Revisione criteri graduazione istituzioni scolastiche per la retribuzione di parte variabile dei dirigenti scolastici. Un’operazione al buio
Dopo aver precedentemente convenuto sulla necessità di rinviare al prossimo a.s.il confronto sui criteri di graduazione delle posizioni dirigenziali, il ministero ci ripensa e propone la revisione di parametri numerici e indicatori che determinerà dal prossimo a.s. un radicale riposizionamento delle scuole nelle fasce di complessità.
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Prima ancora di valutare gli effetti del pesante dimensionamento che taglierà dall’a.s. 24/25 490 istituzioni scolastiche, modificando significativamente anche i parametri di complessità di un consistente numero di scuole, nell’incontro svoltosi al ministero nella giornata di ieri 29 maggio l’amministrazione, che in precedenza aveva espresso la volontà di mantenere i criteri vigenti, a causa del poco tempo a disposizione per un’eventuale operazione di revisione, ha illustrato alle organizzazioni sindacali presenti una proposta con la quale si accinge a introdurre, in palese violazione delle norme contrattuali vigenti, ulteriori indicatori e parametri non previsti dai CCNL di riferimento, tra cui l’entità dei finanziamenti per funzionamento e FMOF, l’attribuzione dell’incarico di scuola capofila per la formazione e di scuola capofila per gli ITS, l’indicatore ESCS sullo status economico-sociale dell’utenza, facendo lievitare il punteggio complessivo dagli attuali 134 a 171 punti e modificando significativamente i rapporti numerici tra gli indicatori.
La necessità di apportare modifiche ai criteri definiti dal D.D. n. 1791 del 20 luglio 2022 era già stata evidenziata al momento della firma del primo CCNI sulla retribuzione di parte variabile dei dirigenti scolastici avvenuta il 31 maggio 2023 da una dichiarazione congiunta contenente l’impegno dell’amministrazione a rivederli, “mediante il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e in tempo utile per l’a.s. 2024/2025”.
La revisione frettolosamente avviata dall’amministrazione, troppo a ridosso delle operazioni di mobilità per l’a.s. 2024/25, non consente però l’effettivo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, messe di fronte ad una proposta, già definita in camera caritatis con una sola organizzazione sindacale, nonostante le reiterate e pressanti richieste di aprire tempestivamente il confronto sui criteri che la FLC CGIL ha rivolto all’amministrazione fin dall’inizio del corrente anno scolastico.
Inoltre l’introduzione di nuovi parametri e nuovi punteggi, attribuiti spesso senza tenere conto della effettiva complessità di gestione, non consente di valutare gli effetti che la nuova classificazione delle scuole potrà avere sulle retribuzioni dei dirigenti scolastici e non dà nessuna garanzia di stabilità retributiva, tanto più che l’amministrazione ha anticipato anche la volontà di rivedere le percentuali di scuole collocate in ciascuna fascia, diminuendo drasticamente il numero di scuole collocate nella prima fascia, che passerebbero dalle attuali 1760 a 1249, e aumentando notevolmente quelle collocate nella fascia più bassa dalle attuali 1169 a 1487.
Si tratta di una proposta inaccettabile che, su suggerimento di una sola organizzazione sindacale, con l’apparente e ingannevole intento di correggere alcune criticità presenti nei criteri, tende a stravolgere l’attuale assetto delle istituzioni scolastiche e a “premiare” esclusivamente una minima percentuale di “super-scuole”, disconoscendo la grande complessità della gestione di tutte le istituzioni scolastiche svolta quotidianamente dai dirigenti scolastici per assicurarne l’ottimale funzionamento e determinando un arretramento retributivo per un gran numero di dirigenti scolastici.
Per tali motivi abbiamo espresso al tavolo la netta contrarietà della FLC CGIL a tale revisione al buio e richiesto di mantenere per le operazioni di affidamento degli incarichi dirigenziali per l’a.s. 24/25 la certezza dei criteri vigenti, avviando fin da subito il confronto per una revisione ponderata ed effettivamente partecipata di punteggi e parametri di complessità che tengano conto dell’effettiva complessità delle scuole.
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