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Secondo ciclo: Il debito si paga a vista

Il debito scolastico va saldato subito. La scuola potrà aiutare a farlo anche ricorrendo a insegnanti esterni. Gli alunni parzialmente insufficienti a fine anno saranno di nuovo rimandati a settembre. Questo il senso del nuovo decreto sul recupero dei debiti scolastici

03/10/2007
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Nonostante manchi ancora il parere della Corte dei Conti il Ministero della Pubblica Istruzione ha pubblicato il testo del Decreto n. 80 che porta la data del 3 ottobre scorso. Alla pubblicazione si è accompagnata una conferenza stampa in cui il Ministro ha ripetuto le motivazioni che lo hanno indotto a intervenire di nuovo sull’argomento.
Va ricordato, infatti, che sull’argomento era già uscito quest’anno un altro decreto, il n. 42 del 22 maggio 2007, il quale però trova qui modifiche ancor prima di essere praticato. Anzi di fatto, a questo punto, la regolazione di tutta la questione esce da una lettura incrociata dei due decreti, tenendo presente che, trattandosi di due decreti di pari grado, per le cose che si contraddicono fa fede il testo dell’ultimo decreto, cioè quest’ultimo decreto n. 80.

Le motivazioni del Ministro risiederebbero nell’alto numero di promozioni con debito riscontrate (circa il 42% dei promossi), nella scarsa frequenza da parte degli alunni interessati degli interventi di recupero attivati dalle scuole ( circa il 60%) e dallo scarso successo di questi al termine di corsi (circa il 50%), nonchè nella esigenza di rispondere alla nuova norma prevista dalla nuova legge 1/2007 sugli esami di stato, che prevede il saldo di tutti i debiti pregressi per l’ammissione all’esame. Di fronte a quest’ultima evenienza la predisposizione di un recupero a partire dal penultimo anno, come prevedeva il decreto 42 appariva di scarsa efficacia, di qui l’esigenza di cambiare.
Nel merito di questo cambiamento come FLC Cgil avevamo già espresso, sia nel corso di incontri che in sede di CNPI, le nostre perplessità, sia per il taglio eccessivamente rigido, aggiuntivo e sommativo del modello proposto, che finiva col ledere l’autonomia didattica delle scuole, sia per la ipoteca posta sui mesi estivi, di difficile gestione a causa della concomitanza di esami e ferie.

Il testo prevede infatti che, sia immediatamente dopo la fine del primo quadrimestre (o del primo e secondo trimestre), sia al termine delle lezioni, purché entro il 31 agosto, vengano attivati i corsi per quei ragazzi che risultassero insufficienti, ma non al punto da risultare respinti. Questi tuttavia, a differenza di oggi, non sarebbero più promossi con debito ma dovrebbero attendere i primi giorni di settembre per sapere la loro sorte dopo una verifica al termine dei corsi suddetti. Per il superamento di questa verifica tuttavia il decreto non esclude che, al posto degli interventi scolastici, gli alunni interessati possano anche ricorrere a ripetizioni private.

In sostanza si restaura il rinvio a settembre e il debito scolastico, per mantenere un lessico commerciale, appare come una cambiale non più prorogabile o, se si preferisce, un debito a vista.
Per attivare questi corsi o interventi di recupero la scuola può avvalersi anche di non meglio precisati interventi esterni.

Il testo definitivo smussa alcune questioni rispetto al testo originale ma nel complesso non risolve le questioni che come FLC Cgil avevamo sollevato. In particolare il ricorso a interventi esterni, ancor più se non meglio precisato, è foriero di soluzioni assai discutibili e disattende anche il parere che in merito aveva formulato il CNPI.

Roma, 3 ottobre 2007

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