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Emergenza Coronavirus: università e sospensione delle attività didattiche, come comportarsi

Primi indicazioni e suggerimenti sulla gestione della complessa situazione in relazione al DPCM del 4 marzo 2020. Scheda di approfondimento.

06/03/2020
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La decisione assunta la sera del 4 marzo dal Consiglio dei Ministri di sospendere le attività didattiche fino al 15 marzo in tutte le università (oltre che nei servizi educativi, le scuole di ogni ordine e grado e gli AFAM) non ha precedenti ed è misura dell’emergenza sanitaria presente nel Paese. È infatti una decisione grave, nel quadro di un provvedimento che prevede la sospensione di competizioni sportive, manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura. Il DPCM del 4 marzo 2020 recepisce, tra l’altro, anche raccomandazioni più generali quali astenersi da abbracci e strette di mano, evitare luoghi affollati, mantenere la distanza di almeno 1 metro da altre persone. Leggi il DPCM del 4 marzo 2020.

Emergenza Coronavirus: notizie e provvedimenti

Sono provvedimenti straordinari per limitare la diffusione del virus SARS-CoV-2, per cui non ci sono ancora anticorpi, medicine o vaccinazioni. Come è stato sottolineato in questi giorni, pur non essendo a rischio la grande maggioranza della popolazione, questi provvedimenti sono diretti ad evitare la sua diffusione incontrollata ed un conseguente stress eccessivo alle strutture sanitarie. Per il momento tale sospensione è prevista sino al 15 marzo, ma la logica degli eventi potrebbe render possibile un suo eventuale prolungamento. Il provvedimento del governo, comunque, sospende l’attività didattica delle università, ma non le chiude.

In questa situazione di emergenza, in ogni caso, non è sospeso né il contratto nazionale né il ruolo del sindacato, sia per quanto riguarda la contrattazione e più in generale la vigilanza del rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, sia per quanto riguarda la difesa della funzione pubblica e universale dell’istruzione. Per questo, è importante che in tutti gli atenei (statali e non statali), questa situazione di emergenza sia gestita secondo principi e modalità comuni, cercando di contrastare e contenere quel processo di frammentazione che il sistema universitario ha sviluppato in particolare nell’ultimo decennio.

Per questo, nell’incontro con il MUR e nei prossimi giorni, abbiamo chiesto e continueremo a chiedere la definizione di linee guida nazionali e la loro condivisione anche con le organizzazioni sindacali. E ci attiveremo nello stesso senso anche nei confronti della CRUI.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

Coinvolgimento sindacale

In primo luogo, è importante chiedere ai propri Direttori Generali, come RSU e come OO.SS, incontri urgenti per una condivisione di tutti i provvedimenti e le iniziative poste in essere. In questi incontri e nell’azione sindacale è importante tenere in considerazione e portare all’attenzione dell’amministrazione i problemi e le situazioni di tutte le componenti universitarie (personale tecnico amministrativo, CEL e lettori, precari, appalti, docenti, ecc).

Omogeneità delle disposizioni

Diversamente da quanto avvenuto nelle scorse settimane nelle aree che hanno già previsto sospensioni della didattica, è importante che in tutti gli atenei (statali e non statali) siano disposti provvedimenti omogenei che oltre la sospensione di tutte le attività didattiche previste dal DPCM (lezioni, laboratori, tirocini, seminari, colloqui docenti), prevedano secondo la stessa logica di precauzione la chiusura al pubblico di quelle attività che possano favorire la diffusione del virus: biblioteche, aule informatiche, sale studio, segreterie studenti (favorendo al contrario modalità telematiche o telefoniche), ecc.

Condizioni di lavoro

I servizi amministrativi, le riunioni di commissioni e organismi necessari al funzionamento dell’istituzione, attività istituzionali e di ricerca non sono sospese in questo periodo. In ogni caso, è compito della Direzione Generale e dei responsabili alla sicurezza garantire che tutte queste attività prevedano le opportune misure organizzative volte a proteggere il personale coinvolto (presenza di prodotti igienizzanti, distanza di un metro tra le persone, pulizia degli ambienti, ecc). Le attività di pulizia ed eventuale sanificazione degli spazi universitari devono esser condotte da personale preparato ed equipaggiato con i necessari strumenti individuali di protezione.

Funzionalità delle amministrazioni

Nell’arco del mese di marzo le amministrazioni universitarie sono sottoposte ad importanti scadenze, come performance, trasparenza, anticorruzione, trasmissione telematica dei flussi all’INPS relativi a particolari cod. di assenza, trasmissione delle Certificazioni Uniche (c.d. CU 2020) contenente i dati fiscali e previdenziali relativi alle certificazioni lavoro dipendente, assimilati e assistenza fiscale e alle certificazioni lavoro autonomo, e che vanno necessariamente differite anche alla luce del DPCM del 1 marzo 2020. Trattandosi di scadenze nazionali la proroga dei termini non può che riguardare tutte le università.

