I tagli del finanziamento alle scuole statali
Il Miur crede di salvarsi l’anima con 30 milioni di euro
Hanno avuto un primo effetto le iniziative messe in campo dalla FLC Cgil, unitamente alle altre Organizzazioni confederali della scuola, per protestare duramente contro i tagli operati dal Governo e dal MIUR sul finanziamento alle scuole statali: il telegramma con richiesta di incontro dei Segretari Generali FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, l’invito agli Organi Collegiali delle scuole e ai Dirigenti Scolastici da parte del Coordinamento Unitario Nazionale dei Dirigenti Scolastici FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola per denunciare singolarmente la propria situazione di difficoltà finanziaria, le numerose denunce che stanno pervenendo al MIUR e ai Sindacati con relativa pubblicazione delle stesse sul nostro sito hanno smosso la placida sonnolenza del MIUR.
Infatti, dalle Direzioni generali regionali stanno pervenendo alle scuole delle comunicazioni con cui si preannunciano, o si indicano, incrementi di fondi per il funzionamento amministrativo per l’anno in corso.
Secondo i nostri calcoli si tratterebbe al massimo di 30 milioni di euro al livello nazionale che probabilmente sono stati presi dal Piano di finanziamento della Legge 53/2003 di controriforma della scuola. In sostanza si tratterebbe di un ritorno a casa di quelle risorse che erano già a disposizione delle scuole ma erano state loro sottratte proprio per finanziare la legge 53/2003. Un gioco di andirivieni che tuttavia finisce sempre con un saldo negativo per le scuole.
Infatti, a stare alle cifre comunicate con precisione da alcune Direzioni Regionali, quale quelle della Lombardia e della Toscana, dopo il taglio del 2005 con questa “restituzione” la partita si chiuderebbe per la Lombardia con un taglio del 32% e per la Toscana con un taglio del 35%.
Come dire che si è tagliato un po’ meno ma sempre di taglio si tratta.
E vi è da aggiungere che tale “restituzione” riguarda solo il funzionamento amministrativo e didattico.
Tutti gli altri tagli riguardanti altre voci rimangono tragicamente confermati: sulle supplenze, sugli alunni diversamente abili, sulla 440, sugli esami di stato. E’ evidente che ciò non basta per salvarsi l’anima. Se si dividono 30 milioni di euro per 10750 scuola la media è di 2.790 euro che non basteranno neanche a pagare i debiti della TARSU.
Siamo di fronte ad operazioni di pura propaganda elettorale. Gli addetti ai lavori (Ds e Dsga) peraltro costretti a variare il programma annuale del 2006 appena approvato sanno benissimo la vera finalità di questa operazione. Come spiegare diversamente il fatto che ad esempio la Direzione Regionale del Lazio il 24 gennaio (nota prot. 3375) dava indicazioni alle scuole di limitare gli impegni di spesa del 40% rispetto agli anni precedenti e soltanto 20 giorni dopo con toni trionfalistici annuncia l’incremento di spesa?
Il tutto peraltro sta avvenendo ancora una volta senza nessuna trasparenza. L’incontro da noi richiesto non ha ancora avuto riscontro. Stiamo ancora aspettando una convocazione che ci consenta di andare ad una discussione di merito su tutti i settori di attività che hanno subito drastici ridimensionamenti fino a mettere in discussione la stessa funzionalità delle istituzioni scolastiche statali.
Siamo impegnati a seguire passo passo la situazione e ritorneremo sulla questione per maggiori approfondimenti nei prossimi giorni.
Roma, 21 febbraio 2006
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