Occupazione delle istituzioni scolastiche: una circolare inopportuna
Diffusa una nota ministeriale centrata sulla repressione che ignora il ruolo formativo della partecipazione studentesca alla vita democratica e scarica sulla dirigenza scolastica il peso di scelte difficili.
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In data 5 febbraio 2024 è stata inviata ai dirigenti scolastici la nota 485, avente ad oggetto “Occupazione delle istituzioni scolastiche”, a firma della dottoressa Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell'Istruzione.
La nota, che ricorda ai dirigenti che “le SS.LL. sono tenute a denunciare” i “possibili reati”, testimonia una visione autoritaria e paternalistica che interpreta le attività di socializzazione giovanile divergente come questioni legate alla tutela dell’ordine pubblico. Le occupazioni studentesche diventano così, a prescindere da ogni reale accadimento, potenziali veicoli di reati quali interruzione di pubblico servizio, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento di beni pubblici e vengono, in tal modo, private di spessore educativo e di ogni forma di confronto pedagogicamente utile per orientare alla convivenza e al confronto democratico.
Naturalmente, la FLC CGIL ritiene che gli atti vandalici debbano essere comunque sanzionati, senza perdere l’obiettivo di valorizzare la componente studentesca che nella partecipazione attiva, anche dissenziente, rappresenta il proprio coinvolgimento appassionato alla vita democratica. Coinvolgimento che andrebbe valorizzato e non contrastato a prescindere, paventando eventualità non ancora realizzate, rispetto alle quali, in realtà i dirigenti scolastici sanno già come comportarsi, nel rispetto delle regole che le scuole si danno in quanto “comunità educante di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, improntata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni” (art. 32 CCNL 2019/21).
La FLC CGIL considera la circolare inopportuna perché rischia di delegittimare ogni processo di coscienza politica del disagio giovanile, di ridurre le occupazioni a causa potenziale di puro vandalismo e delineando un quadro di intervento in chiave esclusivamente repressiva. La scuola pubblica non viene riconosciuta come elemento centrale della vita sociale, mentre sarebbe opportuno che al sistema dell’istruzione sia restituita la sua giusta funzione per avviare, in tempi di disaffezione elettorale, un percorso virtuoso di recupero della partecipazione.
Per restituire autorevolezza alla scuola, dopo anni di cattive riforme, la FLC CGIL chiede non risposte di tipo repressivo, ma importanti investimenti in istruzione - oggi ai minimi storici - per recuperare la sua missione costituzionale e sconfiggere le disuguaglianze sociali, causa del disagio giovanile in una società sempre più classista e fortemente competitiva.
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