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Precariato universitario della docenza e della ricerca: le proposte dell’intersindacale universitaria

Pubblicato il documento di sintesi delle proposte sul precariato e sul riordino del pre-ruolo. Le proposte saranno presentate a Camera e Senato nei prossimi giorni.

21/02/2017
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Il 4 febbraio scorso, a Roma, si è tenuto un seminario di approfondimento per presentare e discutere le proposte delle diverse organizzazioni sindacali, della docenza, dei dottorandi e dei precari, nonché degli studenti, in tema di precariato universitario della ricerca e della didattica e di riordino del pre-ruolo. Il confronto tra le organizzazioni proponenti, vivo e partecipato, ha permesso non solo di svolgere una ricognizione quantitativa e qualitativa del fenomeno, ma anche di avviare un percorso di elaborazione di proposte condivise. Al termine dei lavori, le organizzazioni che hanno partecipato hanno licenziato un documento che ribadisce i punti comuni e presenta alcune prime proposte. Nei prossimi giorni si terranno alla Camera e al Senato una serie di audizioni coi gruppi parlamentari ai quali presenteremo le nostre proposte.

Nel frattempo, a fronte del crescente ricorso al lavoro precario, la risposta del governo è stata la cancellazione e il parziale ripristino della DIS-Coll, peraltro con la conferma dell’esclusione di assegnisti e dottorandi. La nostra organizzazione è invece impegnata nel contrasto di un fenomeno da decenni strutturale nei nostri atenei, anche con l’attivazione nelle sedi universitarie di sportelli di consulenza e di sostegno.
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ADI, AIDU, AIPAC, ANDU, ARTeD, CISL Università,  CNU, CONFSAL-CISAPUNI-SNALS, CoNPAss, CRNSU, Federazione UGL Università, FLC CGIL, LINK, RETE29Aprile, SNALS Docenti Università, UDU, UIL RUA

PER SALVARE L'UNIVERSITA' RISOLVERE SUBITO IL DRAMMA DEL PRECARIATO UNIVERSITARIO

Negli ultimi anni nell'Università italiana il numero dei  precari è cresciuto a dismisura (oltre 40.000) ed essi sono stati e sono costretti ad anni e anni di incertezza, di scarsa retribuzione e di subalternità. Gli attuali precari, sparpagliati in una giungla di figure, sono destinati, come coloro che li hanno preceduti, all’espulsione dall’Università. Infatti non si è mai data ai precari una seria possibilità di concorrere a posti di docenza a tempo indeterminato. Insomma, precari “usa e getta”, con i quali tamponare l'emergenza, salvaguardando i sempre più ridotti livelli di ricerca e di didattica nell'Università italiana.

LA SOLUZIONE

Per assicurare all'Università l'indispensabile ricambio generazionale, pena la sua completa desertificazione, e per dare risposte adeguate e immediate alle migliaia di ricercatori precari, è necessario il reclutamento straordinario di almeno 20.000 posti (4.000 all’anno per cinque anni) di RTDb o di terza fascia (RTI), così da riportare il numero dei docenti universitari di ruolo a quello del 2008, avvicinando l’Italia alla media europea nel rapporto tra numero dei docenti/ricercatori e numero degli abitanti.

E' altrettanto indispensabile cancellare la giungla delle attuali figure pre-ruolo, riconoscendo a tutti i pieni diritti di lavoratori, ed è necessario introdurre una nuova figura a tempo determinato di breve durata e con reale autonomia di ricerca. A questa figura devono essere riconosciuti pieni diritti e devono essere assicurati adeguati sbocchi in ruolo.

LE ALTRE URGENZE

Altri provvedimenti urgenti e necessari sono la netta separazione delle procedure del reclutamento in ruolo da quelle relative alle progressioni di carriera, l'introduzione del docente unico, l'abolizione dei punti organico, il superamento dell'ANVUR che sta commissariando l'Università e l'istituzione di una anagrafe nazionale della ricerca.

14 febbraio 2017