La Legge Gelmini e i procedimenti disciplinari: il caso Unicusano
Parte una raccolta di firme a sostegno della ricercatrice sospesa dal lavoro. La FLC scrive al Ministro.
Lo scorso 17 luglio la rivista ROARS pubblica online un articolo, firmato da Alida Clemente e Alessandro Arienzo, intitolato “Cervelli in standby”. La mutazione genetica del ricercatore nell’era delle telematiche, che intendeva aprire una discussione sulla missione delle università telematiche e sui carichi di lavoro suppletivi richiesti ai ricercatori in questi atenei.
A valle di questa pubblicazione, il CdA dell' Università telematica Niccolò Cusano di Roma, ritenendo l’articolo lesivo dell’immagine dell’Ateneo, ha sanzionato Alida Clemente, ricercatrice in ruolo presso la medesima Università, con un provvedimento gravissimo: la sospensione per un mese dal lavoro e dalla retribuzione.
La vicenda è stata resa nota su ROARS in un breve articolo (La libertà di espressione ai tempi della 240/2010) che sottolinea la gravità del caso e il significato che esso assume, alla luce delle novità normative introdotte dalla legge 240/2010 in materia di procedimenti disciplinari , in relazione allo status dei diritti e dei doveri nelle università italiane e, in particolare di quelle telematiche.
Quanto accaduto ha avuto una immediata eco e circolazione ed è scattata subito una richiesta di solidarietà verso la ricercatrice ingiustamente raggiunta dal provvedimento punitivo. Una prima raccolta di firme è in corso per esprimere solidarità ad Alida ma anche chiedere al Ministro Maria Chiara Carrozza la revisione della normativa in materia disciplinare.
La FLC CGIL ha più volte richiamato l'attenzione del MIUR sui rischi delle disposizioni presenti nella 240/2010 in materia di provvedimenti disciplinari. Disposizioni portatrici di quella logica di riorganizzazione della governance universitaria in senso verticista e autoritaria.
Con una lettera del segretario generale della FLC CGIL Domenico Pantaleo chiede al ministro di tutelare la posizione della ricercatrice e di intervenire sulle norme in materia disciplinare nonché di intervenire, come più volte annunciato, sulle criticità del sistema delle università telematiche in Italia, un sistema con potenzialità, competenze e risorse da valorizzare - a partire dai ricercatori che in esso vi operano - ma che deve essere regolato efficacemente.
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Roma, 4 dicembre 2013
Alla Prof.ssa Maria Chiara Carrozza
Ministro Istruzione, Università e Ricerca
sede
Egregio Ministro,
lo scorso 17 luglio la rivista ROARS ha pubblicato online un articolo, firmato da Alida Clemente e Alessandro Arienzo, intitolato “Cervelli in standby. La mutazione genetica del ricercatore nell’era delle telematiche”, che intendeva aprire una discussione sulla missione delle università telematiche e sui carichi di lavoro suppletivi richiesti ai ricercatori in questi atenei.
A valle di questa pubblicazione, il CdA dell ‘Università telematica Niccolò Cusano di Roma, ritenendo l’articolo lesivo dell’immagine dell’Ateneo, ha sanzionato Alida Clemente, ricercatrice in ruolo presso la medesima Università, con un provvedimento gravissimo: la sospensione per un mese dal lavoro e dalla retribuzione. Quanto accaduto alla ricercatrice Alida Clemente di Unicusano costituisce una gravissima violazione del principio costituzionale della libertà di espressione, con risvolti che non sono riducibili solo all’Ateneo romano. Le norme della 240/2010 in materia di governance degli atenei, in particolare sul punto delicato dei Collegi di Disciplina, mostrano profili di inaudita gravità. La FLC CGIL ha da subito avversato questa legge mettendone in evidenza i limiti, le criticità, i pericoli. Abbiamo apprezzato la scelta del Ministro di non proseguire i ricorsi pendenti al Consiglio di Stato circa l’eleggibilità dei membri interni dei consigli di Amministrazione. Le chiediamo ora, con forza, e per il bene dell’Università italiana, di intervenire con urgenza sul tema dei Collegi di Disciplina. E’ necessario che le procedure disciplinari garantiscano una effettiva terzietà di giudizio cosa evidentemente impossibile con l’attuale sistema come dimostra la vergognosa vicenda di Alida Clemente. Come Federazione Lavoratori della conoscenza CGIL siamo già impegnati a contrastare questo palese abuso di potere ma sarebbe sorprendente, a dir poco, se a questo punto non fosse il Ministero a tutelare la posizione della ricercatrice.
Riteniamo infine che debba intervenire, come più volte annunciato, sulle criticità del sistema delle università telematiche in Italia, un sistema con potenzialità, competenze e risorse da valorizzare - a partire dai ricercatori che in esso vi operano - ma che deve essere regolato efficacemente e sottoposto a procedure di valutazione e accreditamento pari a quelle cui devono sottostare tutti gli atenei statali.
Certo del Suo diretto interessamento Le porgo distinti saluti.
Il Segretario generale FLC CGIL
Domenico Pantaleo
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