La “Scuola del Popolo”: a Catania, la prima riunione programmatica
L’ideatore Ivo Vacca “Il progetto, si propone di sperimentare una nuova soluzione, che offra occasioni per valorizzare l’esperienza culturale e umana del pensionato, ex docente e non docente della scuola e rilanciare l’attività politica all’interno delle Camere del Lavoro”.
A cura della FLC CGIL Catania
Presentata a Catania la “Scuola del Popolo” l’iniziativa della FLC CGIL nazionale, partita dalla Sardegna, che si propone di rivitalizzare tutte le sedi della Cgil attraverso l’animazione culturale che dia impulso alla socializzazione e la discussione tra le persone. Con il coinvolgimento anche di Spi, Inca e FP, il progetto, illustrato ieri alla Camera del Lavoro di Catania dal suo ideatore Ivo Vacca, della FLC CGIL Sardegna, si propone di sperimentare una nuova soluzione che offra occasioni per valorizzare l’esperienza culturale e umana del pensionato, ex docente e non docente della scuola e rilanciare l’attività politica all’interno delle Camere del Lavoro.
All’incontro erano presenti il segretario generale CGIL Catania Giacomo Rota, i segretari generali Tino Renda (FLC), Margherita Patti e Mariella Lupo (dello SPI) Nicoletta Gatto (Auser), Angela Battista, (Politiche di Genere) Rosaria Leonardi, Giuseppina Rotella segreteria CGIL.
“In un momento in cui il problema dell’istruzione e della conoscenza diventa fondamentale per il rilancio dei territori, soprattutto per quelli in crisi, assistiamo ad un progressivo abbandono da parte dello Stato. I tagli alla Scuola pubblica, la crisi economica e la grande difficoltà nel trovare il lavoro hanno spesso lasciato un deserto di tipo culturale e valoriale sul territorio – ha spiegato Ivo Vacca. La proposta è quella di un’attività politica che offra risposte alla domanda di supporto culturale per chi si trova in difficoltà e a tutti coloro che per vari motivi sono stati esclusi dai circuiti dell’istruzione. Si tratta di anziani, ma anche di neet, di disoccupati o di espulsi dai settori produttivi obsoleti”.
“Accogliamo con grande favore questa iniziativa – ha affermato Tino Renda – e proveremo con tutta la Cgil etnea a sperimentare questo modello che viene dalla Sardegna. I docenti hanno un patrimonio di competenze professionali da spendere mentre lo Spi e Cgil, dal canto loro, hanno una struttura organizzativa e una rete capillare che garantisce il presidio necessario a favorire un’azione altrettanto capillarmente rivolta a singole persone. Allo stesso tempo ai docenti verrebbe offerta la possibilità di sentirsi gratificati per la professionalità coltivata in anni di lavoro”.
“In questo il sindacato può svolgere una funzione di primo piano – ha aggiunto Giacomo Rota – con un’attività che esprime i valori del sindacato, le stesse delle società di mutuo soccorso, che non avevano come unico scopo l'assistenza per affrontare i periodi di disoccupazione, di malattia, di infortunio o di vecchiaia, ma anche l'istruzione e l'educazione, dal momento che la frequenza scolastica era per i ricchi e la maggioranza della popolazione era analfabeta”.
Nella graduatoria europea di attività di volontariato l’Italia si situa al 14° posto della classifica con percentuale vicino alla media europea: il 23 per cento. Dai risultati di un recentissimo studio emerge anche il profilo medio della persona coinvolta in attività di volontariato: di mezza età, ben istruita, con reddito elevato, mentre poco rilevanti appaiono le differenze di genere. Parliamo quindi di un profilo in cui si ritrovano anche i docenti.
“La Scuola del Popolo vuole incontrare tutti, giovani e meno giovani – ha concluso Vacca – ma soprattutto persone che fanno fatica ad interagire con una realtà per la quale non hanno, o non hanno, più le chiavi culturali per capirla ed essere cittadini consapevoli e quindi neppure consapevoli dell’importanza di avvicinarsi ad una istituzione culturale”.
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