Valutazione della condotta: la FLC CGIL si esprime contro un progetto di scuola autoritaria
La FLC CGIL, in audizione in VII Commissione Senato sul ddl 924 bis, ha espresso la propria contrarietà all’inasprimento delle sanzioni e ha segnalato l’assenza di strumenti e condizioni accoglienti per educare.
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Mercoledì 17 gennaio 2024 la FLC CGIL è stata audita (qui il video dell'audizione) dalla Commissione VII del Senato sul tema della Revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti così come previsto dal ddl 924/23 bis.
La FLC CGIL ha argomentato la strettissima correlazione tra il comportamento degli studenti e il contesto all’interno del quale tale comportamento matura e si realizza. Purtroppo, le misure previste con l’inasprimento delle sanzioni disciplinali intervengono solo a valle dei comportamenti, mentre, in ambito scolastico, è indispensabile individuare interventi correttivi a monte del processo educativo, consentendo una reale efficacia del ruolo docente, troppo spesso precario e nella maggior parte dei casi totalmente isolato nel rapporto con la classe che dovrebbe invece essere attratta da modalità didattiche più coinvolgenti e dinamiche, anche in compresenza. Per questo motivo, la FLC CGIL auspica una modifica del provvedimento in direzione non tanto della revisione dei provvedimenti disciplinari, bensì in vista di provvedimenti finalizzati in primo luogo alla copertura dei posti vacanti e disponibili del personale docente e successivamente alla creazione di un organico aggiuntivo a disposizione delle istituzioni scolastiche per il supporto alle situazioni di disagio e alle difficoltà di studentesse e studenti oltre che al miglioramento delle relazioni tra docenti e discenti.
Nel merito delle scelte effettuate dal provvedimento, abbiamo rilevato criticità a partire dallo strumento del voto numerico, visto che la valutazione del comportamento non è facilmente esprimibile con la votazione in decimi per la complessità degli elementi che lo determinano e per la varietà dei diversi contesti sociali, economici e culturali in cui si verifica. Sarebbe decisamente più adeguato lo strumento della valutazione formativa. Infatti, l’articolazione del giudizio descrittivo potrebbe cogliere in modo più fedele in nesso, spesso molto complicato, tra le azioni e le cause che lo hanno prodotto. Peraltro, nell’intero provvedimento appare rigida e astratta la declaratoria formale delle diverse fattispecie che determinano l’eventuale non ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato. Invece, la valutazione di comportamenti inadeguati da parte dei Consigli di classe, realizzata nel corso dell’anno scolastico dovrebbe essere oggetto di momenti di approfondimento e di attività di classe o di gruppo, non finalizzati alla sospensione del giudizio in sede di scrutinio finale, ma alla promozione formativa, culturale e relazionale, di studentesse e studenti. Si tratta di attività già presenti nel curriculo di scuola con l’insegnamento dell’educazione civica. Infine, individuare le “attività di cittadinanza solidale” come lo strumento per somministrare sanzioni disciplinari appare come una impropria equazione che rischia di peggiorare il rapporto tra le studentesse e gli studenti e le azioni di partecipazione al tessuto sociale di riferimento.
Poiché il ddl 924/23 bis contempla tra l’altro la modifica dello Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria (D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249), la FLC CGIL ha rilevato che sarebbe grave e contraddittorio non prevedere il coinvolgimento delle organizzazioni studentesche, in particolare per un documento così importante per la loro vita a scuola e per cambiamenti così rilevanti come quelli annunciati nel provvedimento.
La FLC CGIL considera il provvedimento proposto una misura inefficace e formale che tende a burocratizzare il rapporto tra l’istituzione Scuola e la sua componente studentesca e che individua come soluzione al disagio giovanile un progetto di scuola autoritaria e il voto in condotta. Non si manifesta alcuna volontà di educare con più tempo scuola e maggiore supporto educativo, soprattutto nei contesti in cui mancano il supporto familiare e la cultura del rispetto alla convivenza democratica.
La FLC CGIL ha chiesto che nelle fasi successive dell’iter legislativo, il Parlamento possa rivedere l’impianto del provvedimento. Valutazioni e proposte sono state affidate a una memoria scritta che riportiamo in allegato.
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