuttavia, che l’insegnante è rimasta sola ad affrontare un problema così delicato, sola con carta e penna. Nessun ulteriore e valido supporto è scaturito neanche dalla recente direttiva del MPI sul bullismo tanto pubblicizzata come la panacea di tutti i mali.
Dall’accaduto emerge la necessità di ridefinire ed esplicitare in che modo la scuola deve svolgere il suo ruoloeducativo a partire dalla considerazione che la scuola è un luogo di educazione e non di repressione.
Principalmente bisogna intervenire con pratiche formative e di supporto in particolare con quei ragazziche presentano stati e forme di eccessi comportamentali.
Non c’è dubbio che la scuola , luogo deputato all’educazione alla legalità e alla convivenza civile, deve farrispettare le civili regole della convivenza e prevedere anche delle sanzioni per chi le trasgredisce.
Ma le modifiche previste allo statuto tendono ad inasprire le sanzioni con atti troppo discrezionali e con il rischio di differenti e dubbie interpretazioni da parte delle singole scuole.
L’inasprimento delle sanzioni previste dal Ministro, quali l’espulsione dalla scuola per periodi superiore ai 15 giorni, non prevedono alcun accompagnamento peril ragazzo.
Ad esempio se una scuola pensa di allontanare un giovane per periodi superiori ai quindici giorni dalla scuola tout-court, cosa succederà al ragazzo in questo periodo?
Su cosa si potrà contare per far si’ che quando rientrerà nel circuito scolastico si comporterà diversamente?
Le sanzioni, che pure vanno previste, devono avere un ruolo pedagogico, di supporto al sistema educativo e non essere solo coercitive.
Anche le forme di repressione devono quindi essere accompagnate da interventi educativi , lo studente deve in queste situazioni comprendere e rendersi responsabile del danno inferto e ricostruire un rapporto di fiducia con il contesto scolastico in cui ha agito illegittimamente.
Manca, nelle modifiche presentate, qualsiasi ipotesi di sostegno psicologico e di consulenza ai minori che denotano problemi di socializzazione.
Per consentire il recupero e la crescita degli studenti coinvolti ben venga il patto sociale di corresponsabilità con le famiglie, ma che non sia solo finalizzato ad una responsabilità di tipo risarcitorio e quindi pecuniario.
Il patto deve impegnare le famiglie affiche’ una forte interazione scuola/famiglia permetta di creare un sistema di condivisione di valori e regole che affronti inmodo univoco le problematiche oggi sempre più diffuse fra le giovani generazioni .
Roma, 2 luglio 2007
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