FAQ per comprendere le conseguenze della “filiera tecnologico - professionale”
Domande e risposte per orientarsi tra le pieghe di un provvedimento che, introdotto come sperimentazione, intende cambiare il volto di tutta la scuola secondaria di II grado.
Il 7 dicembre 2023 è stato emanato il DM 240/2023 relativo alla sperimentazione quadriennale della Filiera tecnologico professionale. Il Ministro Valditara ha deciso di procedere senza alcun confronto con la comunità scolastica, con la contrarietà di buona parte delle organizzazioni sindacali e nonostante un articolato parere negativo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), che ha chiesto il ritiro e la complessiva modifica del provvedimento.
La FLC CGIL ha predisposto un gruppo di FAQ per far conoscere a studenti e genitori, oltre che a docenti, dirigenti e personale ATA, i rischi di un provvedimento che dietro l’apparentemente circoscritta definizione di filiera tecnologico professionale, in realtà riguarda tutte le istituzioni scolastiche del secondo grado.
La Riforma Valditara per la Scuola secondaria di secondo grado attraverso il disegno di legge di istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale
Le FAQ della FLC CGIL
- Cosa prevede il DM 240/2023 relativo alla sperimentazione quadriennale della Filiera tecnologico professionale?
Si tratta di un provvedimento, collegato al Decreto Dipartimentale 2608 (con relativi allegati e formulario di presentazione della candidatura da parte delle scuole) che avvia sotto forma di sperimentazione nelle scuole secondarie di II grado, un’ampia riforma che congiunge il segmento dell’istruzione (a partire da istituti tecnici e professionali, ma che è aperto anche ai licei) con quello della formazione professionale (IeFP e IFTS) con il biennio degli ITS. Il progetto di riforma è contenuto in un disegno di legge attualmente in discussione in Parlamento. - In Parlamento si sta discutendo un riordino della scuola secondaria?
Sì, è una riforma che solo nominalmente si presenta circoscritta ad uno specifico settore, ma che in realtà è molto articolata e riguarda tutto il segmento secondario dell’istruzione e formazione. Infatti, il DdL 924 in discussione al Senato dall’anno scolastico e formativo 2024/2025 istituirà la filiera formativa tecnologico-professionale, costituita dai percorsi delle scuole secondarie di II grado, che dovranno avviare la sperimentazione quadriennale, dagli IeFP, dagli IFTS e dal biennio degli ITS. - Riguarda solo le scuole dell’ambito tecnologico professionale?
No, perché nell’ambito della filiera formativa tecnologico-professionale “sono attivati percorsi quadriennali sperimentali di istruzione secondaria di secondo grado, assicurando agli studenti il conseguimento delle competenze di cui al Profilo educativo, culturale e professionale dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado, nonché delle conoscenze e delle abilità previste dall’indirizzo di studi di riferimento”. Inoltre, si prevede che delle reti, denominate «campus», possono far parte, oltre agli istituti che erogano i percorsi sperimentali, anche “le altre istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado”. - Come si aderisce alla filiera?
È necessario deliberare la sperimentazione quadriennale negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, con le stesse competenze in uscita dei percorsi quinquennali. Proprio la sperimentazione è l’oggetto del DM 240/2023, che quindi precede e non segue, come sarebbe corretto, il percorso disegnato dalla Legge al momento in discussione. - Cosa sono i Campus?
Gli istituti scolastici, se dovessero deliberare di aderire alla filiera, possono stipulare accordi per integrare e ampliare l’offerta formativa. Tali accordi possono prevedere i “Campus”, vale a dire reti composte da Regioni e Uffici scolastici regionali che possono integrare anche ITS Academy, Università, istituzioni AFAM e soggetti pubblici e privati, sempre insieme agli IeFP, gli IFTS. - Ci sono novità nei rapporti tra IP e IeFP?