Flessibilizzazione dell’orario, riduzione delle attività e lavoro agile

È utile sottolineare l’opportunità di rinviare attività e riunioni non indispensabili, e in ogni caso quelle che non possano svolgersi secondo le condizioni di sicurezza indicate dal DPCM. In questo quadro, nella stessa logica prudenziale del decreto (favorendo il non affollamento di strutture e mezzi pubblici, come il presidio di situazioni personali e familiari) sarebbe importante da una parte adottare soluzioni temporanee di massima flessibilità in ordine all'orario di lavoro (come già sperimentato in alcuni atenei in occasione di particolari emergenze), dall’altro utilizzare tutti gli strumenti possibili per la riduzione di lavoratori e lavoratrici presenti negli Atenei. In questo quadro, è possibile adottare in tutte le situazioni gli strumenti previsti dal DPCM come smart working e lavoro agile (permettendo di svolgere l’attività lavorativa a distanza, dal proprio domicilio). In particolare, è importante che siano adottate con il coinvolgimento delle RSU e delle organizzazioni sindacali, prevedendo eventualmente forme di rotazione del personale e in ogni caso la priorità delle categorie più fragili, secondo le stesse indicazioni ministeriali (personale con figli/e minori, residente in comuni o luoghi più distanti dalla sede di lavoro, che utilizza mezzi pubblici per arrivare al lavoro, personale più anziano, immunodepresso o con precedenti patologie, ecc).

Servizi sanitari e policlinici, corsi di area medica

Una parte della struttura universitaria si trova in prima linea nella gestione dell’emergenza, sia sul lato della ricerca sia anche più direttamente nella gestione di servizi sanitari. Per questi lavoratori e lavoratrici, sottoposti in particolare in alcuni territori a livelli significativi di impegno e di rischio, è importante porre massima attenzione al fine di garantire le maggiori tutele possibili, affinché possano difendere la salute di tutti i cittadini in massima sicurezza. A questo fine, di conseguenza, è utile coordinarsi con la FP CGIL e la sua azione complessiva di tutela degli operatori sanitari. In ogni caso, sempre in coordinamento con FP e Confederazione, dovremo chiedere un piano di assunzioni urgente e uno stanziamento ad hoc per rispondere allo straordinario impegno che tutti gli operatori sanitari coinvolti stanno mettendo in campo per arginare questa emergenza. In questo quadro, infine, è importante tenere presente che il DPCM esclude dalla sospensione didattica i corsi post universitari connessi all’attività sanitaria (specializzazioni, tirocinanti, corsi formazione specifica, ecc): è utile anche qui verificare linee guida omogenee, limitando le attività didattiche che possono esser differite senza pregiudizio delle attività sanitarie e delle tempistiche dei diversi percorsi di studio, oltre che porre attenzione sulle condizioni di lavoro e le dotazioni di sicurezza di questo personale eventualmente coinvolto anche nella gestione dell’emergenza sanitaria.

Didattica a distanza

Tutti gli atenei stanno prevedendo in questi giorni la sostituzione di parte rilevante, se non totale, della propria attività didattica con modalità a distanza (spesso utilizzando piattaforme telematiche per videoconferenze). È importante ricordare che usualmente la didattica a distanza non è la semplice videoregistrazione più o meno in streaming di una normale lezione universitaria: da una parte prevede una specifica progettazione (tenendo conto dell’assenza dell’interazione non verbale e le diversità modalità di relazione di un’ambiente virtuale), dall’altra presenta evidenti limiti nei processi di apprendimento proprio per la loro dimensione individuale e virtuale (tant’è che nelle esperienze di MOOC e atenei telematici sono accompagnate da attività di tutoraggio e continua verifica, con domande e discussioni in chat collettive, per supportare i processi attentivi e attivare quelli di apprendimento relazionale). In questo quadro, considerando una loro temporanea attivazione straordinaria e emergenziale, anche in forma incompleta e parziale, è bene precisare che tutte le attività di didattica a distanza devono esser volontarie (nel quadro della libertà di docenza che caratterizza l’università italiana anche costituzionalmente).

Rinvio scadenze e garanzie per le carriere studenti

A livello nazionale è stata avanzata la richiesta a MI e MUR di rimandare tutte le scadenze ed i processi che coinvolgono il sistema formativo, a partire dalle date previste per la selezione dei corsi TFA per il sostegno ai primi di aprile. La sospensione per alcune settimane, soprattutto se protratta ulteriormente dopo il 15 marzo, deve necessariamente comportare anche la nostra richiesta di un conseguente spostamento di tutte scadenze previste dal calendario accademico o dalle normative relative al diritto allo studio, per tener conto della sospensione senza arrecare pregiudizi agli studenti ed alle loro carriere.