Il Consiglio di Stato: "rifate le graduatorie dei precari"
Pubblichiamo l'articolo apparso domenica 24 novembre 2002 sul il quotidiano "Il Mattino"
Pubblichiamo l'articolo apparso domenica 24 novembre 2002 sul il quotidiano "Il Mattino"
Roma, 25 novembre 2002
Testo articolo
Il Consiglio di stato dà ragione ai precari e boccia la Moratti
«Le graduatorie vanno rifatte»
La sentenza coinvolge circa 4mila supplenti
di Elena Romanazzi
IL Consiglio di Stato ha dato ragione ai precari ed ha bocciato il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti: le graduatorie ora vanno riviste e corrette. Si riparte, a tre mesi dall’inizio della scuola, ma non da zero. Ad essere coinvolti in questa vicenda sono circa 4.000 precari che avevano potuto cumulare i trenta punti di bonus per aver frequentato le Ssis (le scuole di specializzazione all’insegnamento secondario) e il punteggio aggiuntivo ottenuto con le supplenze. Il Consiglio di Stato ha dato il via libera ai trenta punti di specializzazione, ma ha imposto al ministro di far riscrivere le graduatorie e eliminare i punti ottenuti con le supplenze.
La circolare ministeriale è in fase di preparazione. Entro la prossima settimana - fanno sapere al Ministero - ai provveditorati si darà conto della sentenza per rivedere tutti i punteggi. Si rifaranno le graduatorie, ma i precari che hanno ottenuto le supplenze non verranno rimossi dall’incarico. La sentenza, infatti, avrà un maggiore valore quando i precari passeranno all’immissione in ruolo: in questo caso è evidente che un punto in più o in meno fa saltare l’immissione.
La guerra delle graduatorie era iniziata a marzo. Sulla vicenda, diversi tribunali amministrativi si erano pronunciati contro le linee indicate dal Ministero per l’aggiornamento delle liste dei precari. A fine maggio il Tar del Lazio annullò parzialmente l’ordinanza ministeriale considerando validi i trenta punti ottenuti con la frequentazione delle Ssis, ma non quelli accumulati con le supplenze. Il Consiglio di Stato ha accolto in pieno la sentenza del Tribunale amministrativo rigettando il ricorso del Ministero della Pubblica Istruzione.
Secondo fonti ministeriali, le correzioni coinvolgeranno per ogni provincia circa una quarantina di persone senza, però, alcun tipo di influenza sull’assegnazione degli incarici in atto. I provveditorati, una volta ricevuta la circolare ministeriale, dovranno informare i presidi dei nuovi punteggi dei precari in servizio. Per quest’anno la situazione dovrebbe restare immutata.
Non la pensano in questo modo i sindacati che, invece, sono convinti che con la sentenza chi è stato scavalcato nel corso della stesura delle graduatorie debba essere inserito nelle supplenze. I sindacati di categoria sono soddisfatti. Enrico Panini della Cgil-scuola è lapidario: «Chi la fa l’aspetti. Più volte abbiamo fatto presente al ministro che le direttive impartite per la stesura delle graduatorie dovevano essere modificate. Non ci ha voluto ascoltare e ora si deve rivedere tutto». Sulla stessa linea Massimo Di Menna della Uil-scuola: «Condivido in pieno il merito della sentenza. Noi avevamo posto le stesse questioni al ministro. La Moratti avrebbe fatto meglio a seguire le indicazioni che venivano dal Tar e dalle nostre insistenze. Ora, è vero che si tratta di pochi casi, ma comunque si devono rifare le nomine». Critico con il ministro Moratti anche Alessandro Ameli, coordinatore della Gilda: «Non si è voluto tenere conto delle nostre indicazioni. Ora ci troviamo in una condizione di grave difficoltà, le responsabilità sono dei diversi livelli ministeriali. Occorre affrontare con serietà la questione del precariato».
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