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Sezioni primavera: Intese regionali successive all’accordo in conferenza unificata del 1° agosto 2013

Un quadro d’insieme

08/05/2014
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Come si ricorderà, il 1° agosto 2013, in Conferenza Unificata è stato siglato l’Accordo quadro per le sezioni primavera; un accordo con validità biennale

L’Accordo è intervenuto in un quadro contraddistinto da molte criticità. Tali criticità, emerse con nettezza nell’ultimo, e a tutt’oggi unico, monitoraggio effettuato dal MIUR, sono state  accennate anche nella relazione di accompagnamento all’Accordo, curata dal MIUR stesso. Ciò nonostante, il servizio “sezioni primavera” è oggetto di una domanda crescente, a riprova che esso rappresenta una risposta a bisogni educativi e sociali significativi e diffusi. Né va dimenticato che tale servizio è nato con la meritoria intenzione di superare il fenomeno dell’ingresso anticipato nella scuola dell’infanzia di bambini fra i due e i tre anni, fenomeno tanto diffuso quanto negativo e controproducente poiché costringe i bambini, in un’età delicatissima del loro sviluppo, ad adattarsi ad una scuola pensata e organizzata per rispondere ai bisogni di bambini più grandi.

L’Accordo siglato in Conferenza Unificata si propone la prosecuzione e l’ampliamento dell’offerta del servizio, si impegna a garantirne la qualità, vincola le Regioni a contribuire al suo finanziamento. A parte quest’ultimo aspetto, senz’altro positivo, non vi si intravvede però alcuna disposizione atta a superare decisamente le criticità evidenziate nel monitoraggio, anche se vanno registrati passi in avanti rispetto alle definizioni dei rapporti di lavoro. 

Per quanto riguarda le risorse statali, al funzionamento delle sezioni primavera finora hanno concorso il MIUR, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e il Dipartimento delle Politiche per la famiglia. Per l’esercizio finanziario 2014, il MIUR ha messo a disposizione 12 milioni di euro

La traduzione operativa dell’Accordo in Conferenza Unificata comporta la stipula di Intese regionali. Tali Intese sono state siglate in quasi tutte le Regioni. Mettiamo a disposizione i testi delle Intese regionali che abbiamo raccolto. Uno sguardo d’insieme restituisce l’evidenza che, nella declinazione  regionale, il testo mantiene e talvolta acuisce le debolezze e i limiti originari.

I fondi scarseggiano e in molti casi non si va oltre una conferma del numero si sezioni già avviate, salvo riduzioni.

I tavoli tecnici e/o interistituzionali sono stati costituiti pressoché ovunque. La loro composizione è molto varia. In pochi casi  è prevista la partecipazione di almeno un rappresentante sindacale.

Quanto ai criteri di qualità previsti dall’accordo quadro, in genere sembrano essere stati accolti dalle intese regionali, almeno formalmente. Si riscontra qualche deroga al ribasso sul numero minimo di bambini per sezione; tutti accolgono il limite di età: 24/36 mesi, ma si sa che poi nei fatti non è così; sull’orario di funzionamento alcuni lo prolungano a 9 ore; ma per quanto riguarda il contratto collettivo nazionale di riferimento ci si sbizzarrisce: chi prevede un apposito contratto, chi si riferisce alle norme vigenti e/o perfino   ai contratti nazionali di riferimento, ma solo  “per quanto applicabili”. Anche i titoli di studio richiesti al personale sono piuttosto incerti. Si dice infatti:  “esperienza e/o titolo” oppure genericamente “personale professionalmente idoneo”. Quanto all’aggiornamento, si tende a far riferimento alla formula  prevista nell’accordo quadro. Poche le intese che definiscono i criteri per il contributo delle famiglie.

Non tutte le Intese vedono specificato il contributo assicurato dalla Regione.
Intanto, anche per quest’anno la tempistica non si caratterizza certo per la puntualità.
Non si hanno notizie sulla designazione/istituzione della nuova cabina di regia a livello nazionale.
Inoltre, alcune intese regionali hanno validità annuale, questo rimarca ulteriormente la situazione di precarietà in cui sopravvive l’esperienza delle sezioni primavera.

Un Paese che ha cuore il suo futuro non dovrebbe trattare così i suoi cittadini più piccoli.

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