Formazione professionale: Veneto, Piemonte, Sardegna, Sicilia … crisi dei sistemi regionali e proteste dei lavoratori
Precarizzazione, perdita dell’occupazione e disattenzione dei loro diritti è il prezzo elevatissimo che pagano i lavoratori del settore.
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Dal Veneto alla Sicilia, dal Piemonte alla Sardegna, i sistemi regionali della formazione professionale mostrano la corda e si moltiplicano le crisi aziendali che vedono i lavoratori pagare prezzi elevatissimi.
In Veneto, dopo lo sciopero del novembre dello scorso anno, i lavoratori dell’Enaip, ente di formazione delle Acli, non pagati da mesi, sono tornati in piazza per rivendicare il diritto alla retribuzione, e dopo tre giorni di presidi e sit in davanti la sede dell’ente, proclamano due giorni di sciopero per l’uno ed il quattro marzo.
Negli stessi giorni in Sardegna si riaccende la vertenza per lavoratori del comparto, e la locale FLC CGIL pone di nuovo con forza il problema riguardante i lavoratori che nella riorganizzazione del sistema regionale della formazione professionale sono stati abbandonati a se stessi sia dagli Enti di Formazione sia dalla Regione che non ha effettuato controlli severi sull'uso delle risorse pubbliche destinate agli enti per la gestione delle azioni formative.
Allo stesso modo, in Sicilia, i lavoratori del Cnos, l’ente di formazione dei Salesiani, pur in costanza di servizio, non sono pagati da oltre quattordici mensilità. Per questo protestano e proclamano lo sciopero, sospendendolo solo per consentire la ripresa della trattativa con i vertici dell’ente.
Nella stessa regione la Corte dei Conti interviene sulle procedure di finanziamento extrabudget degli enti di formazione e, ipotizzando il danno erariale, invita a dedurre tutti i dirigenti e gli assessori regionali che negli ultimi anni hanno amministrato il settore.
In Piemonte, invece, dopo il fallimento avvenuto lo scorso anno dello Csea, grande ente di formazione consortile, che ha visto i lavoratori in gravissima sofferenza, si è diffusa in questi giorni la notizia che l’amministratore dell’ente, Renato Perone, indagato per bancarotta fraudolenta, è stato messo agli arresti domiciliari.
Si tratta di casi diversi che vedono però un dato comune: a pagare per l’incertezza del quadro normativo, per l’indeterminazione delle regioni, per l’inadeguatezza delle regole e per i veri e propri casi di malaffare o per le “patologie” di alcuni sistemi regionali, sono sempre i lavoratori.
Il prezzo che pagano è sempre elevatissimo, in termini di precarizzazione, di perdita dell’occupazione, di intollerabile disattenzione dei loro diritti.
La FLC CGIL, esprimendo il proprio sostegno alle lotte dei lavoratori del comparto, ritiene che sia giunto il momento di un radicale riordino dei sistemi della formazione professionale e intende animare un largo dibattito su questi temi. Per questo avanzerà le proprie proposte, discusse nel recente convegno tematico del 12 dicembre scorso, anche a chi si candida a governare il paese.
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