Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università
Comunicato della Segreteria Flc-Cgil Università di Firenze. Mozione dell'Assemblea di Ateneo dell'Università di Siena. Comunicato stampa della Flc-Cgil Piemonte. Comunicato stampa dell'Assemblea di Ateneo dell'Università di Palermo. Comunicato stampa dell’Assemblea dei docenti, lettori e collaboratori esperti linguistici, ricercatori precari e personale tecnico-amministrativo dell'Università di Lecce. Documento di una rappresentanza dei docenti, lettori e collaboratori linguistici dell'Università di Bari.
Comunicato della Segreteria Flc-Cgil Università di Firenze
Firenze: Riuscito lo sciopero e la manifestazione dei professori, ricercatori e lettori/Cel nell'Università
Si è svolta oggi 2 marzo '05 lo sciopero nazionale dei professori, ricercatori e lettori/cel delle Università contro il DDL Moratti, che formalizza la precarizzazione della docenza universitaria, e contro la sospensione dei concorsi, che di fatto blocca le assunzioni del personale docente e tecnico-amministrativo.
A Firenze alcune centinaia di manifestanti hanno dato vita, intorno alle ore 11,00, ad un colorito e conbattivo presidio davanti al Rettorato in
piazza San Marco (professori, ricercatori, lettori, tecnici-amministrativi, precari e studenti attrezzati di striscioni, cartelli, megafono, volantini).
In occasione del Sit-in si è tenuta una vivace lezione in piazza a cui ha fatto seguito una serie di interventi di docenti e sindacalisti.
Successivamente un corteo spontaneo ha portato la protesta fin sotto la Prefettura in via Cavour bloccando il traffico cittadino per circa un'ora.
Una delegazione di docenti, precari, studenti e il Segretario Regionale Toscano della FLC-CGIL Moreno Verdi è stata ricevuta dalla segreteria del Prefetto a cui è stato consegnato un documento con le motivazioni della forte protesta nell'Ateneo fiorentino.
La Segreteria della FLC - CGIL Università di Firenze
Mozione formulata nell'Assemblea tenuta oggi 2 marzo presso l'Aula Magna del Rettorato dell'Università di Siena.
Assemblea di Ateneo e occupazione simbolica del Rettorato dell’Università di Siena.
L’Assemblea di Ateneo convocata dal Coordinamento di Ateneo contro il DDL Moratti ha visto una larga partecipazione di tutte le componenti della Comunità universitaria senese, nella convinzione di un comune interesse nel respingere il DDL Moratti, che rappresenta l’ ultimo grave attacco all'università pubblica in generale, alla ricerca e alla didattica in particolare.
Il ministro Moratti, dopo aver dichiarato una generica disponibilità a recepire le istanze della comunità universitaria, si è sottratta ad ogni
confronto con le organizzazioni sindacali della docenza, con le organizzazioni studentesche, con i Senati Accademici, con le Conferenze dei
Presidi e le decine e decine di Consigli di Facoltà, e in ultimo con il Consiglio Universitario Nazionale e con la Conferenza dei Rettori delle
Universitù Italiane (CRUI), che pure avevano avanzato proposte di mediazione.
L'Assemblea recepisce i recenti documenti della CRUI (24 febbraio 2005), del Coordinamento nazionale dei Docenti Universitari e delle Organizzazioni Sindacali e della Docenza ed esprime la più netta contrarietà per il modo convulso e confuso con il quale sta procedendo l'iter parlamentare del provvedimento legislativo sullo stato giuridico dei docenti universitari.
Alla disponibilità di principio, che il Ministro ha mostrato persino nell’aula parlamentare, di abbandonare lo strumento della legge delega e di
ricorrere alla legge ordinaria non ha fatto ancora seguito alcun passo effettivo.
In aggiunta ai problemi urgenti della riforma, l’Assemblea rileva l’assoluta mancanza di attenzione da parte del Ministro Moratti i temi della didattica, della verifica dei primi risultati del nuovo ordinamento universitario, del diritto allo studio e delle prospettive professionali dei nuovi laureati.
L’assemblea ritiene opportuno un ripensamento complessivo del ruolo sociale e culturale dell’Università a partire dal DDL Moratti, ultimo atto di un processo di smantellamento e aziendalizzazione del mondo accademico.
Convinta che il DDL Moratti non sia emendabile, a causa della filosofia aziendalista che lo ispira, L’Assemblea ribadisce che l’Università non è una azienda di servizi, ma una comunità di cultura, di formazione, e di ricerca.
Come tale l’Università richiede sì significative riforme e ingenti finanziamenti, ma l’attuale ministro e i suoi consiglieri hanno ormai mostrato di non essere le persone in grado di condurre in porto un disegno così urgente ed ambizioso. L’assemblea chiede, pertanto, il ritiro del DDL e le dimissioni del Ministro Moratti.
