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Decreto sull’innovazione nel secondo ciclo: il testo del ricorso delle Regioni

Con il ricorso si chiede la sospensiva del decreto ministeriale sull’innovazione, essendo stata violata la normativa sulle competenze regionali nonché gli accordi sottoscritti in sede di Conferenza Stato-Regioni

04/04/2006
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Pubblichiamo il testo del ricorso al Tar del Lazio, presentato dalle Regioni Calabria, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Valle D’Aosta e la Provincia Autonoma di Trento, capofila il Lazio, contro il Decreto Ministeriale n. 775/06 sull’innovazione. Le Regioni Abruzzo, Sardegna, Friuli Venezia Giulia hanno presentato ricorso in modo autonomo, mentre la Regione Toscana, avendo recepito nella sua normativa la riforma Titolo V, ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale.

Dell’iniziativa delle Regioni abbiamo dato notizia nei giorni scorsi come si evince dal testo del ricorso, nel quale viene chiesta anche la sospensiva del Decreto Ministeriale in questione, le Regioni ricorrono in nome sia delle proprie competenze in tema di programmazione della rete scolastica, sia del mancato rispetto degli accordi sottoscritti in sede di Conferenza Unificata e recepiti nel Decreto legislativo n. 226/’05 sul secondo ciclo, nonchè della violazione, a loro giudizio, da parte del Ministro del principio di leale collaborazione fra le istituzioni della Repubblica.

Questa iniziativa regionale è l’ulteriore conferma dell’inopportunità per le scuole di inoltrarsi in tentativi di anticipare di un anno una riforma cui, fra l’altro, mancano molti atti essenziali per un avvio sereno e non per un salto nel buio.

Ma questo le scuole l’hanno ben capito, visto lo scarsissimo numero di scuole che avrebbero chiesto di aderire al progetto di innovazione ministeriale: tutt’altra cosa dalle “ numerose richieste” che avrebbero spinto il Ministro all’emanazione del decreto ministeriale, rivelatesi, alla prova dei fatti, inesistenti.

Roma, 4 aprile 2006

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