La FLC CGIL di Tor Vergata invita il Rettore a non fidarsi delle promesse dei Ministri Tremonti e Gelmini
La FLC CGIL dice “non ci fidiamo”.
Pubblichiamo la lettera che la FLC CGIL di Tor Vergata e di Roma Sud scrivono al Rettore che ha invitato all’unità della comunità universitaria ed ha confidato sulla promessa fatta proprio nei giorni scorsi da parte dei ministri Tremonti e Gelmini di riconsiderare il finanziamento delle Università,
Come FLC CGIL non ci sentiamo assolutamente di condividere la fiducia sulle promesse di Tremonti –Gelmini.
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La convocazione da parte del Rettore della Comunità Accademica ha visto una grande partecipazione di tutte le sue componenti, segno di attenzione e preoccupazione per la difficile situazione determinatasi in conseguenza dei provvedimenti adottati dal Governo sull’Università e sul Personale.
La drammaticità dei tagli imposti dal Governo e le loro conseguenze sono inequivocabilmente emersi dai dati riportati dal Rettore: drastica riduzione del finanziamento ordinario, blocco degli stipendi per i prossimi tre anni, sostanziale blocco di nuove assunzioni, riduzione del 50% dei contratti a tempo determinato e di tutte le altre tipologie di collaborazione precarie che oggi garantiscono parte significativa delle attività di ricerca di didattica e gestione dei servizi (rispetto a tutto ciò riteniamo utile ricordare che l’Italia è agli ultimi posti tra i Paesi OCSE per spese nei settori della conoscenza e per stipendi dei pubblici dipendenti).
A fronte di questa situazione il Rettore ha invitato all’unità della comunità universitaria e puntato sulle opportunità che, “aguzzando l’ingegno”, possono aprirsi con una buona gestione anche in questi tempi difficili ed ha confidato sulla promessa fatta proprio nei giorni scorsi da parte dei ministri Tremonti e Gelmini di riconsiderare il finanziamento delle Università, che “altrimenti rischierebbero tutte in poco tempo di essere commissariate”.
Mentre è certamente condivisibile, anzi necessario, cercare di migliorarsi partendo dall’analisi attenta delle cose che funzionano e delle criticità dell’ateneo, non ci sentiamo assolutamente di condividere la fiducia sulle promesse di Tremonti –Gelmini.
NOI NON CI FIDIAMO, perché:
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l’uragano abbattutosi su tutti i settori pubblici, dalla Sanità alla Scuola, non è una sciagura naturale:
è frutto di una politica precisa del Governo che punta alla riduzione e marginalizzazione del ruolo dell’intervento pubblico nella società, lasciando così maggior il campo libero per l’intervento privato. L’Università in questo quadro non è stata colpita per sbaglio e solo ora i due Ministri se ne accorgono, anzi è stata al centro di questo attacco, tanto che già nel maggio del 2008 ha subito un taglio importante al FFO, circa 450 milioni di euro per ogni anno a partire dal 2010, per la copertura finanziaria dell’abolizione totale dell’ICI sulla prima casa (DL 93 convertito in L. 126/2008);
ulteriori forti tagli,come è noto, con il DL 112 (L133/2008). Il combinato disposto dei provvedimenti adottati, come si evinceva anche da un grafico della comunicazione del Rettore, determinerà già da questo anno un finanziamento ordinario in grado di coprire a stento le spese per il Personale di ruolo, portando nei prossimi anni il sistema universitario alle soglie del dissesto finanziario, obbligandolo a ricercare nuove soluzioni e meno vincoli per il suo finanziamento, ad esempio ricorrendo alla trasformazione in fondazioni universitarie, non a caso espressamente previste dalla stessa L 133.
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I due Ministri non sono certamente nuovi a promesse “ufficiali” non mantenute, come sanno bene anche CISL e UIL che hanno addirittura sottoscritto il secondo biennio del CCNL dell’Università proprio in base ad una loro assicurazione sul ritiro del taglio del 15% del fondo del salario accessorio del Personale previsto anch’esso dalla famigerata Legge133. Promessa mai mantenuta!
