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Percorsi ad indirizzo musicale nella secondaria di I grado: il nuovo ordinamento in vigore dall’anno scolastico 2023/24

Emanato un nuovo decreto interministeriale. Sostanzialmente salvaguardata l’identità di percorsi che hanno avuto negli anni scorsi un grande sviluppo.

12/09/2022
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È stato registrato dalla Corte dei Conte il decreto interministeriale 176 del 1° luglio 2022 concernente la disciplina dei percorsi a indirizzo musicale delle scuole secondarie di primo grado.

Scheda di approfondimento

Il decreto che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, entrerà in vigore a decorrere dal 1° settembre 2023/24 per le classi prime, per estendersi progressivamente alle classi successive. Contestualmente va ad esaurimento l’ordinamento previsto dal Decreto Ministeriale 201/99. A decorrere dall’a.s. 2025/26 a tutte le classi del triennio si applicheranno le disposizioni D.I.176/22.

Entro l’anno scolastico in corso, le scuole con corsi ad indirizzo musicale dovranno adottare uno specifico regolamento sul funzionamento dei nuovi percorsi sulla base delle disposizioni previste dal Decreto.

I contenuti del D.I. 176/22 sono accompagnati dalla nota 22536 del 5 settembre 2022 che ne sintetizza i principali contenuti. Qui la scheda di approfondimento della FLC

Commento

In premessa, occorre ricordare come l’entrata in ordinamento dei corsi ad indirizzo musicale nella scuola secondaria di I grado (ex scuola media) rappresenta l’investimento più imponente che lo Stato abbia mai fatto per la diffusione del linguaggio musicale nella scuola italiana e che ha un solo precedente: il raddoppio delle ore di educazione musicale con la Legge 348/77.

Dal 1999 quando la legge 124/99 ha reso ordinamentale l’indirizzo musicale, i corsi si sono quadruplicati segno tangibile di una straordinaria capacità di questa offerta formativa di intercettare il bisogno di fare musica in prima persona da parte di tante ragazze e tanti ragazzi.

La grande espansione di questi corsi è stata determinata da scelte di carattere pedagogico che hanno rappresentato una rottura rispetto alla tradizionale cultura dell’insegnamento musicale e strumentale del nostro Paese. Come è noto infatti quella tradizione era caratterizzata dai seguenti elementi

  • lo scollamento dell’attività strumentale dalle attività curricolari e, più in generale, dalla cultura non musicale;
  • il predominio assoluto dell’attività solistica rispetto alla pratica della musica d’insieme;
  • la pratica della “Pedagogia dell’autoduplicazione” e del “Metodo dell’osmosi”, ossia la trasmissione del bagaglio di abilità da parte del docente all’allievo “effettuata attraverso copia e ripetizione in forma lineare, non problematica”. Naturalmente, in quest’ottica, discipline come la psicologia, la metodologia, la sociologia, ecc. apparivano del tutto superflue;
  • l’attività di teoria e solfeggio ridotta all’apprendimento astratto della semiografia musicale.

Salutiamo positivamente il fatto che lo schema di decreto applicativo del l’art. 12 del D. Lgs. 60/17 mantenga l’impostazione pedagogica che si è sviluppata negli ultimi vent’anni. In particolare consideriamo positivi:

  • il richiamo all’integrazione dell’insegnamento dello strumento musicale con la disciplina di musica (art. 1 comma 2)
  • la conferma che i percorsi a indirizzo musicale presuppongono la piena collaborazione e un elevato grado di co-progettazione tra docenti di Musica e quelli di Strumento
  • la coerenza con le Indicazioni Nazionali per curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.

Si tratta di richiami che forniscono chiare indicazioni anche di carattere organizzativo rispetto alla necessità di rendere il più possibile unitari i percorsi ad indirizzo musicale.

Al tempo stesso riteniamo che il Ministero debba promuovere un percorso di partecipazione e condivisione che veda protagonisti tutti coloro che operano quotidianamente nelle SMIM.

Molte proposte avanzate dalla FLC in fase di confronto con il Ministero sono state accolte compreso il pieno rispetto di quanto previsto dalla contrattazione collettiva. Manca, tuttavia, quel forte raccordo con i Licei Musicali che rappresenterebbe un vero cambio di passo rispetto all’attuale configurazione dell’insegnamento dello strumento musicale nell’ambito del sistema di istruzione.

Riteniamo infine, che sia oltremodo necessario a cinque anni di distanza dalla sua emanazione, un primo bilancio del D. Lgs. 60/17. A parere della FLC CGIL si tratta di un magro bilancio soprattutto perché l’obiettivo dichiarato da quel provvedimento, ossia la pari dignità del sapere artistico rispetto agli altri saperi nella formazione dei ragazzi e dei cittadini, appare sostanzialmente disperso in un sistema fatto di bandi, progetti, albi che hanno una ricaduta debolissima sul sistema educativo nazionale.

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