Elevamento dell’obbligo d’istruzione: dal prossimo settembre anche le Regioni ne devono garantire l’assolvimento
Lettera della CGIL e FLC al presidente Errani.


Pubblichiamo la lettera inviata al Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani dalla CGIL e dalla FLC affinché si renda garante dell’assolvimento dell’obbligo d’istruzione per gli studenti che hanno optato per i percorsi triennali regionali alle stesse condizioni di chi ha scelto i percorsi scolastici.
Roma, 1 luglio 2009
____________________________
Roma, 25 giugno 2009
Prot. n. 225/2009
Dott. Vasco Errani
Presidente della Conferenza delle
Regioni e delle
Province Autonome
Via Parigi, 11
00185 Roma
Gentile Presidente,
con il prossimo settembre 2009, entrerà in vigore, a regime, l’elevamento dell’obbligo di istruzione per gli studenti fino a 16 anni di età.
E’ una novità importante, da anni chiesta da quella parte del Paese che considera fondamentale, per l’esercizio della cittadinanza attiva nonché per un modello di sviluppo qualificato, il possesso di una più forte e ricca formazione culturale di base che, nella società della conoscenza, possa garantire a tutti pari opportunità, prescindendo dalle soggettive condizioni di partenza.
Con l’art. 64 della Legge 133/08, è diventato possibile assolvere tale obbligo, tra i 14 ed i 16 anni di età, anche nel sistema di istruzione e formazione professionale, in particolare nei percorsi triennali programmati dalle Regioni.
Noi da sempre ci siamo dichiarati contrari a questo doppio canale, che divide gli studenti precocemente, sulla base delle condizioni soggettive di partenza, tra chi, più forte, accede a percorsi di istruzione, e chi, più debole, è destinato a percorsi più poveri culturalmente e finalizzati ad un rapido e precoce inserimento nel mondo del lavoro.
Ciononostante, prendendo atto della nuova normativa, riteniamo che vada garantito a tutti, allo stesso modo, l’adempimento dell’obbligo di istruzione che, in quanto tale, vincola i genitori a iscrivere i figli ad uno dei due percorsi, pena la loro responsabilità in sede civile e le istituzioni a garantire l’offerta formativa corrispondente.
A tal fine, Le chiediamo, nella sua qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, di garantire agli studenti che hanno già optato, all’atto delle iscrizioni a febbraio di quest’anno, per i percorsi triennali regionali, la stessa certezza, rispetto ai tempi di avvio dell’anno formativo, che hanno gli studenti che hanno optato per il sistema di istruzione pubblico.
Se, diversamente, i percorsi regionali obbligatori dovessero iniziare con mesi di ritardo rispetto a quelli scolastici - secondo la prassi consolidata negli ultimi anni, nei quali però non era vigente l’obbligo - oltre ad una durata inferiore dei percorsi, potrebbe verificarsi anche un aumento del numero degli studenti dispersi, difficili da recuperare all’obbligo, trattandosi, nella quasi totalità dei casi, di studenti appartenenti a famiglie disagiate, deboli socialmente e culturalmente.
Essendo tutti assoggettati allo stesso tipo di obbligo, sarebbe per noi inaccettabile una situazione che li discriminerebbe sul piano dei diritti fondamentali, costituzionalmente garantiti.
Sappiamo delle difficoltà, finanziarie e non solo, dei sistemi regionali di formazione professionale, ma riteniamo che la nuova normativa sull’obbligo di istruzione costituisca un vero e proprio spartiacque rispetto agli istituti giuridici finora vigenti, che richiede una decisa discontinuità nei comportamenti e nelle decisioni fin qui adottate; un vincolo per genitori, studenti, ma anche e soprattutto per le pubbliche istituzioni che ne devono garantire il rispetto.
Certi che vorrà fattivamente adoperarsi per garantire, allo stesso modo e con la stessa tempistica, il rispetto dell’obbligo di istruzione a tutti i giovani assoggettati, e rimanendo a disposizione per qualunque chiarimento riterrà opportuno, La salutiamo cordialmente
Morena Piccinini, Segretaria CGIL
Domenico Pantaleo, Segretario Generale FLC Cgil
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