Avvio anno scolastico 2020/2021: illustrato il “Piano per la formazione dei docenti per l’educazione civica”
Verranno attivati 1.250 moduli formativi della durata di 40 ore. La FLC CGIL ritiene le risorse stanziate insufficienti per una formazione diffusa. È necessario che i referenti di scuola vengano individuati dal Collegio dei docenti.
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Si è tenuta venerdì 10 luglio 2020 in videoconferenza la riunione di informazione sul Piano per la formazione dei docenti per l’educazione civica di cui alla legge 92/19.
Il Piano, elaborato sulla base delle Linee Guida pubblicate e inviate alle scuole nelle scorse settimane, prevede uno stanziamento di 4 milioni di euro, quota parte dei fondi a disposizione dell’Amministrazione Centrale per le attività di formazione di carattere nazionale che, secondo l’accordo sottoscritto lo scorso 19 novembre, ammonta al 40% delle risorse complessive.
Verranno attivati in tutto 1.250 corsi, la cui gestione sarà affidata alle scuole-polo, destinati a referenti e coordinatori individuati per ciascuna scuola dal dirigente scolastico.
Per ciascun modulo formativo sono previste 40 ore così articolate:
- 10 per interventi di formazione diretta, da svolgersi anche attraverso modalità a distanza relativa ai nuclei tematici previsti dalla legge 92/19 (conoscenza della Costituzione, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, ecc);
- 30 per attività di progettazione, ricercazione, affiancamento che referenti coordinatori svolgeranno nelle rispettive scuole per attivare una formazione “a cascata” diffusa e generalizzata.
Durante l’incontro abbiamo rilevato come l’avvio di un nuovo insegnamento, che presenta aspetti e complessità inediti, e la cui efficacia rischia di essere compromessa dalla mancata previsione di un monte ore aggiuntivo e di docenti dedicati, si aggiunge alle tante difficoltà in cui le scuole si troveranno ad operare nella fase della ripartenza.
Riteniamo che la formazione, assolutamente necessaria, dovrebbe insistere, più che sui contenuti, su aspetti metodologici relativi alla trasversalità e interdisciplinarità previste dalla normativa, ma soprattutto dovrebbe coinvolgere tutti i docenti corresponsabili dell’insegnamento. La modalità scelta è frutto di inadeguate risorse piuttosto che di una scelta metodologica e operativa che risponda ad esigenze di efficacia dei percorsi formativi.
Il principio della formazione “a cascata” rischia di scaricarne oneri e costi sulle scuole, già gravate da troppe criticità di annosa rilevanza e da ulteriori incombenze determinate dalla riorganizzazione post pandemia.
Riteniamo inoltre irricevibile la proposta che le figure dei referenti e/o coordinatori di scuola vengano individuati da Dirigente Scolastico. Abbiamo ribadito la titolarità del Collegio dei docenti in materia di formazione e progettazione didattica e, conseguentemente, di individuazione delle figure professionali di riferimento.
Ci riserviamo di inviare ulteriori osservazioni dopo aver preso visione del testo illustrato.
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