Spending review: salviamo la scuola e le istituzioni scolastiche italiane all'estero
Il DL 95/12 prevede una drastica riduzione dei comandati presso la Farnesina, che se dovesse essere confermata ridurrebbe la scuola italiana all’estero a mera testimonianza.
Evidentemente per questo governo la scuola italiana all'estero, complessivamente intesa, non è una risorsa e un bene comune da tutelare e su cui investire, ma una fonte di spreco da tagliare. Le disposizioni contenute nei commi 11 e 12 dell'art. 14 del Decreto Legge, n. 95 del governo colpiscono in maniera inequivocabile il nostro sistema di istruzione pubblico all'estero.
La riduzione drastica del 40% del contingente, se dovesse essere confermata in sede di conversione legislativa del decreto legge, comprometterebbe seriamente il futuro della scuola e delle istituzioni scolastiche pubbliche italiane all'estero relegandole nella migliore delle ipotesi ad un sorta di mera testimonianza e condannandole inesorabilmente ad una deriva privatistica senza precedenti e senza regole.
Ci troviamo di fronte, quindi, a scelte politiche ben precise che hanno il solo scopo di fare cassa. Altro che spending review! Ancora una volta questo governo, in perfetto continuismo con la politica tremontiana dei tagli, rinuncia ad intervenire sugli sprechi, sulle rendite di posizione, sui privilegi a carico dei contribuenti, infierendo sui servizi essenziali, quali l'istruzione, la sanità e la ricerca.
A ben guardare una riduzione così drastica degli interventi è destinata nell'immediato futuro a compromettere seriamente tutta la nostra politica culturale e con essa la diffusione e la promozione della lingua e cultura italiana nel mondo fin qui costruita che proprio sull'intervento pubblico nelle scuole e nelle istituzioni scolastiche italiane all'estero ha il suo asse strategico.
Non solo! Gli stessi cittadini italiani residenti all'estero vedrebbero drasticamente ridotto e inevitabilmente compromesso un servizio pubblico di qualità che in tutti questi anni ha rappresentato il vero legame con la lingua, la cultura e la storia del loro paese d'origine.
L'intera operazione rappresenta l'esaltazione di quella miopia politica di stampo neoliberista che caratterizza fortemente questo governo tecnico e che fa presagire la privatizzazione dei grandi sistemi pubblici quale l'istruzione, la ricerca e la sanità privando appunti i cittadini di quei servizi fondamentali garantiti dal dettato costituzionale.
Chi pensa di ricavare qualche piccolo beneficio di nicchia dallo smantellamento del sistema di istruzione pubblico italiano all'estero si sbaglia di grosso! Rinunciare ad un governace pubblica del sistema rivolto a tutti significa affidarsi alla sola logica mercatistica del servizio privandone gran parte dei nostri connazionali residenti all'estero.
Per la FLC CGIL la scuola italiana pubblica all'estero, complessivamente intesa, rappresenta e deve continuare a rappresentare l'asse strategico su cui rifondare la nostra presenza e la nostra politica culturale nel mondo intesa non solo come servizio pubblico ai nostri connazionali residenti all'estero ma come volano indispensabile per un rilancio della nostra economia sui mercati internazionali. Da qui il nostro impegno di contrastare il disegno del governo anche attraverso il ricorso ad emendamenti specifici, da presentare in Parlamento in occasione della conversione in legge del Decreto stesso, per chiedere la cancellazione o le opportune modifiche dei commi 11 e 12 dell'art. 14.
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