Università: il resoconto dell’incontro all’ARAN del 14 novembre
I sindacati insoddisfatti per la bozza di documento presentato in sede di confronto. Ancora tanta la strada da fare.
Si è tenuto il 14 novembre il previsto incontro all’ARAN della Commissione paritetica sui sistemi di classificazione del personale, prevista dall’articolo 44 del vigente CCNL istruzione e ricerca. In apertura dell’incontro il dott. Mastrogiuseppe, direttore della direzione contrattazione dell’ARAN, ha annunciato la consegna di un documento (in bozza) di supporto ai lavori della Commissione.
Il documento in questione riguardava tre specifiche tematiche: la revisione dell’ordinamento professionale (sistema di classificazione professionale), una ipotesi di intervento sulle progressioni economiche orizzontali e una rivisitazione delle posizioni organizzative e di responsabilità e incarichi.
Nel complesso la bozza consegnata in seduta è altamente deludente, a partire dal capitolo progressioni economiche, che si presenta con un intento per alcuni aspetti poco chiaro circa il tentativo di conciliare “selettività” delle stesse (improntato alla visione limitativa dell’art. 23 della legge Brunetta, recentemente suffragato da una circolare del MEF sul limite massimo del 50% degli aventi requisito) con una “inclusività” intesa come una non meglio indicata modalità di attenzionamento e riconoscimento anche delle prestazioni “non necessariamente eccellenti”. Quindi, forse, una idea di “spacchettare” in due parti l’istituto in parola con la previsione di esiti (economici e professionali) che andrebbero meglio compresi rispetto ai due percorsi.
Per quanto riguarda l’ordinamento professionale la bozza riconferma le 4 categorie (B, C, D ed EP) impegnandosi ad intervenire più a fondo sulle “declaratorie” di ciascuna categoria al fine di definire meglio le attività previste ed il grado di autonomia all’interno delle stesse oltre ad una rivisitazione delle attuali aree-professionali che, tenuto conto della cambiata “organizzazione del lavoro” in merito ai fenomeni di digitalizzazione, dovrebbe essere estesa ad una ulteriore “area informatica”.
Sulla questione degli “incarichi” e delle “responsabilità” è apparsa molto preoccupante, indipendentemente dalla riconferma di detti istituti, la volontà politica dell’ARAN di proiettare sostanzialmente su queste voci il tema, complesso e sentito, della “valorizzazione professionale” del personale.
Abbiamo espresso, al pari delle altre organizzazioni sindacali, la nostra insoddisfazione relativamente al documento, pur impegnandoci a prenderne visione in maniera più approfondita, considerato il fatto che lo stesso è stato consegnato in seduta e non quindi analizzabile adeguatamente.
In particolare come FLC CGIL abbiamo segnalato la necessità di dare certezza dell’applicabilità di quanto si dovesse concordare al tavolo, partendo dalla constatazione che diversi sono gli aspetti del vigente CCNL che hanno ad oggi incontrato non poche difficoltà applicative e pertanto va valutato, alla luce di ciò, se si ritiene necessario un ulteriore intervento di modifica del Testo Unico del pubblico Impiego teso a dare più ruolo e impulso alla contrattazione sia nazionale che decentrata. Abbiamo inoltre segnalato come nell’ambito di un comparto “Istruzione e ricerca” che annovera circa un milione e duecentomila lavoratrici e lavoratori solo il 5% degli stessi sia “stritolato” da procedure di carriera abnormi (selettività, limitato numero, mancanza di risorse disponibili nei Fondi, interpretazioni di organismi di parte etc.), che di fatto in questi anni hanno determinato un sostanziale blocco di qualsiasi riconoscimento e valorizzazione della professionalità del personale.
Si è poi posto l’accento sulla necessità di aprire quanto prima il confronto su ex lettori e CEL anche tenuto conto del decreto interministeriale sugli ex-lettori che ha creato grande disorientamento negli Atenei. Stessa necessità riguarda la complessa situazione del personale che opera nelle aziende ospedaliere universitarie.
L’ARAN ha preso atto delle considerazioni prodotte al tavolo ed ha assunto l’impegno di prevedere un numero di incontri adeguati alla complessità dei problemi, a partire (salvo conferma) dal prossimo 5 dicembre, dove all’ordine del giorno potrà esserci o la continuazione della discussione su “ordinamento e PEO” o, se nel frattempo fossero disponibili i dati contrattuali ed economici di tutti gli Atenei sulla situazione di ex-lettori e Cel, sulla proposta per una soluzione contrattuale di questa categoria di lavoratrici e lavoratori che tenga conto delle leggi e sentenze oramai consolidate sul loro trattamento economico e la loro definizione professionale.
Da commentare infine il forte “sconcerto” relativamente all’intervento del rappresentante della CRUI (i nostri datori di lavoro) che ha rivendicato la (giusta) necessità di adeguare il finanziamento degli Atenei, che sono in forte difficoltà economica ed ha ricordato i diversi vincoli normativi del personale contrattualizzato rispetto al personale docente dell’università non contrattualizzato, senza per altro manifestare alcun impegno concreto della CRUI nell’ambito del rinnovo contrattuale per provare a modificare l’attuale situazione che vede il personale contrattualizzato dell’università con gli stipendi più bassi del pubblico impiego: francamente troppo poco e deludente, un intervento che ci da anche la misura del grande lavoro che abbiamo di fronte!
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