In ogni caso analizzando la promessa, in termini economici, rappresenta poca cosa rispetto ai tagli effettuati e non in grado di modificare la situazione drammatica in cui viene spinto il sistema universitario ed inoltre la promessa è anche soggetta ad un esplicito ricatto: “la riforma universitaria e il finanziamento vanno in parallelo”. Ciò, insieme alla contestuale dichiarazione di garantire posti di professore associato per i ricercatori a tempo indeterminato che supereranno l’abilitazione nazionale, ci fa ritenere l’iniziativa dei due Ministri più che altro il maldestro tentativo di dividere ed indebolire la vasta opposizione al DDL Gelmini e di placare la protesta che sta bloccando l’inizio di diversi corsi universitari.
Il Rettore nella sua comunicazione ha giustamente richiamato come la crisi delle Università non sia solo una crisi economica e finanziaria ma anche di credibilità e autorevolezza, di efficienza e di capacità di rapporto con la società. Ciò vuol dire che se non è possibile difendere l’Università così com’è, vanno affrontati e risolti i problemi, salvando le cose positive, evitando di aggravarne i vizi. Ed invece stiamo assistendo a un esito pericoloso, quello di Università Pubbliche aggredite nella loro funzionalità, ridimensionate nel loro ruolo e autonomia e affidate a un Governo centralistico e verticista: così propone il DDL Gelmini.
Tra le cose positive riteniamo sia da salvaguardare ed anzi rilanciare un’autonomia delle Università basata sul loro governo democratico e trasparente, partecipato e aperto alla società. A questo riguardo evidenziamo che il Rettore ha presentato due nuovi organismi delegati alla Programmazione Strategica e al Controllo di Gestione che dovranno verificare le risorse disponibili e il loro uso per un equilibrato e coerente sviluppo dell’ Ateneo e della sua attività didattica e di ricerca: innovazioni organizzative benvenute a patto che non si contraddica il ruolo degli organi istituzionali ed elettivi come il Senato Accademico, di cui va recuperata la centralità, la capacità di controllo ed indirizzo.
Il Rettore giustamente ha affermato che l’ Ateneo dispone di risorse umane di grande valore e qualità, ma a riguardo la sua lunga relazione ha sorvolato su alcuni elementi per noi significativi:
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un giudizio di merito sui provvedimenti che porteranno alla forte riduzione del potere di acquisto del Personale nei prossimi anni (blocco degli scatti, delle progressioni di carriera, riduzione del salario accessorio e mancato rinnovo del ccnl) e quali atti concretamente si intende mettere in atto fino al 31 dicembre 2010, prima dell’ inizio del blocco delle retribuzioni (ad esempio ancora non abbiamo una risposta certa sulle progressioni orizzontali già previste da un accordo sindacale sottoscritto nel 2007).
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In merito al personale precario (rispetto al quale la FLC CGIL ha chiesto ripetutamente di aprire un confronto): qual è la situazione in Ateneo? (nella comunicazione non è stato mai citato) Quali provvedimenti si intendono mettere in atto per il prossimo futuro di questi lavoratori e per il futuro delle attività alle quali partecipano in varie forme contribuendo ai positivi risultati dell’Università?
Di fronte alla drammatica situazione che si sta determinando, riteniamo sia un atto di responsabilità chiedere oggi un impegno in difesa dell’Università Pubblica anziché affidarsi a vaghe promesse del Governo di recupero parziale di quanto oggi, concretamente, ci viene tolto.
Non ci riferiamo solo a quanto emerso dalla riunione del 29/9, ma alla “tentazione” della Conferenza dei Rettori di “scambiare” accondiscendenza all’azione del Governo, con la riproposizione di un nuovo centralismo nel governo degli Atenei e con le promesse di qualche risorsa residuale, per tirare avanti ancora un po’.
Per garantire il diritto allo studio, per migliorare la qualità e l’efficienza dell’Università è oggi indispensabile per prima cosa difenderla da chi la vuole smantellare ed è quindi necessario continuare la mobilitazione!
Dal 4 all’8 ottobre si svilupperà una settimana di mobilitazione nazionale unitaria contro il DDL Gelmini, le politiche vessatorie di Brunetta e i tagli di Tremonti. Proponiamo di costruire anche a Tor Vergata iniziative che coinvolgano tutte le componenti dell’Ateneo, dai docenti ai ricercatori, dai lavoratori precari, agli studenti al personale tecnico e amministrativo.
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