
Dotazioni organiche dirigenti scolastici a.s. 2023/2024: informativa al ministero
Continua il decremento delle scuole e degli organici dei dirigenti scolastici soprattutto nelle regioni del sud. Aumentano le scuole sottodimensionate. Diminuiscono le prospettive di un celere rientro per i dirigenti scolastici fuori regione.


Si è svolto giovedì 13 aprile l’incontro tra il Ministero dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali rappresentative della dirigenza scolastica per l’informativa sullo schema di decreto sugli organici dei dirigenti scolastici per l’a.s. 2023/2024.
Per l’amministrazione era presente il dott. Filippo Serra, direttore generale della Direzione per il Personale Scolastico, che ha illustrato i dati presenti nella tabella allegata alla bozza di decreto, sottolineando che si tratta dell’ultimo anno in cui vengono utilizzati i parametri previsti dal dl 98/2011 e dalle successive modifiche che fissano a 600 il numero minimo di alunni che consente alle istituzioni scolastiche di avere un dirigente scolastico e un DSGA titolari. Dal prossimo anno infatti, con l’entrata in vigore delle modifiche al dl introdotte dall’art. 99 della legge di Bilancio 2023, gli organici dei dirigenti scolastici saranno definiti con cadenza triennale - ed eventuali aggiornamenti annuali - da un decreto di concerto MIM/MEF, previo accordo in sede di Conferenza Unificata.
Dal confronto dei dati relativi all’a.s. 2023/24 con quelli dell’a.s. in corso, emerge che le istituzioni scolastiche funzionanti il prossimo anno saranno 7960, a fronte delle attuali 8.007, con un decremento di 47 scuole.
Analizzando nel dettaglio i dati contenuti nella tabella, sono però solo 7.445 le istituzioni cosiddette “normo-dimensionate”, cioè quelle a cui possono essere preposti un dirigente scolastico e un DSGA titolari, a fronte delle attuali 7.517, con un decremento del numero dei dirigenti scolastici in organico di 72 unità che si aggiungono alle 129 unità perse lo scorso anno per un decremento totale di 201 posti nel biennio.
Nel nostro intervento abbiamo evidenziato come questi dati, già di per sé drammatici, non sono che l’anticipo dello tsunami che si abbatterà sulla scuola pubblica italiana a partire dal prossimo anno con le nuove norme sul dimensionamento. Abbiamo perciò ribadito il giudizio pesantemente negativo della FLC CGIL sulle scelte della politica che, stravolgendo gli obiettivi del PNRR, ha trasformato un’occasione irripetibile di miglioramento della qualità dell’istruzione in una misura di razionalizzazione della spesa e di impoverimento complessivo di un settore che con la pandemia ha pagato un prezzo altissimo.
Nel merito del prospetto regionale degli organici abbiamo chiesto una verifica puntuale delle disponibilità presenti nelle regioni del centro-sud, per evitare le criticità registrate lo scorso anno in fase di mobilità interregionale e di assunzioni, segnalando le situazioni particolarmente difficili di regioni come la Campania, il Molise e la Sicilia in cui, al netto dei pensionamenti, potranno esserci scarse possibilità per le assunzioni e il rientro in regione.
Abbiamo inoltre richiesto che per la graduatoria regionale campana vengano riaperte le procedure delle assunzioni interregionali, previste dal comma 92 della L. 107/2015, per consentire alle regioni con maggiori disponibilità di posti di mettere a disposizione degli idonei della graduatoria regionale campana fino al 20% dei posti vacanti nella regione.
Continueremo a seguire la situazione anche ai tavoli regionali per poter fornire al più presto dati certi sul numero dei posti disponibili in ciascuna regione per le operazioni di mobilità e di assunzione.
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