Firmata dalla Ministra Giannini la Direttiva sul Sistema Nazionale di Valutazione
La FLC CGIL ribadisce la propria radicale contrarietà
Si è svolta il 18 settembre l’informativa sulla Direttiva del Ministro dell’Istruzione relativa alle priorità strategiche del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) per gli anni scolastici 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017.
La Direttiva è applicativa del Regolamento sul SNV adottato con il DPR 80/13.
A questo link una sintesi dei contenuti della Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014. Vedi anche la timeline del Sistema Nazionale di Valutazione.
Il nostro commento
In premessa la FLC CGIL ha ribadito la propria radicale opposizione al modello di sistema nazionale di valutazione così come declinato nel DPR 80/13 e ha preannunciato che una volta pubblicata la direttiva applicativa, valuterà se vi siano le condizioni per impugnarla, tenuto conto che in tempi brevi dovrebbe essere discusso il ricorso contro il citato DPR 80/13.
Da un punto di vista del metodo, la FLC CGIL ha stigmatizzato il fatto che l’informativa abbia avuto luogo a Direttiva definita e senza alcuna possibilità di discutere e proporre modifiche. La cosa appare grave se si tiene conto che l’urgenza dell’adozione del Regolamento sul sistema di valutazione è stata determinata da una precisa condizionalità ex ante imposta dall’Unione Europea relativa specificatamente al problema della dispersione scolastica, non a caso individuata nella Direttiva come prima priorità strategica della valutazione del sistema educativo. Senonché l’Unione Europea su questi temi prevede come elemento fondante ed ineludibile il confronto con le parti sociali. La FLC a tal proposito ha ricordato che con particolare riferimento al secondo ciclo del sistema educativo, i dati sulla dispersione non sono sempre attendibili in quanto il nostro Paese non ha adottato un sistema di rilevazioni basato sulla confrontabilità delle anagrafi gestite ai vari livelli istituzionali (Comuni, Regioni, Stato).
Nel merito. Al di là di rassicurazioni presenti nel testo è evidente l’impostazione burocratica e impositiva della Direttiva nei confronti delle scuole. Il livello di interlocuzione delle istituzioni scolastiche con il SNV è sostanzialmente racchiuso nella richiesta di supporto per l’elaborazione dei format, di cui in nessuno luogo è prevista la possibilità di intervenire per modificarne i contenuti, e in un’ipotetica formazione della quale non vengono precisate le fonti finanziarie.
La valutazione di sistema che chiama in causa i decisori politici ai vari livelli istituzionali, diventa un aspetto residuale. Ci troviamo di fronte ad una sorta di autoassoluzione della classe politica rispetto agli effetti indotti nel lavoro quotidiano delle scuole dalle sciagurate scelte generali adottate in questi anni.
E’ evidente che la valutazione delle scuole è basata in primo luogo sui livelli di apprendimenti degli studenti, inequivocabilmente attraverso prove standardizzate. La FLC ha ribadito la propria netta contrarietà su questo punto. La valutazione degli apprendimenti deve rimanere competenza della scuola e dei docenti. Questo modo di procedere oltre ad essere errato, illusorio e insufficiente alimenterà la competizione fra le scuole e/o tra i docenti della stessa scuola contribuendo a creare ulteriori difficoltà. Non a caso nel processo di autovalutazione ha grande rilievo la comparabilità dei dati soprattutto con altre istituzioni scolastiche.
La FLC ha ribadito che un sistema nazionale di valutazione che punti alla qualità deve basarsi su una pluralità di indicatori relativi al contesto, alle risorse di cui la scuola dispone, ai processi attuati.
La Direttiva evidenza in maniera ancora più accentuata la mancanza di un quadro di riferimento chiaro riguardo sia all’idea di scuola, sia ai livelli delle prestazioni da garantire, sia alla declinazione delle finalità politiche istituzionali del SNV. In questo quadro appare totalmente incomprensibile quali siano i piani di miglioramento che le scuole dovrebbero adottare, se non quello di migliorare le prestazioni degli studenti nelle prove standardizzate.
Il riferimento alle esperienze di autovalutazione effettuate in questi anni dalle scuole, ad esempio Vales, viene ridotta ad una semplice citazione: “Le scuole terranno conto, altresì, delle esperienze di autovalutazione svolte negli anni precedenti, in autonomia e/o nell’ambito di progetti sperimentali.” Come questo sia possibile, visto la natura prescrittiva del format elettronico, non è dato sapere.
La FLC ha stigmatizzato l’approssimazione e la marginalità delineata dalla Direttiva su ruolo, finalità e funzione della rendicontazione sociale.
Grave appare il fatto che non vengano date indicazioni sulle istituzioni scolastiche statali impegnate nei percorsi sussidiari di Istruzione e Formazione Professionale.
Riguardo alla valutazione dei dirigenti scolastici la FLC ha sottolineato che se essa deve avvenire nell’ambito di un confronto negoziale, come è necessario, il riferimento alle associazioni professionali è improprio e inopportuno e che qualsiasi ipotesi dovrà essere coerente con il vigente art. 20 del CCNL. Inoltre, in merito alla valutazione esterna delle scuole sarà bene escludere dal campione (10% del totale) quelle scuole che si troveranno in una situazione di difficoltà di gestione, come ad esempio quelle prive del dirigente o del direttore dei servizi e affidate a reggenza, quelle dirette da un dirigente in anno di prova, quelle che hanno subito un dimensionamento.
Riguardo alle risorse la FLC ha chiesto l’immediata apertura di un confronto negoziale su: formazione, ricadute sulle scuole per tutti gli adempimenti connessi all’attuazione delle varie fasi del processo di valutazione e retribuzione degli esperti esterni dei nuclei di valutazione. Sulla modalità di individuazione di tali esperti la FLC ha richiesto l’apertura di uno specifico tavolo di confronto.
La FLC ha, infine, ribadito che continuerà la propria battaglia per una radicale modifica del SNV così come definito dal vigente Regolamento.
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