Liceo Musicale: un bilancio (provvisorio) a dieci anni dalla sua istituzione
La situazione attuale, i problemi ancora irrisolti, le sfide per lo sviluppo dell’indirizzo di studio.
A dieci anni dall’istituzione del Liceo musicale facciamo il punto della situazione del percorso di studi introdotto con il Regolamento dei Licei (DPR 89/10).
Il Liceo Musicale ha rappresentato l’unica novità positiva del riordino voluto dall’allora Ministro Gelmini, caratterizzato, invece, da tagli di personale e di risorse senza precedenti nella storia repubblicana che ancora oggi incidono pesantemente sulla funzionalità dell’intero sistema educativo italiano.
I numeri
I percorsi di Liceo Musicale sono stati avviati a partire dall’anno scolastico 2010/11 e nell’a.s. 2014/15 si sono diplomati i primi studenti.
Nel 2010/11 furono attivati (in maniera che definire caotica è un eufemismo) 37 sezioni di Liceo Musicale.
In base alle informazioni presenti sul portale “Scuola in chiaro” i Licei Musicali attivi nell’a.s. 2020/21 sono 135 (il dato è identico al 2019/20), così distribuiti:
Regione |
Numero dei Licei Musicali |
Abruzzo |
4 |
Basilicata |
4 |
Calabria |
6 |
Campania |
33 |
Emilia Romagna |
4 |
Friuli |
2 |
Lazio |
8 |
Liguria |
3 |
Lombardia |
13 |
Marche |
2 |
Molise |
1 |
Piemonte |
8 |
Puglia |
11 |
Sardegna |
5 |
Sicilia |
10 |
Toscana |
10 |
Umbria |
3 |
Veneto |
8 |
TOTALE |
135 |
A questi istituti vanno aggiunti tre ulteriori Licei Musicali “spuri” nei quali l’insegnamento delle discipline di indirizzo è effettuato dai docenti di Conservatorio: due nella Provincia Autonoma di Trento collocate nei territori in cui sono presenti le sedi del locale Conservatorio (Trento e Riva del Garda) e uno a Milano legato al Conservatorio “G. Verdi”.
Non è invece noto il numero di sezioni. Infatti in vari istituti in cui è presente l’indirizzo di Liceo Musicale sono presenti due o più sezioni.
Con il DPR 19/16 (successivamente integrato e modificato dal DM 259/17), dopo una lunga fase transitoria, furono finalmente istituite specifiche classi di concorso per le materie di indirizzo e, a decorrere dall’a.s. 2017/18, è stata istituita anche una specifica dotazione organica. Per il 2019/20, anche a seguito della stabilizzazione della seconda ora di primo strumento nel primo biennio determinato dall’ampio contenzioso avviato negli scorsi anni e grazie all’entrata in vigore delle norme della legge di bilancio 2019 (legge 145/18 art. 1 comma 730) il numero dei posti è così ripartito:
CLC |
Denominazione CLC |
POSTI 2019/20 |
A053 |
STORIA DELLA MUSICA |
41 |
A063 |
TECNOLOGIE MUSICALI |
34 |
A064 |
TEORIA, ANALISI E COMPOSIZIONE |
88 |
A055 |
STRUMENTO MUSICALE NELLA SC. II GR. Totale |
2039 |
TOTALE |
2202 |
Da notare nell’ambito della classe di concorso A055 sono presenti posti relativi a 23 specialità strumentali e che il pianoforte, con 566 posti, è di gran lunga la cdc più numerosa.
I principali problemi irrisolti
Il piano di studi
Un piano degli studi che definire incongruente è davvero un eufemismo, non consente alle discipline collettive (Storia della Musica, Tecnologie Musicali, Teoria Analisi e Composizione) di completare l’orario cattedra (18 ore). Alcune di queste discipline sono oggetto dell’Esame di Stato al termine del percorso liceale. Nonostante le richieste della FLC CGIL, le “aperture” contenute in alcune disposizioni ministeriali, la costituzione di cattedre complete, soprattutto per Storia della Musica e Tecnologie Musicali con un monte ore quinquennale di sezione di 10 ore, appare problematica e, spesso, legata alle scelte dei singoli uffici scolastici territoriali. Appare evidente che insieme a più stringenti disposizioni del Ministero, all’istituzione di ulteriori posti, è probabilmente necessario metter mano anche all’ordinamento e alle indicazioni nazionali delle discipline collettive.
