
Scuola: dalla ricerca internazionale PIRLS l’Italia risulta al sesto posto nella comprensione della lettura
Lo studio internazionale sulla comprensione della lettura da parte dei bambini di nove anni (in Italia ICONA) indica che su questo versante la scuola italiana è tra le migliori al mondo.


“La lettura è una delle abilità più importanti che gli studenti acquisiscono nei primi anni scolastici. E’ fondamentale per l’apprendimento delle altre discipline e può essere utilizzata sia per un accrescimento individuale sia per godimento personale….”
Così si apre la sintesi, curata dall’Invalsi, sulla ricerca
PIRLS 2006
(
Progress in
International
Reading
Literacy
Study) (in Italia
ICONA:
Indagine sulla
COmprensione della lettura dei bambini di
Nove
Anni),diffusa nel mese di novembre 2007 negli Usa. La ricerca ha riguardato 40 paesi, di cui 13 hanno partecipano per la prima volta alla rilevazione.
L’analisi approfondita dei dati sarà pubblicata dall’Invalsi nel Rapporto nazionale che verrà pubblicato nel 2008.
La popolazione presa in considerazione per valutare il grado di comprensione della lettura corrisponde, per tutti i paesi presi in esame, alla fascia di età di nove anni che, per l’italia, si riferisce alle bambine e ai bambini che frequentano la quarta classe della scuola elementare. E’ questa, infatti, la fascia di età in cui si comincia a passare dall’imparare a leggere ad una lettura finalizzata all’apprendimento; questi dati, inoltre, vengono analizzati anche per altre ricerche, come PISA , che misura le competenze in scienze, matematica e lettura dei ragazzi di 15 anni e delle quali si è molto parlato in queste settimane , anche perché il nostro paese non ne esce bene.
Il concetto di lettura viene definito dal Pirls come l’abilità di capire ed utilizzare il linguaggio in tutte le sue forme: sia nella società, cioè leggere per apprendere e, quindi, avere strumenti per poter interagire con gli altri, sia come piacere personale. La ricerca PIRLS per valutare il livello della competenza dei bambini ha preso in esame:
-
i processi di comprensione;
-
gli scopi della lettura;
-
gli atteggiamenti e le pratiche di lettura.
Ciascuno di questi aspetti è stato valutato attraverso alcuni processi di comprensione della lettura quali il saper ricavare informazioni già esplicitate nel testo, trarre delle conclusioni semplici, interpretare le informazioni e i concetti espressi nel testo, comprendere criticamente il testo, cioè analizzarne e valutarne il contenuto, attraverso le conoscenza personali.
Nella fascia di età presa in considerazione dalla ricerca, la lettura trova una sua precisa dimensione nella scuola (luogo privilegiato per sviluppare le abilità; peraltro, è da sottolineare come i risultati del PIRLS evidenzino che i bambini che hanno frequentato la scuola dell’infanzia sono quelli che fanno registrare le migliori prestazioni) e nell’ambito familiare (dove è fondamentale promuovere fin dalla più tenera età azioni positive nei confronti dei testi scritti). Lo studio si sofferma anche su altri aspetti che influiscono sull’abilità di comprendere la lettura quali la comunità più ampia nella quale il bambino vive e le scelte che la politica opera nel campo dell’educazione e dell’istruzione.
La ricerca oltre ad utilizzare strumenti come i questionari e le prove di lettura, offre un quadro generale dei contesti di tutti i paesi coinvolti nella ricerca, sia dal punto di vista demografico, che socio-economico nonché dei sistemi educativi, con particolare riguardo alle scelte relative all’insegnamento della lettura.
Da tutte le prove somministrate per valutare il livello di capacità e comprensione della lettura dei bambini di nove anni, il nostro paese è risultato al sesto posto, migliorando la posizione della precedente ricerca del 2001, confermando così che la nostra scuola elementare continua ad essere in cima alle classifiche che mettono a confronto i diversi sistemi di istruzione a livello internazionale. E se da una parte questo dato ci gratifica e ci stimola a migliorare i nostri standard nella scuola primaria, dall’altra ci ripropone la questione di una scuola che dai 12/13 anni in su perde in abilità e competenze e di conseguenza in competitività nei confronti degli altri sistemi di istruzione in Europa e nel Mondo.
Occorre che il nostro paese operi finalmente nuove e diverse scelte di politica scolastica, che investa nella formazione dei docenti, nelle risorse umane e finanziarie e nelle strutture. La politica deve dare risposte di qualità ai nostri giovani, a partire dal diritto ad avere una scuola di qualità.
Roma, 11 dicembre 2007
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