Sì. Gli studenti dei percorsi quadriennali IeFP, se il percorso frequentato ha aderito alla filiera formativa tecnologico o ha ottenuto la validazione dall’INVALSI, potranno accedere agli ITS anche senza il previsto sostenimento dell’esame preliminare e dell’esame di stato. Di fatto si accorcia a quattro anni l’istruzione superiore e si elimina la necessità dell’anno aggiuntivo per chi ha frequentato i percorsi quadriennali IeFP con una evidente indifferenza per il valore della cultura generale e del conseguente abbassamento dei livelli di istruzione per l’accesso ai percorsi ITS: meno scuola per tutti! - Che c’entra l’INVALSI?
Si attribuisce all’INVALSI la funzione di “valutatore esterno” per l’accesso alla formazione terziaria. È una funzione estranea alla missione stessa dell’ente e una ingerenza inopportuna nei confronti della professionalità docente, privata del compito della valutazione individuale, prevista dalla normativa vigente, sia nella fase dell’esame preliminare di ammissione all’esame di Stato, che nella frequenza del corso IFTS integrativo della durata di un anno. - Cosa cambia in concreto rispetto al curriculo?
I programmi di studio potranno essere modificati dai soggetti che compongono il “Campus”. Le sperimentazioni, ove stipulate, prevedono l’adeguamento e l’ampliamento dell’offerta formativa che dovrà essere funzionale alle esigenze specifiche delle aziende locali. Infatti, questi soggetti privati potranno intervenire nella programmazione delle scuole. - Chi deciderà le modifiche del curriculo?
Gli accordi di partenariato con aziende del territorio prevedono la coprogettazione dell’offerta formativa. - Saranno salvaguardati i piani orario definiti dagli ordinamenti quinquennali?
No, la più recente versione del decreto indica che ciò potrà avvenire "ove possibile" - La sperimentazione, rispetto a tali modifiche, prevede criteri uniformi da rispettare sul territorio nazionale?
No, di conseguenza la predisposizione dei curricoli sulla base delle esigenze formative delle imprese avrà la conseguenza di evidenti disparità di opportunità formative difformi nelle diverse parti del paese. - Sarà salvaguardata la funzione dei docenti?
No. Infatti, oltre a venir meno la funzione esclusiva di progettazione in capo ai Collegi Docenti, si prevede anche la stipula di contratti di prestazione d’opera per attività di insegnamento realizzate da esperti del mondo del lavoro e delle professioni. - Quando partirà la sperimentazione?
Si dovrebbe attendere l’esito della discussione parlamentare, trattandosi di un disegno di legge, ma il ministro con una forzatura illegittima ha anticipato con proprio decreto l’attuazione della norma all’anno scolastico 2024/2025, introducendo anche esplicito richiamo nella circolare delle iscrizioni. Quindi l’obiettivo è quello di autorizzare, senza alcun limite (inizialmente si parlava del 30% delle istituzioni scolastiche), le esperienze che sono già attive in ben precisi territori del paese, consentendo la frammentazione del sistema educativo e, con l’ingresso delle imprese locali, la privatizzazione dell’istruzione e formazione ad esclusivo vantaggio delle zone più ricche, dove le aziende potranno disporre di maggiori opportunità economiche. - Quali sono gli effetti sulla secondaria di secondo grado?
Appare chiaro che nessun settore dell’istruzione è escluso dagli appetiti dei privati, che potendoselo permettere potranno determinare i contenuti degli istituti di istruzione e della formazione professionale. Questa riforma Valditara è di fatto una riforma di sistema con la riduzione di un anno della secondaria che si apre alla privatizzazione e ad un nuovo reclutamento del personale a chiamata diretta degli esperti. Si tratta di un anticipo dell’autonomia differenziata, avviata in modo subdolo che segna la fine del diritto all’istruzione uguale per tutti i cittadini del nostro Paese. - Quale ruolo hanno le scuole sulla sperimentazione?
Hanno un ruolo molto importante perché qualunque sperimentazione non potrà essere richiesta nè tantomeno avviata se non dopo essere stata approvata dagli organi collegiali a partire dal collegio docenti. Invitiamo, pertanto, tutto il personale scolastico che dovesse essere chiamato a deliberare sull’adozione della sperimentazione della filiera a esprimere, convintamente e senza indugi, il proprio parere contrario contro un’idea di scuola che, a nostro avviso, lede alle radici i valori portanti della scuola della Costituzione.
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