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I docenti italiani rispetto ai colleghi europei: stesso orario, stipendio più basso!

I falsi luoghi comuni su orario, carichi di lavoro e retribuzioni dei docenti italiani.

07/07/2014
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Una insistente e ricorrente propaganda, enfatizzata dai mezzi di informazione, vuole che si dia per scontata un’affermazione che è una falsità: i docenti italiani lavorano meno dei colleghi europei.

Si tratta di un vero e proprio falso!

Le ore di lavoro medie settimanali dei docenti italiani sono pari a 39 ore come nella media europea, mentre le retribuzioni sono ben sotto la media! Lo afferma l’OCSE.

In questi ultimi giorni impazzano i commenti giornalistici sulle affermazioni del Sottosegretario all’Istruzione, Roberto Reggi, secondo cui occorre innalzare l’orario di lavoro dei docenti italiani per “portarlo alla quantità oraria dei docenti europei”. E solo dopo avere fatto ciò, far derivare un innalzamento dei salari.

Non sappiamo su quali dati si basino queste affermazioni. Quel che sappiamo è che, quando si vogliono operare delle riforme, in modo particolare se si tratta per lo più di finte riforme, viene allegato a supporto questo indimostrato assunto.

Ora, basta prendere gli ultimi dati OCSE disponibili riferiti al 2011 per scoprire che il docente italiano presta in media 1.289 ore annue per un orario settimanale di 38-39 ore medie se calcolato sul numero delle settimane (33-34) stabilite dai calendari scolastici regionali.
Un carico di lavoro per nulla lontano da quello della media dei docenti europei.
E quel dato - pensiamo - si avvicina, solo si avvicina e pure per difetto, alla realtà. Una realtà che è fatta di:

  • lezioni in classe o in laboratorio
  • riunioni periodiche sulla programmazione
  • preparazione di compiti scritti
  • correzione di compiti scritti
  • preparazione di verifiche scritte e prove di valutazione
  • correzione di verifiche scritte e prove di valutazione
  • preparazione delle lezioni
  • preparazione delle esercitazioni di laboratorio
  • partecipazione a consigli di classe, interclasse, intersezione
  • partecipazione a collegi docenti
  • riunioni di dipartimenti e altre articolazioni dei collegi docenti
  • colloqui individuali con genitori e studenti
  • colloqui collettivi con i genitori in relazione all’andamento didattico della classe e agli esiti di scrutini trimestrali o quadrimestrali
  • consegna documentazione e pagelle
  • uscite didattiche e gite scolastiche

E forse dimentichiamo qualcosa. Si provi, dunque, a fare la somma.

A fronte di ciò, occorrerebbe avere il pudore di tacere sulle retribuzioni dei docenti italiani, che, per la loro entità, fanno vergognare il nostro Paese quando si da uno sguardo agli stipendi percepiti dagli insegnanti dei Paesi avanzati: in ogni ordine di scuola i nostri docenti stanno “sotto” mediamente di almeno un terzo.

Vogliamo discutere del potere d’acquisto perso dopo 7 anni di blocco del contratto nazionale di lavoro, delle riduzione del MOF (-50%) e dell’aumento del numero di alunni per classe?

Vogliamo discutere sui dati di verità? Oppure vogliamo procedere con le affermazioni assiomatiche che appartengono al buono - ma fallace - senso comune e alla propaganda un tanto al chilo?

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