La FLC CGIL lancia una petizione per l’abolizione del voto numerico nella scuola primaria
L’iniziativa per offrire ai docenti strumenti idonei a descrivere i processi di apprendimento nella loro complessità e avviare in tutto il mondo della scuola il dibattito sulla valutazione formativa


La riflessione sul significato della valutazione, più che mai attuale in questa fase di stravolgimento della didattica e della relazione educativa, rilancia il dibattito sull’utilizzo del voto numerico che, per la FLC CGIL, costituisce uno strumento non adeguato, soprattutto nella scuola primaria, per “fotografare” l’apprendimento delle bambine e dei bambini come processo complesso che interessa tutte le sfere della personalità.
La scuola primaria italiana ha esempi straordinari e diffusi di modelli di valutazione tesi al recupero del patrimonio pedagogico che, fin dagli anni ’70, ha affermato un’idea di scuola come fattore di sviluppo e maturazione della persona, ben al di là della classificazione delle bambine e dei bambini sulla base delle capacità e del profitto scolastico.
L’abolizione delle norme che hanno re-introdotto la scala decimale nella scuola primaria è necessaria per restituire alla valutazione la sua funzione di miglioramento della didattica e di promozione degli alunni, intesa non come lasciapassare per l’accesso alla classe alla successiva, ma come sostegno allo sviluppo della persona nella sua dimensione cognitiva, sociale, affettiva.
Riteniamo, inoltre, che l’iniziativa di chiedere l’abolizione del voto numerico nella scuola primaria possa essere il volano per avviare una discussione in tutti gli ordini di scuola sugli strumenti da adottare per una valutazione autenticamente formativa, utile a promuovere un’idea di scuola inclusiva e democratica.
Invitiamo tutti a sottoscrivere e a diffondere la petizione per chiedere alla Ministra un impegno concreto ed efficace in questa direzione
Alla Ministra dell’Istruzione
APPELLO PER L’ABOLIZIONE DEI VOTI NUMERICI NELLA SCUOLA PRIMARIA
Gentile Ministra Azzolina,
le maestre e i maestri della scuola primaria, unitamente ai dirigenti scolastici, al personale ATA e all’intera comunità educante, sono chiamati in questa difficile fase di emergenza sanitaria a sperimentare quotidianamente nuove modalità didattiche per mantenere vivo il contatto con gli alunni e dare, per quanto possibile, continuità al percorso formativo.
Nella scuola primaria l’apprendimento si fonda soprattutto sull’esperienza, sull’interazione con gli insegnanti, sulla cooperazione tra i pari. Il venir meno di questi elementi che caratterizzano la scuola “in presenza”, unitamente ad una padronanza non ancora completa della strumentazione tecnologica e alla necessaria mediazione esercitata dai genitori, rendono estremamente complesso per il docente attuare interventi significativi “a distanza” e impossibile valutare apprendimenti, impegno, partecipazione, rispetto delle consegne, secondo indicatori numerici.
Le chiediamo pertanto di sostenere nell’iter di conversione in legge del DL 22/20 e nelle successive ordinanze ministeriali, per l’anno scolastico 2019/2020, l’eliminazione nelle classi della scuola primaria della valutazione finale, espressa in decimi, degli apprendimenti delle alunne e degli alunni e la sua sostituzione con giudizi sintetici riferiti ad un numero limitato di livelli, più idonei rispetto alla scala decimale a descrivere i processi e attestare i risultati di apprendimento complessivamente raggiunti, in rapporto al contesto e all’esperienza di ciascuno.
Le chiediamo inoltre di aprire nel mondo della scuola un ampio dibattito che, attraverso la modifica dell’articolo 2, comma 1 del DLgs 62/2017 (valutazione nel primo ciclo), porti ad abolire definitivamente l’utilizzo di votazioni in decimi nella scuola primaria e a recuperare quel patrimonio pedagogico che, fin dagli anni ’70, ha contribuito a trasformare radicalmente la valutazione del processo educativo-didattico, all’interno di un’idea innovativa della scuola come fattore di sviluppo e maturazione della persona, facendo grande nel mondo l’esperienza della scuola “elementare” italiana.
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