Petizione dei dirigenti scolastici per sbloccare i contratti
Diminuiscono il numero dei dirigenti e la loro retribuzione media, aumentano le distanze dal resto della dirigenza pubblica, le differenze all’interno della categoria, i carichi di lavoro e le responsabilità.


Il Governo ha annunciato un nuovo blocco dei contratti pubblici che provocherà ai dirigenti scolastici, come al resto dei lavoratori, un ulteriore impoverimento. Le politiche economiche dei governi, da quello Berlusconi/Tremonti in poi, continuano a ridurre la spesa pubblica a danno dei lavoratori, senza intaccare i privilegi, ricercando l’aggiustamento dei conti pubblici senza colpire l’evasione fiscale.
Negli ultimi anni la retribuzione media contrattuale dei dirigenti scolastici, nonostante l’aumento dei carichi di lavoro e delle responsabilità, è diminuita continuamente colpendo il valore della professionalità e non riconoscendo l’impegno che ogni giorno i dirigenti profondono nelle loro scuole.
Non bastano gli ammiccamenti e le promesse, ci vuole il rinnovo dei contratti di lavoro per proteggere il potere d’acquisto dei salari e rinnovare le regole indispensabili per garantire la qualità della scuola.
I dirigenti scolastici di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL invitano tutti i colleghi a partecipare alla mobilitazione dei lavoratori pubblici e della scuola a difesa del diritto al contratto e a sottoscrivere la petizione #sbloccacontratto.
Nella riunione di ieri 16 settembre la Struttura di Comparto Nazionale dei dirigenti scolastici della FLC CGIL ha approvato il seguente ordine del giorno.
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Ordine del giorno della Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici FLC CGIL
16 settembre 2014
La Struttura Nazionale di Comparto dei Dirigenti Scolastici della FLC CGIL ritiene gravissimo e inaccettabile l’ennesimo blocco deciso dal Governo al rinnovo dei contratti pubblici e alle retribuzioni dei dipendenti.
Il taglio del salario dei lavoratori è da diversi anni l’unica voce attiva nella riduzione della spesa pubblica mentre restano inalterati gli sprechi e le sperequazioni retributive.
La dirigenza scolastica è stata duramente colpita dai tagli, iniziati con Tremonti nel 2010 e proseguiti con tutti i governi successivi, che hanno determinato la sottrazione alla categoria di quote crescenti del salario accessorio e il blocco dei contratti integrativi regionali.
All’aumento dei carichi di lavoro e delle responsabilità è così corrisposta una diminuzione della retribuzione e quindi del valore riconosciuto alla professione del dirigente scolastico.
I dirigenti entrati in servizio con gli ultimi due concorsi sono ormai la maggioranza della categoria e sono pagati di meno di quanto erano pagati coloro che sono andati in pensione. Siamo di fronte ad un processo di impoverimento della categoria e a un minor costo del loro lavoro.
I quattro governi (Berlusconi, Monti, Letta e Renzi) degli ultimi anni, attraverso i decreti legge convertiti in legge dal Parlamento ha cancellato la contrattazione collettiva. Continuare su questa strada viola il diritto costituzionale a regolare attraverso la contrattazione i rapporti economici e cancella l’unica protezione del salario dei i lavoratori
È indispensabile una profonda inversione delle scelte del Governo e a tal fine è necessario che i dirigenti scolastici partecipino alle iniziative messe in campo unitariamente dalle organizzazioni sindacali che rappresentano la maggioranza dei dirigenti scolastici, per difendere il diritto al contratto e sostenere le rivendicazioni dell’equiparazione retributiva interna e di quella alle altre dirigenze pubbliche.
Roma, 16 settembre 2014
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