Mense scolastiche: 2 euro al giorno per seguire il pranzo dei bambini. È uno spreco?
La verità sull'accordo del cosiddette "funzioni miste" dei collaboratori scolastici.
Nel 1999 una legge del Parlamento trasferisce circa 80.000 lavoratori dagli EE.LL. allo Stato, ma lascia a carico dei comuni alcuni oneri in materia di diritto allo studio come quello della mensa scolastica. Per l’erogazione di questo servizio, quindi, i comuni mantengono i relativi finanziamenti: oneri ed onori. Gli 80.000 sono trasferiti a prescindere dalla loro volontà e nel passaggio perdono quote di salario. In questo contesto, 8 anni fa, viene siglato l'accordo sulle "funzioni miste" dei collaboratori scolastici.
Una categoria debole presa di mira da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo in un articolo del Corriere della Sera del 28 aprile. Senza tenere conto del contesto i due autori presentano quell’accordo e suoi effetti come un paradosso che ha ridotto i carichi di lavoro del personale e fatto aumentare le spese dei comuni, paragonando i bidelli agli onorevoli!
È successo esattamente il contrario. L'accordo siglato, in un contesto normativo che si evolveva rapidamente e in maniera confusa dentro un processo riformatore della pubblica amministrazione, dava invece una risposta funzionale e integrata sulla delicata e complessa materia del diritto allo studio. Senza quell’accordo sindacale alcuni servizi scolastici rischiavano la riduzione e la discontinuità. Invece si è così trovata anche la soluzione più a basso costo in un quadro di riorganizzazione del sistema scolastico. Così dopo la legge 124/99 i comuni, ormai privi del personale passato allo stato, ma responsabili delle mense scolastiche, grazie a quell’accordo, hanno assicurato, proprio con quel personale, continuità nell'erogazione del servizio mensa a costi inferiori a quelli precedenti. Diversamente avrebbero dovuto affidare interamente il servizio a ditte esterne o ad altro personale alle loro dipendenze, con ben altri costi. Questa operazione si è fatta, invece, con 2 euro al giorno per i giorni di mensa a quei lavoratori che oggi vengono presi di mira.
Il sindacato è il primo a sostenere che l’accordo sulle funzioni miste è datato, ne ha chiesto più volte la revisione e la semplificazione, ma senza risposte.
L’utilizzo qualificato della spesa pubblica ci sta a cuore, ma farlo dipendere dai soli lavoratori e in particolare da quelli con le qualifiche più basse, che hanno meno protezione politica è un esercizio fin troppo facile che crea "polveroni", ma non contribuisce a risolvere i problemi.
Per procedere spediti in questa direzione e per indicare la strada del rinnovamento bisogna conoscere bene i dati - ad esempio gli appalti spesso sono più onerosi e offrono un servizio di minore soddisfazione per l’utenza - saperli interpretare e poi indicare la soluzione. Questa soluzione, secondo noi, non può essere, ad esempio, come alcuni impropriamente e superficialmente propongono quella di affidare il servizio di pulizia delle scuole o di assistenza durante la mensa agli stessi alunni (scuole infanzia ed elementari). Non sarebbe serio.
Roma, 29 aprile 2008
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