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AFAM: incontro del 31 marzo con il Ministero su DPR programmazione, sviluppo e reclutamento

Recuperate alcune storture ma la partitura rimane stonata.

03/04/2008
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Il 31 marzo u.s. si è tenuto l’incontro tra il Sottosegretario on.le Dalla Chiesa, il Direttore Generale dott. Civello e le Organizzazioni Sindacali rappresentative del comparto AFAM per l’informativa sulla stesura proposta in versione definitiva del DPR su programmazione, sviluppo e reclutamento.
Poiché il dibattito si trascina ormai da più di un anno, la FLC ha avuto l’occasione e il modo per rappresentare puntualmente le proprie posizioni critiche nelle diverse occasioni di confronto, ufficializzandole anche con lettera al Ministro.

La FLC, pur apprezzando il fatto che alcune osservazioni sono state assunte, conferma la propria contrarietà a che quel testo sia licenziato e intraprenda la strada per la validazione. Il DPR in questione è troppo importante e determinante per il futuro del sistema per assumerlo con la logica del “meglio una parte del tutto”!

Dopo nove anni dall’approvazione della legge e dopo il tanto lavoro di elaborazione, sperimentazione, approfondimento e altro ancora, la FLC ritiene che il profilo che si intende disegnare per l’intero sistema debba essere di alto livello, che lo sviluppo sia coerentemente definito e che il reclutamento della docenza debba essere di totale analogia a quello universitario.

Se così non è, lo spirito della 508 viene stravolto, non è credibile sostenere che, a riforma compiuta, l’AFAM sarà un sistema parallelo e di pari dignità e livello con l’università, come è già avvenuto nel resto d’Europa e come stabilisce l’art. 33 della nostra Costituzione. E per questo rimane viva la contrarietà.
Inoltre la FLC ritiene che, per quanto riguarda la risoluzione del precariato, la materia vada affrontata con apposita vertenza in applicazione della Legge Finanziaria in vigore e non è disponibile a lasciare che la problematica sia affrontata dentro al DPR, tenuto conto che i tempi di approvazione dello stesso sono di lunga scadenza. Sarebbe tempo perso inutilmente e un cattivo servizio ai tanti docenti precari che da anni “reggono” la didattica senza aver avuto giusta soddisfazione dei diritti maturati.

Roma, 3 aprile 2008