
DPCM 3 dicembre 2020: la nota di trasmissione del Ministero
Il Mi riprende i punti principali del provvedimento governativo sulla ripresa della didattica in presenza, utilizzo del cosiddetto organico-covid, rimodulazione degli orari e piano di lavoro del personale Ata.


Dopo il DPCM del 3 dicembre scorso, i cui contenuti relativi ai settori della conoscenza sono stati oggetto di una nostra dettagliata analisi nell’articolo presente sul sito, il Ministero dell’istruzione ha inviato alle scuole la nota di trasmissione n. 2164 del 9 dicembre 2020 con la finalità di integrare quelle precedenti rispetto alle novità inserite nel testo, fornendo altresì ulteriori indicazioni operative.
La nota riprende, soprattutto, i punti principali che riguardano il secondo ciclo di istruzione, a partire dal ripristino dell’attività didattica in presenza, dal 7 gennaio 2021, per una quota pari al 75% della popolazione studentesca.
Per raggiungere questo obiettivo gli istituti dovranno adottare un'organizzazione complessiva più flessibile per garantire le necessarie condizioni di sicurezza, misure che implicano una possibile diversa modulazione del piano di lavoro del personale ATA, degli orari per docenti e studenti, degli uffici amministrativi.
Entrando nel merito dell’utilizzo dell’organico, si sottolinea che il cosiddetto “organico-covid” non è “organico di potenziamento” e costituisce, se docente, una risorsa per una migliore gestione dei gruppi-classe, mentre se ATA una risorsa per implementare le attività a tutela del diritto allo studio, nonché alla sicurezza e igiene degli ambienti.
Viene puntualizzato che al personale docente va prioritariamente assicurato un orario il più possibile stabile sull’orario curricolare delle classi cercando di garantire, per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e primaria, “docenti perlomeno iscritti al corso di laurea in Scienze della formazione primaria”.
Un terzo punto della nota appare importante, ovvero il riferimento all’Istituzione del Tavolo di Coordinamento prefettizio chiamato a definire il “più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, in funzione della disponibilità di mezzi di trasporto a tal fine utilizzabili”.
Si raccomanda ai dirigenti degli UAT (Uffici Ambiti Territoriali) che avranno ruolo specifico nel suddetto tavolo di attivare i “necessari momenti di confronto con i DS delle istituzioni scolastiche dei territori di competenza e il raccordo con i direttori degli USR”.
Il nostro commento
Rimodulare l’orario di apertura delle sedi e prevedere diversi turni di presenza delle classi con il personale docente e ATA, è più di una mera adozione di forme flessibili di organizzazione e non può solo derivare dalle ulteriori disponibilità dei mezzi di trasporto. Significa costruire una nuova programmazione dell’offerta formativa, con tempi e modalità da adattare alle esigenze. Troppo spesso l’amministrazione sembra non riconoscere che l’individuazione di quote obbligatorie di attività in presenza e a distanza significa intervenire pesantemente sulla modalità di organizzazione delle lezioni, con ricadute rispetto alla già complessa impostazione metodologica e didattica del lavoro.
È tutta l’istituzione scolastica nella sua autonomia che rivede le decisioni e le attua con le migliori soluzioni, tenendo in considerazione che al probabile allungamento dell’orario di funzionamento della scuola non corrisponde affatto un aumento del personale, né risorse appositamente finanziate per riconoscere una prestazione lavorativa più intensa e articolata.
L’importante ruolo delle relazioni sindacali è il passaggio che avremmo voluto vedere nella nota firmata dal Capo Dipartimento, sia nel tener conto che il continuo mutamento della situazione non richiede al dirigente scolastico di operare in solitudine, sia quando si raccomanda la partecipazione attiva dei dirigenti stessi alle misure assunte dal tavolo di coordinamento, ignorando di aprire l’interlocuzione con le organizzazioni sindacali, viste le ricadute sui temi del lavoro.
Gli accordi tra le parti sono garanzie di equilibrio, di coinvolgimento della rappresentanza, di responsabilità. A questo proposito chiederemo al Ministero di aprire un confronto con il sindacato al fine di integrare la nota in questione.
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