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Versamento IVA: emanato il decreto del Mef

Le scuole obbligate a fare due operazioni per la stessa fattura. Si versa l’Iva all’erario e al fornitore si paga l’imponibile. Per la FLC è l’ennesima molestia.

03/02/2015
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In conseguenza del Decreto del Mef del 23 gennaio 2015 anche le scuole saranno costrette a provvedere a versare l’IVA allo Stato, al momento della ricezione della fattura o del pagamento dei corrispettivi relativi alla cessione di beni o alla prestazione dei servizi (esigibilità dell’imposta), scegliendo fra le modalità indicate dal decreto del MEF:

a) con un distinto versamento dell’IVA dovuta per ciascuna fattura la cui imposta è divenuta esigibile oppure considerando tutte le fatture per le quali l’imposta è divenuta esigibile in tale giorno;

b) con un versamento cumulativo dell’IVA dovuta, entro il giorno 16 di ciascun mese, considerando tutte le fatture per le quali l’imposta è divenuta esigibile nel mese precedente.

Il versamento deve essere effettuato utilizzando un apposito codice tributo tramite modello F24 Enti pubblici.

I soggetti passivi dell’IVA che forniscono beni e servizi alle scuole sono tenuti a riportare nella fattura l’annotazione “scissione dei pagamenti”.

La norma si applica a tutte le operazioni per le quali è emessa fattura a partire dal primo gennaio 2015. Fino all’adeguamento dei processi e dei sistemi informativi relativi alla gestione amministrativo contabile (non oltre il 31 marzo 2015) saranno accantonate le somme necessarie per il versamento dell’IVA, da effettuarsi comunque entro il 16 aprile 2015.

Le richieste della FLC

Avevamo chiesto che il comma 629 della legge di stabilità 2015, che  prescrive che l’IVA debba essere direttamente versata all’erario da parte delle pubbliche amministrazione, non fosse applicato alle scuole.

Avevamo sostenuto che l’obbligo di pagare direttamente allo stato l’IVA su tutte la fatture emesse dai fornitori sarebbe stato un ennesimo adempimento che avrebbe costretto le scuole, anche per operazioni di  acquisti di beni e servizi di scarso valore monetario, a fare diverse moleste operazioni e avevamo immediatamente chiesto un chiarimento al MIUR.

Il MEF ha invece emanato il decreto applicativo previsto dalla legge di stabilità senza prevedere alcuna limitazione dei soggetti pubblici obbligati.

Purtroppo si allunga l’elenco delle “molestie” burocratiche per le scuole che continuano a subire l’estensione, senza alcuna utilità effettiva, delle norme pensate  per ben altri livelli di utilizzo di risorse finanziarie. Noi non rinunciamo però a cercare di preservare il lavoro delle segreterie nelle scuole  dagli adempimenti estranei all’erogazione del servizio di educazione e istruzione e insisteremo per un cambiamento della norma.

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