I titoli di accesso per insegnare
Occorre definire i titoli di accesso a regime per le classi di concorso di indirizzo. In base al DM 259/17 la fase transitoria è definitivamente terminata con l’a.s. 2018/19 mentre i titoli di accesso per il TFA (percorso di abilitazione non più previsto) indicati nelle colonne relative ai “Requisiti di accesso classi di abilitazione” sono palesemente incongruenti con gli insegnamenti da impartire. A ciò si aggiunga il ginepraio delle denominazioni dei diplomi accademici di II livello sperimentali rilasciati in questi anni dai Conservatori che rendono particolarmente complesso il corretto inquadramento dei titoli necessari ai fini dell’accesso alle cdc del Liceo Musicale. Infine, problema nel problema, occorre chiarire in maniera precisa i titoli di accesso all’insegnamento di Storia della Musica.
Concludere la fase transitoria
Occorre verificare se tutto il personale che in questi anni ha garantito l’ordinario funzionamento dei percorsi di studio abbia effettivamente avuto la possibilità di transitare definitivamente nel Liceo Musicale. In caso contrario occorre individuare gli strumenti necessari per risolvere queste situazioni.
Armonizzazione della filiera musicale
Occorre modificare radicalmente le norme sull’armonizzazione dei percorsi formativi della filiera musicale (DM 382/18, D. Lgs. 60/17 art. 15). La definizione di un quadro di riferimento nazionale riguardo alla filiera dell’istruzione musicale appare un’esigenza ineludibile. La profonda trasformazione dell’offerta formativa delle istituzioni afam del settore musicale, lo sviluppo impetuoso dei corsi ad indirizzo musicale nella secondaria di I grado, la nascita del Liceo Musicale nella secondaria di II grado, stanno comportando grandi conflittualità tra istituzioni che spesso operano su studentesse e studenti della stessa fascia di età.
Le norme citate riducono il tema dell’armonizzazione della filiera musicale unicamente al problema dei livelli di accesso ai vari percorsi (Liceo musicale, corsi propedeutici, diploma accademico di I livello) e alla durata massima dei percorsi propedeutici.
Non vi è alcun riferimento a quanto si realizza nelle scuole ad indirizzo musicale, nonostante il Regolamento sui Licei preveda che il Liceo Musicale deve assicurare “la continuità dei percorsi formativi per gli studenti provenienti dai corsi ad indirizzo musicale” (DPR 89/10 art. 7 comma 1, terzo periodo).
Continuità didattica e strumenti “deboli”
Occorre garantire agli studenti la continuità didattica anche in riferimento a strumenti “deboli” per i quali risulta assai difficile la costituzione di cattedre.
Le sfide
La storia dell’istruzione musicale in Italia è una storia di separatezza e di isolamento rispetto agli altri saperi e alle altre discipline. Chi ha studiato in passato nel Conservatorio per conseguire anche una preparazione culturale generale ha dovuto frequentare contemporaneamente una scuola superiore.
La prima sfida che deve affrontare il Liceo Musicale è il superamento della tradizionale separazione, tipicamente italiana, tra cultura musicale e culturale generale. Ciò significa che più l’integrazione tra discipline di indirizzo e discipline generali sarà forte e feconda, tanto più si rafforzerà un’idea di formazione integrale dello studente che frequenta il Liceo Musicale. Questo potrebbe rappresentare davvero una forte discontinuità rispetto al passato.
La seconda sfida è l’integrazione delle discipline di indirizzo quali strumenti indispensabili per una comprensione a trecentosessanta gradi del fatto musicale. In caso contrario il rischio è quello di un apprendimento musicale nozionistico, non consapevole, privo di spessore e profondità.
La terza sfida è rappresentata dall’introduzione sempre più pervasiva delle nuove tecnologie e dalla contaminazione di stili e repertori, aspetti peraltro tipici dell’identità dei giovani di oggi.
La FLC CGIL su questo e su altri temi intende aprire una discussione, innanzitutto, tra coloro operano nell’intera filiera musicale al fine di approfondire la conoscenza di esperienze già realizzate, di stimolarne di nuove e di sollecitare i decisori politici a una maggiore attenzione a queste problematiche e ad adottare scelte conseguenti.
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