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Quale soluzione al problema del precariato?

Precarietà è oggi la realtà senza speranza di circa 200 mila lavoratori della scuola, precarizzazione è il processo in corso nel mondo del lavoro, finalizzato a ridurre le garanzie per i lavoratori e il loro potere di contrattazione.

25/01/2005
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Precarietà è oggi la realtà senza speranza di circa 200 mila lavoratori della scuola, precarizzazione è il processo in corso nel mondo del lavoro, finalizzato a ridurre le garanzie per i lavoratori e il loro potere di contrattazione.
Lo diciamo, inascoltati, insieme al variegato mondo dei precari, da molto tempo, indicando gli effetti negativi che una tale condizione induce sui diritti delle persone e sulla qualità della scuola.
Noi siamo profondamente convinti dell’alto valore sociale dei lavori che si svolgono nella scuola, ne rivendichiamo la professionalità, l’autonomia e la tutela.
Molti gli attacchi, dall’attuale governo, che in forma diretta o indiretta, colpiscono in prima persona i precari, e hanno una pesante ricaduta anche sulla qualità della scuola: la chiamata diretta, l’esternalizzazione, lo stato giuridico, la gerarchizzazione, i tagli di organico.
Grande la devastazione apportata al sistema del reclutamento con i continui cambiamenti introdotti nel quadro delle regole.

Di tutto questo i precari, docenti e ATA, fanno le spese in continuazione, costretti a fare i conti con il tempo che passa, con un futuro incerto, con i conflitti permanenti, con una speranza che appare sempre più impossibile.

E’ curioso, ma comunque sempre ben accetto, che dalle fila di questa stessa maggioranza, giungano considerazioni sul precariato della scuola del tipo “un problema sociale drammatico”, “una piaga per la scuola”(dichiarazione dell’on. Valditara, AN).
Prendiamo questo come un segnale di consapevolezza che richiede atti conseguenti, che il sen Valditara individua nella sua proposta di assunzione di 90 mila precari subito e di un piano pluriennale per gli altri rimandando di 5 anni la ricostruzione carriera.

Alcune considerazioni:

  • La proposta di un senatore ha un valore puramente politico e non impegna nessuno, né governo, né Parlamento

  • La proposta viene lanciata ai precari, ma quale libertà di scelta ha, chi è sottoposto al ricatto della garanzia del posto di lavoro? I diritti, infatti, per essere esigibili, hanno bisogno, a monte, di una regolamentazione, legislativa o contrattuale, che sostenga le rivendicazioni dei singoli che, deboli e ricattabili non avrebbero la forza per imporli.

  • Molti precari, in risposta, rivendicano la propria dignità di cittadini e lavoratori, altri ritengono, legittimamente, che valga il detto “meglio un uovo oggi che una gallina domani”

  • Il 4 giugno 2004 venne approvata la legge 143 che comprendeva un piano pluriennale di nomine in ruolo per ricoprire tutti i posti vacanti e demandava alla legge finanziaria la copertura economica di tale articolo

  • La legge finanziaria 2005 non stanzia neanche un euro per il piano pluriennale di assunzioni, fa invece tagli e razionalizzazioni alla spesa sociale, aumenta le spese militari e opera una “rivoluzionaria” riduzione fiscale. Questa la volontà politica espressa in Parlamento da questa maggioranza

  • Oggi, come in un gioco della parti, l’on. Valditara, che è parte di questa maggioranza e che ha certamente approvato la legge finanziaria, scopre che le economie dello Stato vanno male, che non ci sono i soldi per immettere in ruolo i docenti precari, che bisogna risparmiare e si erge a tutela della stabilizzazione dei precari scaricando i costi su un futuro governo, che potrebbe anche essere diverso dall’attuale. Non risulta che l’on. Valditara abbia condotto la sua battaglia in Parlamento durante la discussione della legge finanziaria!

Tutto questo appare dunque molto poco serio, soprattutto se giocato con tale ambiguità.
Gli impegni politici di una maggioranza che governa non possono mai essere disgiunti dagli impegni economici che danno esecutività agli impegni politici. Questa può essere la sola proposta seria da fare ai precari!

Roma, 25 gennaio 2005

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