Inoltre l’Assemblea, recependo l’invito degli studenti, promuove la costituzione di un Forum Permanente di discussione e riflessione sul ruolo
dell’Università e del nostro Ateneo, con un compito consultivo rispetto agli attuali organi di Governo in relazione alle scelte relative al diritto allo
studio, al reclutamento, alle forme di governo dell’Ateneo, alle forme di rappresentanza, al ruolo della ricerca, ai diritti dei lavoratori e delle
lavoratrici.
Infine, l’Assemblea dichiara che in assenza di significative novità relative al DDL, lo stato di agitazione della Comunità accademica debba continuare, ricorrendo a tutte le possibili forme di mobilitazioni in grado di raggiungere l’opinione pubblica evidenziando le conseguenze devastanti del progetto di riforma Moratti.
Comunicato stampa della Flc-Cgil Piemonte
Lo sciopero di oggi contro il Disegno di Legge Moratti per la delega alla riforma dello stato giuridico della docenza universitaria ha visto
l’adesione di un gran numero di docenti universitari, di ricercatori, di precari e di studenti che hanno dato vita ad un corteo di 5000 persone.
Una delegazione composta da docenti di tutte le categorie, precari e studenti dei diversi atenei piemontesi è stata ricevuta dal Prefetto di Torino che si è incaricato di trasmettere al Ministero il forte dissenso degli Atenei piemontesi nei confronti del Disegno di Legge e la richiesta di un suo immediato ritiro da parte del Governo.
I lavoratori in delegazione hanno espresso al Prefetto l’urgenza di un rilancio della Ricerca come elemento fondamentale dello sviluppo del Paese e di una forte inversione di tendenza rispetto alle politiche di tagli del settore che si concretizzano anche con un crescente stato di precarietà del personale.
Nei prossimi anni in Italia, per effetto dei pensionamenti sono previste carenze di organico di migliaia di docenti e ricercatori.
Mentre ad oggi il Governo continua a prevedere un sostanziale blocco delle assunzioni, negando di fatto ai lavoratori dell’università i più elementari e fondamentali diritti del lavoro, pensioni , ricongiunzioni di carriera, maternità, è invece indispensabile prevedere un piano di sostituzione del personale con nuove assunzioni a livello regionale di alcune migliaia di giovani ricercatori.
La FLC CGIL esprime vivissima soddisfazione per l’alta adesione allo sciopero e l’importante partecipazione al corteo e si impegna nei prossimi giorni a sostenere e promuovere, insieme con i lavoratori degli Atenei Piemontesi, ulteriori iniziative di mobilitazione fino al ritiro del Disegno di Legge.
Lo sciopero del giorno 18 marzo 2005 dei lavoratori del comparto scuola e del personale universitario deve essere un’ulteriore occasione per manifestare, non soltanto il diritto dei lavoratori ad un contratto e ad un rinnovo contrattuale, ma anche la vivissima protesta di tutto il settore della conoscenza , Scuola, Università e Ricerca contro le politiche di tagli , dequalificazione e precarizzazione perseguite dal Governo.
Torino, 2 marzo 2005
IL SEGRETARIO FLC CGIL PIEMONTE
(Alberto ARTIOLI)
Comunicato stampa dell'Assemblea di Ateneo dell'Università di Palermo
L'Assemblea di Ateneo dell'Università di Palermo riunita il 2 marzo 2005, giorno dello Sciopero Nazionale proclamato dai sindacati e dalle organizzazioni della docenza, ribadisce la preoccupazione per la piega che ha assunto la discussione alla Camera del DDL Moratti sullo stato giuridico dei docenti universitari.
L'Assemblea rileva che la disponibilità, dichiarata il 21 in Commissione VII dal Ministro stesso, a recepire le istanze della comunità universitaria,
si è sottratta ad ogni confronto con le organizzazioni sindacali della docenza, le organizzazioni studentesche, i Senati Accademici, le Conferenze dei Presidi, i Consigli di Facoltà, il CUN e la CRUI, che pure avevano avanzato proposte di mediazione.
L'Assemblea rileva inoltre che il maxiemendamento presentato sul testo approvato dalla Commissione VII altro non è che una grave provocazione, perchè conferma la volontà del Governo di mantenere nel DDL la totalità delle previsioni contenute nella stesura originaria contro la quale si era attivato, nell'Università italiana, un movimento di protesta senza precedenti.
Tra queste:
- depotenziamento dell'Università statale a vantaggio di quella privata;
- abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito;
- precariato lungo e dalle prospettive incerte;
- messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori;
- nessuna previsione per far fronte alle carenze di organico che si produrranno per i prossimi massicci esodi per pensionamento;
- aumento dal 6 al 10% della copertura di esperti esterni.
L'Assemblea esprime profonda preoccupazione per le conseguenze che l'eventuale approvazione del DDL e di altri provvedimenti ministeriali
che stanno per entrare in vigore, avrebbe sul sistema pubblico della ricerca e della formazione universitaria italiana.
