Che fine ha fatto l'annunciato DDL Gelmini sull'Università?
Giunti all'ennesima bozza informale, del DDL non si hanno più notizie certe
Da mesi ormai circolano innumerevoli bozze del DDL in gestazione presso il Miur, che contiene nuove norme per il governo degli Atenei e la delega al Governo per la modifica delle regole del reclutamento di docenti e ricercatori. Nel corso di un incontro tenutosi a maggio, il Miur aveva illustrato a voce alle OO.SS. il probabile contenuto del DDL, senza consegnare documenti scritti perché ancora in fase di elaborazione, e aveva rivolto la singolare richiesta di ricevere in cambio dalle OO.SS. osservazioni scritte sul provvedimento. Richiesta ovviamente non accolta, poiché appare quanto meno poco sostenibile formulare giudizi scritti su un testo ancora in elaborazione. La presentazione del DDL al Consiglio dei Ministri era annunciata per fine maggio; a quella data, il Ministro ha fatto sapere che il provvedimento sarebbe stato presentato dopo le elezioni, per non turbare il sereno svolgimento della campagna elettorale (?).
A più riprese, è giunta notizia che il DDL era alla vigilia della presentazione, ma giugno è ormai trascorso e nulla è accaduto. Che fine ha fatto Baby Jane?, per parafrasare il titolo di un vecchio film. Premesso che non abbiamo alcuna fretta di confrontarci con un provvedimento che, nei testi in circolazione, presenta forti criticità su molti versanti, è lecito osservare che all’attivismo del Ministro sulla Scuola fa da pendant un silenzio quasi completo sull’Università (per non dire della Ricerca).
Le ipotesi sulla mancata presentazione del DDL a questo punto potrebbero essere due: o una valutazione di opportunità dei tempi, nel senso di evitare di aggiungere problemi sull’Università in una fase di Governo già delicata, in cui, nonostante la martellante campagna di stampa volta a demolire la credibilità del sistema universitario, da più parti cominciano ad affacciarsi preoccupazioni per il suo futuro (meglio tardi che mai); o, forse, e più probabilmente, l’opportunità di posporre la presentazione del provvedimento alla presentazione del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, in modo da evitare di creare discussioni sul finanziamento dell’Università, confermando in questo modo i tagli della Legge 133 che decorrono in modo pesante dal 2010.
Come diceva un politico famoso per la sua accortezza, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina.
Roma, 26 giugno 2009
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