
Incontro al MIUR del 29 gennaio: definire un cronoprogramma di incontri sui temi al centro della conciliazione
Si riparta da percorsi abilitanti, amministrativi facenti funzione, rinnovo del CCNL, mobilità e autonomia differenziata.


All’incontro di mercoledì 29 gennaio 2020 al Ministero dell’Istruzione in tema di concorsi e reclutamento abbiamo voluto aprire i lavori richiamando gli impegni contenuti nel verbale di conciliazione sottoscritto lo scorso dicembre, sui quali riteniamo imprescindibile lavorare per dare le giuste risposte alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola. Innanzitutto abbiamo sollevato il tema dei percorsi abilitanti, che secondo gli accordi avrebbero dovuto essere inseriti in un disegno di legge collegato alla legge di bilancio. Questo disegno di legge rappresenta per noi una delle prime priorità fra gli impegni sottoscritti. Esiste, infatti, un’esigenza di formazione in ingresso del personale docente che va assolutamente affrontata. Il concorso non la risolve, in quanto i 24 CFU non sono in grado di sostituire una formazione di qualità per la professionalità docente.
Non possiamo dimenticare che sull’ultimo anno scolastico l’attivazione di contratti a tempo determinato ha raggiunto il numero di 157.000, ossia il 18% sul totale, un numero che difficilmente il concorso potrà coprire.
Sul rinnovo del Contratto abbiamo ribadito la necessità di un tavolo specifico che affronti un tema cruciale per la valorizzazione e il riconoscimento sociale della professione docente, quale è quello stipendiale: i lavoratori della scuola italiana sono i meno pagati del mondo dei lavoratori pubblici oltre che tra i meno pagati in Europa. Diventa pertanto essenziale che, parallelamente al tavolo che lavorerà a Palazzo Chigi sul rinnovo dei contratti di tutti i lavoratori pubblici, venga attivato un tavolo specifico al Ministero dell’Istruzione per discutere del rinnovo del contratto dei lavoratori della scuola che naturalmente affronterà altri temi importanti quali la mobilità, e il rapporto fra legge e contratto che dovranno essere argomenti dell’atto di indirizzo.
Sui DSGA Facenti Funzione, ossia sulla necessità di una giusta considerazione del lavoro che le migliaia di lavoratori che rendono possibile il funzionamento delle segreterie scolastiche senza un giusto riconoscimento del proprio ruolo, abbiamo ribadito la richiesta di sempre: indizione del concorso riservato con cui sanare questa evidente iniquità che non ha ragione di esistere.
Sulla mobilità abbiamo chiesto l’attivazione urgentissima di un tavolo tecnico poiché, se come è nell’interesse delle famiglie e degli alunni innanzitutto, l’anno scolastico dovrà cominciare puntualmente, siamo già fuori tempo massimo. E i problemi non mancano laddove si pensi alla questione della mobilità professionale (soprattutto per i licei musicali) e dei neo immessi in ruolo senza dimenticare la questione del blocco quinquennale che ancora una volta fa rimarcare una impropria prevalenza della legge in una materia che è di pertinenza contrattuale.
Per quanto riguarda gli organici del personale docente e ATA abbiamo ricordato che il nostro Paese deve risalire una china che è stata determinata dalla politica dei tagli mai venuta meno davvero dal 2008 ad oggi. La stabilizzazione si deve accompagnare ad un incremento di organico che eviti le classi pollaio, incrementi il tempo scuola, estenda l’obbligo e pratichi un vero organico funzionale anche per il personale ata riconducendo tutto l’organico di fatto ormai consolidato ad organico di diritto.
Per quanto attiene al problema della semplificazione abbiamo sottolineato come occorra procedere ad un doppio regime di interventi: da un lato deburocratizzare il lavoro docente, superando la pratica dei finanziamenti sulla base della progettistica per bandi per ricondurli a trasferimenti ordinari secondo i criteri del funzionamento amministrativo e didattico unificando i mille rivoli e indirizzandoli soprattutto verso le aree a maggior disagio educativo; dall’altro potenziare il sistema SIDI ormai obsoleto e inefficiente per evitare che le scuole debbano ricorrere a ditte private a pagamento gravando sulle casse scolastiche, e riportando fuori dalle segreterie scolastiche quelle incombenze che nulla hanno a che fare con il sistema scuola (vedi passweb per le pensioni del personale).
Sulla dirigenza scolastica abbiamo ricordato il rispetto degli impegni presi con il verbale di conciliazione del 20 dicembre scorso tra cui l’impegno del Ministero a reperire le risorse necessarie all’incremento del FUN, l’apertura di un tavolo politico di confronto in tema di sicurezza per le connesse responsabilità dei dirigenti scolastici anche attraverso una conferenza di servizio con il coinvolgimento dei diversi Ministeri interessati e dell’INAIL.
Sul tema dell’autonomia differenziata, anch’esso inserito già nella prima Intesa politica sottoscritta con il Presidente del Consiglio del 24 aprile 2019, fra i punti più importanti, apprezziamo la contrarietà espressa dalla Ministra alle ipotesi di regionalizzazione del sistema istruzione, ma auspichiamo una iniziativa ufficiale nell’ambito governativo all’interno dell’attuale dibattito che dichiari la totale estraneità del sistema dell’Istruzione a qualsiasi ipotesi di autonomia differenziata, a garanzia del diritto sociale all’istruzione, che deve restare uguale in tutto il paese prescindendo dai confini territoriali dei governi locali.
Sugli investimenti abbiamo ribadito che non è senza significato il fatto che vi sia una perfetta corrispondenza fra il punto di PIL (circa 17 miliardi) che manca per l’Istruzione, e la crescita praticamente zero del nostro Paese: nei paesi dove si investe in conoscenza, si registra una crescita economica maggiore che in Italia. Investire in Istruzione significa ampliare il tempo scuola in tutto il Paese, rafforzare gli organici, superare le classi pollaio, generalizzare la scuola dell’infanzia, il tempo pieno e prolungato, innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni. Tutti temi fondamentali per la qualità dell’Istruzione.
Come ultimo punto abbiamo toccato quello delle relazioni sindacali, rimarcando la necessità di riprendere con regolarità un confronto sui temi ordinamentali, come il sistema di valutazione nazionale e i PCTO (la nuova alternanza scuola-lavoro).
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