DM su risorse valorizzazione docenti: un’informativa ministeriale fuori testo e contesto
Per la FLC CGIL tali risorse si trattano in Contratto nazionale e non al ministero. Riguardando anche la mobilità del personale, è implicita una validità effettiva da settembre 2023.
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Nella tarda mattinata del 27 luglio 2022 si è tenuta la riunione in videoconferenza tra il ministero e le organizzazioni sindacali in merito all’informativa sul prossimo DM - Individuazione dei criteri per l’attribuzione delle risorse per la valorizzazione del personale docente ai sensi del D.L. 36/2022, art. 45 comma 1.
Si tratta del decreto attuativo che andrà a definire la ripartizione dei fondi alle scuole, equivalenti a 30 milioni di euro, destinata a valorizzare la professionalità del personale docente che garantisce “l’interesse dei propri alunni e studenti alla continuità didattica” e “che presta servizio in zone caratterizzate da rischio di spopolamento e da valori degli indicatori di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica”.
LA POSIZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE
Il ministero ha illustrato la bozza del testo premettendo che è un atto dovuto da parte dell’amministrazione, dovendo dar seguito ad una legge votata dal Parlamento e connessa alle misure del PNRR. Nessun margine interpretativo, quindi, circa la fattibilità, anche perché è la stessa legge a prevedere proprio una prima applicazione nelle “more dell’aggiornamento contrattuale”.
L’articolato, piuttosto snello, prevede alcuni criteri per individuare la ripartizione delle risorse alle scuole e ai docenti che rientrano nei requisiti di effettivo servizio continuativo prestato in titolarità, oltre al riconoscimento delle particolari condizioni di disagio come rilevate dagli indicatori di status del Decreto Interministeriale dello scorso aprile.
LA NOSTRA POSIZIONE
Abbiamo evidenziato come l’emanazione del decreto sia “precipitosa” e non necessaria per vari motivi.
La materia è oggetto di trattativa per il rinnovo del CCNL già in atto all’ARAN; essa, inoltre, deve essere regolata nel CCNI mobilità, che è la vera sede opportuna per la definizione dei criteri, affinché siano chiare le regole e le conseguenze per chi volontariamente decide di trasferirsi.
In alcun modo, a giochi fatti, possiamo accettare l’emanazione di disposizioni retroattive che vanno ad incidere sul salario accessorio, con il rischio di escludere chi ha operato delle scelte individuali quando il contesto normativo era diverso.
Lo stesso argomento, ovvero essere una misura che ha origine nel PNRR, non ha alcun fondamento trattandosi di risorse che riguardano il personale e il Contratto, temi che non sono neppure lontanamente sfiorati dai finanziamenti di derivazione europea.
La nostra piena divergenza, infine, risiede proprio sulla tempistica di attuazione: riteniamo, infatti, si debba rinviare il provvedimento consentendo così la conclusione dell’iter del CCNL, tenuto conto che parliamo di fondi che non saranno erogabili prima dell’inizio dell’a.s. 2023/24 quando le scuole chiuderanno il monitoraggio dei docenti direttamente interessati.
Il ministero ha preso atto della fondatezza delle nostre osservazioni e ha ritenuto opportuno rinviare ogni decisione, previo approfondimento interno alla medesima amministrazione.
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