Riammissione in servizio dei presidi in quiescenza: una svolta positiva
Da molto tempo la CGIL Scuola, su sollecitazione di molti Presidi e Dirigenti Scolastici, non ha mancato di porre all’attenzione dell’Amministrazione la questione della riammissione in servizio dei Presidi e Dirigenti Scolastici in pensione.
Da molto tempo la CGIL Scuola, su sollecitazione di molti Presidi e Dirigenti Scolastici interessati, non ha mancato di porre all’attenzione dell’Amministrazione in ogni sede di confronto la questione della riammissione in servizio dei Presidi e Dirigenti Scolastici andati in pensione.
In sede di Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, in sede di confronto contrattuale, nella stessa piattaforma unitaria dei Dirigenti Scolastici la CGIL Scuola ha preso posizione favorevole e ha sostenuto la rivendicazione di una legittimità della riammissione in servizio dei Direttivi e Dirigenti che, in posizione di quiescenza, avessero chiesto di tornare in servizio.
Dopo molti rifiuti, nonostante le pronunce favorevoli del CNPI e nonostante l’emanazione di sentenze favorevoli di alcuni tribunali territoriali, l’Amministrazione sta prendendo atto che non può continuare a sostenere la linea del rifiuto pregiudiziale.
Negli ultimi incontri al MIUR l’Amministrazione ha annunciato che è in procinto di far cadere la riserva che aveva sempre mantenuto, nonostante le nostre ripetute richieste, circa la riammissione in servizio dei Presidi in quiescenza, anche in considerazione del fatto che numerose sono le scuole, per la mancata emanazione del bando di concorso ordinario, prive di titolari.
La riammissione in servizio continuerebbe ad essere preclusa per i Dirigenti Scolastici andati in pensione. Questo perché, secondo l’Amministrazione che ha chiesto un parere in merito alla Funzione Pubblica, l’istituto della riammissione non è stato finora praticato per la Dirigenza dello Stato. A tale proposito la CGIL Scuola chiede invece che essa venga prevista anche per la Dirigenza Scolastica e in ogni caso nella piattaforma contrattuale dell’Area V, presentata unitariamente con CISL e UIL scuola, ha avanzato questa rivendicazione.
Roma 4 febbraio 2003
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