Parere negativo del CSPI sull’ampliamento della sperimentazione di percorsi quadriennali
Il CSPI conferma le perplessità già espresse sulla mancanza di impostazione scientifica della sperimentazione e sottolinea che, in mancanza degli esiti e di una visione ordinamentale complessiva, il percorso tracciato dal DM potrebbe condurre alla semplicistica riduzione di un anno della scuola superiore.


Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha formulato durante la seduta del 18 novembre 2021, il parere sullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione concernente il “Piano nazionale di innovazione ordinamentale per l’ampliamento e l’adeguamento della sperimentazione di percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado agli Obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza #NextGenerationItalia”.
Il parere richiama quanto già espresso durante le sedute del 10 maggio 2017 e del 18 gennaio 2018. In quelle circostanze, il CSPI aveva già fatto rilevare come una sperimentazione ordinamentale che fosse scientificamente fondata e verificabile, necessitasse di una regia nazionale, di un’unica proposta metodologica didattica supportata da validi criteri di selezione del campione rappresentativo e di strumenti di verifica e valutazione condivisi.
Il CSPI, inoltre, rammenta che il rinnovo e l’eventuale ampliamento della sperimentazione sarebbero dovuto avvenire, ai sensi dell'art. 3, comma 2, del suddetto DM 567/2017, previa valutazione positiva da parte del Comitato Scientifico Nazionale (CSN) al termine del ciclo sperimentale quadriennale. Oltre a tale fase di valutazione, risultano mancanti i risultati del Piano di innovazione ordinamentale (DM n. 567/2017 e DM n. 89/2018) in esito al primo anno dei percorsi e la relazione elaborata dall’Invalsi a seguito dell’esame degli esiti relativi al terzo anno.
Il parere, inoltre, si sofferma sulla proposta di estensione della sperimentazione agli istituti professionali, evidenziando che la stessa non è contemplata neanche nel testo del PNRR, in cui si fa riferimento solo ai licei e agli istituti tecnici, rilevando che in ogni caso tale estensione risulterebbe poco coerente per questo segmento in funzione della recente riforma dei Professionali e per le complesse correlazioni istituzionali tra regioni e sistema nazionale rispetto alla durata dei percorsi e all’acquisizione delle qualifiche.
Alla luce delle articolate considerazioni espresse, il CSPI ritiene che, al momento, non ci siano le condizioni per procedere a ulteriori ampliamenti del numero delle classi coinvolte, ma che prima di considerare eventuali modifiche ordinamentali, anche in riferimento alla complessiva Riforma prevista dal PNRR, sia conclusa e valutata la sperimentazione in atto “secondo le modalità indicate nella norma stessa”.
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