"Ladri di biciclette" all'Auser di Terralba
Avviato il nuovo corso CPIA 4 in collaborazione con la Scuola del Popolo.
Dopo l'avvio dell'attività del corso di Cinema 2022/23 del CPIA 4 di Oristano presso l'Auser di Uras avvenuta a fine gennaio scorso, venerdì 3 febbraio ha avuto inizio una nuova collaborazione tra Scuola del Popolo “Antonio Gramsci” Oristano, CPIA 4 Oristano e l’Auser di Terralba. Nei locali dell’associazione presieduta da Luisella Dessì, l’insegnante Antonello Cossu ha tenuto la prima lezione di cinema agli utenti terralbesi. Un ciclo di sei film dedicati alla “Storia d’Italia” partendo dal neorealismo dell’immediato dopoguerra di “Ladri di biciclette”, vedrà snodarsi in “Miracolo a Milano” sempre di Vittorio De Sica a “Il bidone” di Federico Fellini. Tre pellicole ancora oggi indicative delle difficoltà e conseguenze dettate dal secondo conflitto mondiale: povertà, miserie umane, disuguaglianze, disoccupazione, ignoranza, superstizione e antica arte di arrangiarsi talvolta truffaldina. Con “Una vita difficile” si esplorerà, attraverso il linguaggio della commedia italiana, le sorti di un intellettuale che non vuole scendere a compromessi in una società italiana arrivista, furba e conservatrice. Una epopea dai giorni della guerra agli albori del boom economico interpretata da Alberto Sordi e diretta da Dino Risi. Con gli ultimi due titoli si giungerà al cinema d’autore di Pierpaolo Pasolini con il suo folgorante esordio, “Accattone”, compendio dei suoi romanzi che decantava le periferie romane e il sottoproletariato che le viveva. Una “via crucis” che il protagonista compie alla ricerca di una pace impossibile con se stesso, gli altri e il mondo intero. “Le mani sulla città” di Francesco Rosi chiuderà il ciclo storico. Pellicola di impegno civile che denuncia la speculazione edilizia e una classe politica disonesta e opportunista.
“Ladri di biciclette” il capolavoro della coppia De Sica – Zavattini ha commosso gli utenti dell’Auser, fatto rivivere i drammi del dopoguerra che loro, splendidi ottuagenari, hanno ricordato nei loro interventi conclusivi alla visione del film. Momenti difficili da dimenticare che la pellicola ha esaltato e sintetizzato in modo mirabile in cui essi si sono riconosciuti come, per esempio, l’utilizzo indispensabile di una bicicletta per potersi spostare e andare a lavorare. L’analisi dell’opera in questione: i titoli di testa, le scene finali, gli aneddoti e i segreti della lavorazione hanno appassionato l’utenza e fatto promessa di ritrovarci ancora più numerosi al prossimo appuntamento con la favola urbana ideata dalla coppia di autori, “Miracolo a Milano”.
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