Dimensionamento delle istituzioni scolastiche: le regioni dicono no al commissariamento
Nella Conferenza dei presidenti di ieri le Regioni hanno ufficializzato il loro rifiuto a sottostare al diktat del Governo (il 30 novembre 2008 è il termine fissato entro il quale ciascuna regione deve ridefinire la presenza delle scuole nel proprio territorio).


Mentre si svolgeva la splendida manifestazione, che ha invaso pacificamente le strade di Roma, oltre che di tante altre città, anche le Regioni, nella Conferenza dei Presidenti, ieri hanno alzato ufficialmente la propria voce, confermando il proprio no al loro commissariamento , in caso non rispettassero il termine del 30 novembre prossimo per ridefinire la presenza delle scuole nel proprio territorio.
E’ sicuramente un grave sgarbo istituzionale quello perpetrato dal Governo nei confronti delle Regioni, informate della decisione del Governo dalla lettura del provvedimento, come un normale cittadino, pur avendo da sempre competenza in materia.
Ma non è solo questione di metodo, che pure in questo caso è rilevante.
Stiamo parlando di presenza nel territorio della scuola statale di ogni ordine e grado, compito che la Costituzione ha affidato alla Repubblica, come elemento che sostanzia il diritto all’accesso all’istruzione ed alla frequenza di tutti, in particolare dei più deboli, che risulterebbe fortemente penalizzato nel caso in cui si andasse alla cancellazione di istituzioni scolastiche nelle zone del paese più disagiate ed isolate.
Potrà il Governo continuare ad ignorare la voce delle istituzioni, dei cittadini e dei lavoratori, che chiedono il ritiro degli sciagurati provvedimenti contro la scuola pubblica?
In un regime democratico la risposta è una sola.
Roma, 31 ottobre 2008
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