Il piano del Ministro Valditara sul sostegno: conferma dei docenti su richiesta delle famiglie
Una proposta inaccettabile, inadeguata e demagogica
Dal recente report condotto dall’ISTAT sul sostegno agli alunni con disabilità, è emerso un quadro piuttosto a chiaroscuri per quanto riguarda l’inclusione scolastica nel nostro Paese.
La FLC CGIL denuncia da tempo le tante criticità che inficiano il processo di inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità e che consolidano su questo settore un livello inaccettabile di precarietà.
“A richiesta dei genitori se sono soddisfatti di come il docente si è rapportato con il giovane con disabilità, il docente può restare accanto allo studente per tre anni” così il Ministro Valditara annunciando una norma da presentare in Consiglio dei ministri anticipa come intende risolvere il problema della mancata continuità sui posti di sostegno.
Tale proposta rende manifesta la totale inadeguatezza e incapacità del ministero di garantire stabilità e continuità agli organici di sostegno.
Per la FLC CGIL, occorre, al contrario, una proposta seria e sostenibile che valorizzi il modello di inclusione della scuola italiana stabilizzando i docenti di sostegno e riconoscendone il ruolo fondamentale. L’attuale assetto di strumenti e pratiche che garantiscono l’inclusione di tutte le alunne e gli alunni nelle scuole italiane è il frutto di un percorso lungo e complesso, che oggi garantisce “una scuola per tutti” fondata sui principi di non discriminazione e accesso universale.
Nonostante tale percorso virtuoso, in Italia sono mancate politiche serie di programmazione e investimento sugli organici di sostegno come denunciato instancabilmente dalla FLC CGIL e come anche i numeri dimostrano.
A partire proprio dal numero delle alunne/i con disabilità che nelle nostre scuole negli ultimi dieci anni è in costante crescita: sono 207.244 nell’anno scolastico 2013/2014 e arrivano a 311.201 nel 2023/2024.
Secondo la nostra elaborazione quindi abbiamo autorizzato un posto in organico di diritto ogni 2,47 alunni, il resto è coperto con oltre 100.000 posti in deroga autorizzati ogni anno.
Nell’anno scolastico in corso a fronte dei 99.032 posti a tempo indeterminato, sono stati autorizzati 117.080 posti a tempo determinato: 1 docente di sostegno su 2 è precario!
Per rendere la continuità didattica davvero esigibile, andando al di là di vuoti slogan demagogici, è necessaria:
- la progressiva stabilizzazione dei posti in deroga
- l’implementazione dell’offerta formativa dei percorsi di specializzazione, favorendone l’accesso e adeguandola al fabbisogno regionale.
La FLC CGIL, inoltre, ritiene fondamentale la proroga delle assunzioni da GPS I fascia sostegno in quanto dall’anno 2020/2021 la parte consistente delle assunzioni in ruolo è proprio quella proveniente dalle nomine da GPS.
Come abbiamo visto, i dati sulle supplenze di sostegno attivate con contratti al 30 giugno sono particolarmente allarmanti, perché dimostrano come in questo settore si concentri un fortissimo abuso di lavoro precario.
Questo fenomeno impatta drammaticamente sull’avvio dell’anno scolastico e sul processo di inclusione, poiché da una parte un sistema nel quale ogni anno oltre 100.000 cattedre vengono assegnate con contratti a termine determina procedure lunghe e complesse di attribuzione, dall’altra la mancanza di continuità didattica non può che inficiare il percorso inclusivo.
La FLC CGIL da anni chiede con forza che, attraverso investimenti dedicati e un piano quadriennale di assunzioni, vengano stabilizzati almeno 80 mila docenti di sostegno specializzati, portando il rapporto docenti/alunni da uno ogni 2,47 a uno ogni 1,5.
A tal fine, i percorsi di specializzazione devono consentire la formazione di almeno 25.000 docenti per ciascuno degli anni 2024/2025, 2025/2026, 2026/2027, 2027/2028, favorendo l’accesso a partire la riduzione dei costi a carico dei partecipanti.
A fronte di tutto questo, il Ministero avanza una proposta, peraltro mutuata dalla Legge 107/2015, che garantirebbe solo la continuità del lavoro precario, che andrebbe a smantellare il sistema di reclutamento attraverso le graduatorie basato sulla trasparenza e su regole certe per sostituirlo con un sistema clientelare soggetto a vincoli e consensi in netto contrasto con i principi di laicità trasparenza e pluralismo sanciti dalla nostra Costituzione.
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