Parere negativo del CSPI sul servizio dei docenti di sostegno in attività di istruzione domiciliare
Il CSPI esprime contrarietà sulla predisposizione di attività che non tengano conto dei processi di inclusione e della collegialità degli interventi, rilevando una incursione sugli aspetti contrattuali del profilo dell’insegnante di sostegno.


Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), durante la seduta del 21 dicembre 2021, ha formulato il parere sullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione recante “Modalità di svolgimento del servizio dei docenti per il sostegno didattico impegnati in attività di istruzione domiciliare, ai sensi dell’articolo 16, comma 2-bis del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66 e ss.mm.ii.”
Il CSPI rileva in premessa, a partire dalla disamina delle fonti normative, evidenti discrasie rispetto alle scelte culturali e pedagogiche che pongono l’inclusione come il risultato sinergico delle azioni della comunità scolastica. “In questa prospettiva l’attribuzione al solo docente di sostegno del compito di effettuare l’istruzione domiciliare, prevista nello Schema di decreto in esame e introdotta dalla modifica all’art. 16 del d.lgs. 66/17, risulta un passaggio poco coerente e addirittura sbagliato da un punto di vista contrattuale e normativo.” Si richiama il fatto che le attività di istruzione domiciliare siano una delle possibili opzioni, prodotto di una attività progettuale collegiale mirata.
Il parere si sofferma sul fatto, ormai ampiamente acquisito, che l’inclusione è compito di tutti i docenti della classe e della comunità scolastica e il docente di sostegno è un insegnante della classe e non del solo allievo con disabilità. Infine, il CSPI rileva che, nello Schema di decreto non sono fornite le indicazioni concrete sulle modalità di svolgimento del servizio, che dovrebbero rappresentare la principale finalità del provvedimento. Di particolare importanza, la segnalazione di incursioni della bozza di decreto che modificano “il profilo e gli obblighi del solo docente di sostegno, intervenendo sulla prestazione ordinaria di lavoro che rientra nelle materie di competenza contrattuale”.
Il CSPI ha espresso quindi all’unanimità parere negativo.
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