Scuola. Per l’utilizzo improprio dei cellulari oltre a gravi sanzioni disciplinari si rischiano multe fino a 30.000 euro
Una nuova Direttiva, n. 104 del 30 novembre 2007, del Ministro Fioroni detta ulteriori linee di indirizzo per arginare la divulgazione da parte degli studenti di immagini e filmati effettuati con i cellulari o altri strumenti di videoregistrazione dentro le scuole
Con la nuova Direttiva del 30 novembre 2007 il Ministro Fioroni torna ad occuparsi dell’uso improprio che gli studenti fanno delle immagini riprese con il cellulari o con altri mezzi di registrazione. Il dilagare del fenomeno continua ad essere al centro delle cronache giornalistiche ed è sicuramente preoccupanterilevare come dietro alle denunce di fatti così gravi ci siano ragazze e ragazzi sempre più giovani.
Già in occasione della prima Direttiva sull’utilizzo cellulari a scuola ci siamo interrogati sull’efficacia di misure esclusivamente punitive messe in campo dal Ministro della Pubblica Istruzione per affrontare la questione. Pur convenendo sulla necessità di affrontare una situazione che viola pesantemente le più normali regole della privacy (soprattutto a spese delle persone più deboli sia fisicamente che, molto spesso, culturalmente),continuiamo a ritenere che le sole sanzioni disciplinari - ed oggi anche pecuniarie - o gli annunciati piani di formazione per Dirigenti Scolastici e Docenti (!) non possono annullare questi fenomeni che non nascono a scuola ma sono diffusi purtroppo in tutta la nostra società.
Quello che il Ministro sembra proprio non vedere è che alla scuola si chiede sempre più di farsi carico di fenomeni sociali ai quali una istituzione scolastica non può - e non deve - fare fronte da sola. Occorre definire attentamente gli ambiti di intervento di ogni soggetto che ha la responsabilità dei nostri giovani, di cui la scuola è solo uno. È l’intera società che deve prendersi il carico dei giovani, del loro malessere e del loro futuro; insieme alla scuola c’è la famiglia, la politica e tutta la società. Per acquisire risultati positivi servono scelte coraggiose e condivise utili a costruire sinergie nel rispetto delle reciproche competenze e responsabilità.
La scuola, può fare molto, ma non tutto! E la scuola pubblica è sempre più povera, cambiano i Governi ma sulla Conoscenza si continua a non investire.
Sono anni che vengono decurtate risorse sia umane che economiche a fronte di carichi di lavoro sempre più numerosi che costringono i lavoratori della scuola, ma anchegli studenti, a misurarsi con quel poco che si ha, rischiando di veder scivolare sempre più in basso il nostro Paese nelle graduatorie europee ed internazionali ad ogni nuova indagine sui sistemi scolastici e formativi.
Non è che non ci convinca quanto detta la nuova Direttiva del Ministro che, in sostanza,riprende quanto previsto dalla Legge sulla Privacy in materia di diffusione dei dati personali, che è regolata da norme specifiche che noi condividiamo.
La Direttiva inoltre invita le scuole a conformare i propri regolamenti in modo da individuare le sanzioni più appropriate da irrogare agli studenti che violano il diritto alla protezione dei dati personali dentro le scuole. Siamo convinti che questi gravi fenomeni vadano contrastati con misure severe, ma siamo altrettanto convinti che le sole misure punitive non sono risolutive. Ci vuole molto altro per creare un ambiente scolastico (e sociale) dove il protagonismo di ciascuno si manifesti attraverso pratiche di democrazia di cui la convivenza civile ed il reciproco rispetto sono due aspetti importanti. Ci piacerebbe che il Ministro mostrasse un impegno uguale a quello che mette nella stesura delle sue numerose Direttive (punitive) per sostenere con azioni concrete un serio sviluppo della scuola pubblica, della sua autonomia didattica, organizzativa e di ricerca.
Roma, 4 dicembre 2007
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