La sentenza del TAR del Lazio stravolge i diritti dei precari
La sentenza del Tar del Lazio sull'organizzazione in fasce delle graduatorie permanenti
La sentenza del Tar del Lazio sull'organizzazione in fasce delle graduatorie permanenti
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nega un criterio di organizzazione complessivo previsto dalla Legge 124/'99;
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rischia di produrre esasperazione in un settore della categoria già abbastanza provato dai ritardi nelle procedure di convocazione e di nomina;
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mette in gioco posizioni e diritti che si sono andati consolidando nel tempo.
La scelta delle fasce è presente nella legge
La legge 124 prevede che ogni nuova integrazione non pregiudichi le posizioni di quanti sono già inseriti in graduatoria.
La stesura originaria delle legge contemplava le fasce anche per la prima applicazione!
Tutto fu rinviato al regolamento, per alleggerirne l'impianto, ma con la raccomandazione, votata all'unanimità in Commissione, che questo meccanismo fosse garantito dal regolamento stesso.
Le prime tre fasce danno a coloro che vi sono inseriti niente più di ciò che avrebbero avuto con la Legge precedente.
Per i docenti privi dei requisiti di servizio nella scuola pubblica del medesimo grado, che prima non avevano alcun diritto di entrare nelle graduatorie dei concorsi per soli titoli ed erano condannati a ripetere periodicamente i concorsi ordinari, la Legge 124/'99 prevede la loro collocazione all'interno di una graduatoria permanente.
La sentenza del Tar si presta a strumentalizzazioni politiche
Essa avanza apprezzamenti di qualità che riteniamo inopportuni.
Emerge una considerazione degli immessi in ruolo dalla graduatoria permanente come di persone che, invece di migliorare le proprie conoscenze, cercano di far fruttare presunte rendite di posizione.
Sostiene che nelle scuole private vi sono i docenti più "...brillanti..." grazie all'assunzione diretta da parte delle scuole, mentre al contrario nelle scuole pubbliche sarebbero in servizio docenti "più sanati che meritevoli".
Alcune argomentazioni conferiscono un tono di propaganda ad un atto giudiziario:
si esalta l'assunzione diretta degli insegnanti da parte delle scuole e si innalza la scuola privata a terzo canale di reclutamento.
Per la Cgil Scuola le operazioni di compilazione e scorrimento delle graduatorie devono continuare
Chiediamo al Ministero di ricorrere al Consiglio di Stato
La Cgil Scuola si batte per il rispetto della scuola pubblica e dei suoi lavoratori.
CGIL SCUOLA Nazionale
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