Riordino della Legge 153. Ancora un no delle OO.SS. alla privatizzazione assistita
In occasione dell’assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), tenuta a Roma il 10 luglio u.s., le OO.SS. della scuola hanno ribadito il loro no alla bozza di ddl predisposto dal MAE – DGIEPM che intende privatizzare totalmente i corsi di lingua e cultura italiana di cui alla L.153/71 e al D.Lgs. 19 maggio 1994, n. 297, Capo IV artt. 636-638
In occasione dell’assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), tenuta a Roma il 10 luglio u.s., le OO.SS. della scuola hanno ribadito il loro no alla bozza di ddl predisposto dal MAE – DGIEPM che intende privatizzare totalmente i corsi di lingua e cultura italiana di cui alla L.153/71 e al D.Lgs. 19 maggio 1994, n. 297, Capo IV artt. 636-638.
Dopo le relazioni del Ministro degli Esteri, on.le Frattini e del Ministro degli Italiani nel mondo, on.le Tremaglia, il responsabile della Commissione cultura del CGIE, Tassello, ha illustrato le valutazioni della commissione scuola del CGIE sul disegno di revisione della legge 153/71, riprendendo alcune considerazioni illustrate dalle OO.SS. nell’audizione dell’8 luglio e presenti nel documento unitario, giudicandolo un documento provvisorio che presenta luci ed ombre; a parere del CGIE è ancora necessario scavare ulteriormente per poter avere un testo definitivo.
Tra gli altri sono intervenuti anche i rappresentanti dei sindacati scuola di CGIL,CISL,UIL e SNALS, che, nel confermare il giudizio negativo espresso nel documento unitario, hanno affermato la centralità dell’intervento pubblico e statale nelle iniziative linguistico-culturali a favore delle nostre comunità nel mondo.
Nel proprio intervento, il rappresentante della CGIL scuola, in coerenza con lo spirito unitario del documento, ha precisato che la riforma dei corsi di lingua e cultura deve essere ricondotta nell’alveo di una riforma organica dell'intero settore scolastico italiano all'estero che, partendo dalla centralità dell’intervento pubblico, tenga conto delle varie modalità delle iniziative nelle diverse realtà realizzando così un sistema integrato con regole precise e puntuali.
La bozza di ddl presentata dal MAE rappresenta, invece, il tentativo spregiudicato di privatizzare un segmento formativo, quello dell’intervento statale, che in questi anni, pur rappresentando il 10% circa degli interventi, ha prodotto risultati positivi sia sul piano della qualità che delle relazioni con i sistemi scolastici dei paesi ospitanti. E’ da questi risultati che bisogna ripartire e rilanciare l’iniziativa pubblica tenendo a mente e rimodellandola sulla base delle novità introdotte nel nostro ordinamento con l’autonomia scolastica e la legge di parità. Il sistema dei corsi di lingua e cultura deve entrare a pieno titolo nel nostro sistema nazionale di istruzione nel rispetto di un quadro complessivo regole. Lo Stato non può abdicare dai sui compiti costituzionalmente definiti!
La privatizzazione assistita, paventata nella bozza del ddl, è una irresponsabile fuga in avanti che rischia di collocare al di fuori del nostro ordinamento le iniziative linguistico-culturali a favore delle nostre comunità all’estero con danni irreversibili per la stessa qualità del servizio. Un sistema estraneo al nostro ordinamento, inoltre, allontanerebbe ancora di più i nostri connazionali all’estero dai valori e dalla cultura del nostro Paese con ripercussioni negative anche sul piano della politica estera.
In attesa di un riordino del sistema, per riqualificare i corsi di lingua e cultura sono indispensabili almeno tre interventi: la piena affermazione dell’autonomia scolastica alle istituzioni, la concreta applicazione della legge di parità e la definizione, entro una cornice quadro, dei diritti e dei doveri del personale dipendente. Agli enti gestori, deve essere posto l’obbligo di applicare i contratti di lavoro di riferimento pena la revoca del beneficio economico concesso dallo Stato.
In attesa di una evoluzione del dibattito sulla materia CGIL-CISL-UIL e SNALS sono impegnate affinché il disegno governativo di privatizzazione venga sconfitto.
Roma, 16 luglio 2003
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