L'Assemblea nel prendere atto che i vertici dell'Università non si sono opposti in maniera incisiva a questo progetto, ribadisce ancora una volta:
- la necessità che il DDL venga ritirato immediatamente;
- conferma il mantenimento dello stato di agitazione con un maggiore coinvolgimento degli studenti attraverso lezioni sull'argomento, Assemblee di Facoltà e di Ateneo;
- minaccia la messa in atto di forme di lotte più incisive che, di volta in volta, si riterranno più opportune;
- chiede ai vertici dell'Ateneo (Rettore, Presidi, Presidenti di CCL, etc.) atti visibili del loro dichiarato dissenso attraverso le dimissioni in massa.
Palermo, 2 marzo 2005
Comunicato stampa dell’Assemblea dei docenti, lettori e collaboratori esperti linguistici, ricercatori precari e personale tecnico-amministrativo dell'Università di Lecce
La RIFORMA MORATTI dell’Università continua ad alimentare lo scontento trai professori universitari. Anche l’Ateneo leccese ha aderito allo scioperoindetto da tutte le OO.SS. della docenza e di categoria.
L’Assemblea dei docenti, lettori e collaboratori esperti linguistici, ricercatori precari e personale tecnico-amministrativo, tenutasi stamattina presso l’edificio ex-Sperimentale Tabacchi, di fronte alla persistente sordità del Ministro verso le critiche e le proposte avanzate dal mondo accademico e alla sua reiterata volontà di procedere comunque alla discussione in Parlamento del DDL (prossima seduta 8 marzo p. v.)
RINNOVA la propria ferma contrarietà:
• alla messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori
• alla “mascherata” abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempodefinito
• al tentativo di smantellamento dell’Università pubblica e conseguente dequalificazione della formazione universitaria.
RIBADISCE con forza le richieste di:
• trasformazione del ruolo di ricercatore in terza fascia di professore e bando immediato di 20000 posti in questa fascia nei prossimi anni per i
giovani docenti
• netta distinzione tra reclutamento e avanzamento di carriera con la previsione di “idoneità aperta” ad associato e ordinario come meccanismo
permanente di passaggio da una fascia all’altra
• stanziamento di uno specifico fondo statale per la realizzazione di tale passaggio
• rinnovo immediato del C.U.N come unico organo rappresentativo del mondo accademico
• incremento dello stanziamento statale a favore della ricerca di base e applicata come garanzia di sviluppo del sistema Italia
• adeguamento degli stipendi ai livelli dei paesi europei industrialmente avanzati.
Vista la gravità della situazione, l’Assemblea mantiene lo stato di mobilitazione e sollecita una chiara e immediata assunzione di responsabilità da parte del Rettore invitandolo ad opporre un’efficace resistenza, nelle sedi istituzionali, al DDL Moratti e a manifestare concretamente il proprio sostegno alle proposte emerse nell’Assemblea.
L’Assemblea è riconvocata per il 9 marzo p. v. in luogo e orario da definirsi.
Lecce, 2 marzo 2005
ANDU - CGIL - CIPUR - CISAL - CISL - SNALS - SUN - UIL
Documento di una rappresentanza dei docenti, lettori e collaboratori linguistici dell'Università di Bari
Una rappresentanza dei docenti, dei lettori e dei collaboratori linguistici delle UNIVERSITÀ BARESI che hanno aderito allo sciopero di oggi contro il DDL Moratti, proclamato da FLC-CGIL, CISL-Università, UILPA-UR, ADU, ANDU, APU, CISAL-Università, CNRU, CNU, FIRU, SNALS-Università, SUN, condividendone in pieno le motivazioni contenute nei documenti nazionali, si e’ riunita il 2 Marzo 2005 presso il Rettorato dell’Università di Bari.
A valle del deludente iter parlamentare del DDL sulla docenza universitaria, i docenti rilevano che gli emendamenti sinora presentati dall’on. Pepe, relatore alla Camera, peggiorano il già pessimo provvedimento. Infatti con una norma del tutto demagogica, si propone che la prima tornata di idoneità a professore associato sia senza limiti numerici, ma contemporaneamente non si stanzia un centesimo di euro in favore delle Università per provvedere alle assunzioni in ruolo degli idonei.
Il risultato non può che essere la formazione di una affollata lista di idonei che non potranno essere chiamati dalle Università.
D’altro canto ciò non potrà non costituire un ostacolo al futuro ingresso nella docenza delle prossime generazioni.
Un altro punto sul quale l’on. Pepe è intervenuto su mandato del Ministro Moratti è la solo apparente rinunzia alla abrogazione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito: infatti ai docenti a tempo pieno verrebbe consentito il libero svolgimento delle attività professionali. Noi docenti delle Università baresi militanti nelle organizzazioni sindacali, siamo invece convinti della improrogabile necessità di porre rimedio ai pericoli per la trasparenza della vita universitaria che scaturiscono dall’intreccio tra interessi personali derivanti dall’esercizio individuale di attività esterne
e la pratica delle attività istituzionali.
Bari, 2/3/2005
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